È sempre più diffusa, nei confronti dei consumatori, la richiesta di consentire l’analisi dei loro comportamenti e la profilazione in cambio dei servizi online erogati. Sono stati antesignani di tale rivoluzione i quotidiani online, che propongono di sottoscrivere un abbonamento o di acconsentire al trattamento de dati personali in cambio della lettura degli articoli. Li hanno seguiti a ruota, anche a causa dell’incertezza dell’Autorità Garante nell’autorizzare o censurare tali operazioni, le piattaforme social come Facebook, Instagram e Twitter, che stanno chiedendo ai clienti di sottoscrivere un abbonamento per non essere tracciati.
l’approfondimento
Dati in cambio di servizi online, servono regole e prelievi fiscali
Prima alcuni giornali online, ora i social network: affermandosi la tendenza a chiedere agli utenti l’utilizzo dei propri dati in cambio del servizio online erogato, sorge la necessità di imposizioni fiscali sullo scambio
Avvocato cassazionista Studio Legale Pomante

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