La delega digitale è finalmente una realtà. Il Decreto legge Concorrenza ha apportato un contributo decisivo alla semplificazione amministrativa e alla transizione digitale del Paese. In questi giorni infatti la Camera dei Deputati, nel corso della discussione sulla Legge annuale per il mercato e la concorrenza, ha approvato un insieme di emendamenti che, rafforzando l’istituto della “delega digitale”, gli conferiscono finalmente uno status giuridicamente determinato.
Gli emendamenti approvati alla Camera prevedono, fra le misure volte alla semplificazione dei procedimenti relativi ai provvedimenti autorizzatori, in relazione alla più generale ingegnerizzazione dei procedimenti stessi, per una loro definitiva e completa digitalizzazione, la possibilità di delegare un soggetto terzo, non solo una persona fisica (come accadeva fino a ieri, grazie al disegno di legge semplificazioni 2021) ma anche un libero professionista, nelle sue diverse possibili declinazioni – tra le quali si annovera la condizione di quelli qualificati ai sensi della Legge 4/2013 attraverso l’iscrizione a un’associazione professionale inclusa nell’Elenco del MISE (e fra di esse vi è anche Unappa) – a provvedere agli adempimenti relativi presso gli uffici della pubblica amministrazione.
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L’obbligo di coinvolgere le associazioni di categoria
Sempre grazie a tali emendamenti, è stato stabilito l’obbligo di coinvolgere le associazioni delle diverse categorie professionali, e non soltanto quelle imprenditoriali, nella determinazione delle scelte inerenti la razionalizzazione e semplificazione del procedimento amministrativo. Aspetto non di poco conto, a favore del quale ci siamo a lungo battuti, che permetterà alle categorie da sempre consapevoli delle molteplici criticità del rapporto fra cittadini, imprese e Pubblica amministrazione di esprimere compiutamente valutazioni e suggerimenti.
Pensiamo, in modo particolare, alle organizzazioni di rappresentanza che fanno parte del grande coordinamento che è il Colap, organismo che è stato il promotore della Legge 4/2013, di cui fa parte anche UNAPPA. Così come riteniamo importante anche la partecipazione degli enti del sistema camerale, il cui contributo in termini di esperienza è essenziale, se si considera che le Camere di commercio sono state le prime ad essere digitalizzate e che oggi, grazie all’automazione delle loro principali procedure, guidano il processo di semplificazione.
Delega digitale, un tema che viene da lontano
L’istituzione giuridica della delega telematica è un tema che accompagna il dibattito pubblico sulla semplificazione amministrativa da almeno una decina di anni e che ci ha visto da sempre impegnati in prima linea. Grazie alla rivoluzione digitale ciò che un tempo era l’Office Automation e l’informatizzazione della Pubblica amministrazione si è progressivamente trasformato in quel processo di digitalizzazione che di recente ha fatto si che la gran parte delle pratiche amministrative, a cominciare dalle procedure di autorizzazione per le imprese, avessero il loro corrispondente digitale.
Ancora ben lungi dal realizzarsi una compiuta transizione digitale, anche a causa del digital divide che tuttora affligge larga parte della popolazione italiana, a causa del ben scarso livello di competenze di base e avanzate di cui attualmente dispone, oltre che una parte significativa del nostro sistema imprenditoriale (sebbene di recente siano stati fatti significativi passi in avanti, soprattutto da parte delle imprese medio-piccole, come dimostrano i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano), la digitalizzazione iniziava comunque ad essere riconosciuta come una componente indispensabile per la semplificazione amministrativa.
L’impatto della pandemia
A seguito poi della pandemia e del lockdown, che nel corso degli ultimi due anni hanno rappresentato due straordinari fattori di accelerazione di una digitalizzazione ormai in atto a tappe forzare, i disegni di legge semplificazioni 2020 e 2021 avevano già provveduto a introdurre la possibilità per qualsiasi cittadino di delegare un soggetto terzo nell’adempiere alle pratiche amministrative di proprio interesse. Una delega che veniva accreditata attraverso l’istituzione del Sistema Gestione Deleghe, che avrebbe dovuto essere disciplinato con decreto della Presidenza del Consiglio e attuato in collaborazione del Poligrafico dello Stato.
L’intervento del Garante privacy
Restava tuttavia in essere una contraddizione, per cui qualsiasi cittadino avrebbe potuto delegare un congiunto o un conoscente nell’espletamento delle sue pratiche amministrative, anche se nulla di specifico si prevedeva a proposito della delega esercitata da un soggetto che per professione si occupasse delle autorizzazioni amministrative di cittadini e imprese. Del resto, con un suo recente parere anche il Garante per la Protezione dei Dati Personali esprimeva circostanziate perplessità rispetto all’estensione del diritto personale alla delega semplice a professionisti che per conto di cittadini e imprese si occupano da sempre di gestire pratiche amministrative di autorizzazione.
Prendendo a riferimento le già consolidate esperienze dell’Agenzia delle entrate e dell’INPS, il Garante ancorava le sue valutazioni di merito a criteri di prudenza e conservazione dello status quo, mettendo in guardia rispetto ai rischi di un’estensione della delega al di fuori dei casi già stabiliti dall’ordinamento. Un ordinamento fermo, per la fattispecie che ci riguarda, a un Regio Decreto del 1931, precisamente all’articolo 115 del TULPS, peraltro sistematicamente stravolto nella sua applicazione da molte amministrazioni pubbliche.
Questa posizione del Garante, di per sé legittima, cadeva tuttavia vittima dello straordinario paradosso al quale abbiamo già accennato, per cui da un lato si precludeva il riconoscimento in punta di diritto della delega a coloro che già ora svolgono professionalmente attività di procura, mentre dall’altro si permetteva a qualsiasi cittadino di ricorrere in maniera indiscriminata alla delega semplice al fine di espletare rapidamente e in modo facile gli adempimenti di proprio interesse. Un paradosso del quale lo stesso Garante era consapevole, dato che nel suo parere si trovava comunque a segnalare al Legislatore la necessità di intervenire per meglio disciplinare questo così come altri aspetti della cosiddetta delega semplice. Una consapevolezza che tuttavia non sembrava destinata a sortire effetti.
Senza trascurare come posizioni di questo tipo continuino a confondere, per alcuni adempimenti, la cosiddetta “delega semplice” (già indicata dalle leggi Bassanini come modalità possibile per esercitare la rappresentanza), con la “rappresentanza fiscale”, stabilita dall’articolo 63 del D.P.R. 29/9/1973, che prevede una procura autenticata da Notaio, sebbene esclusivamente per talune pratiche fiscali quali i ricorsi, ovvero in situazioni in cui si tratta di difendere o assistere un cliente, ma non per depositare una istanza e seguirne il successivo iter. Si perpetuava così una sorta di maledizione normativa, uno di quei tanti casi di cattiva legislazione ai quali ci ha da tempo abituati il nostro paese, per cui chi per professione si occupa per procura degli adempimenti amministrativi di cittadini e imprese si trovava nelle condizioni di poter al più avvalersi di una delega semplice, come quella che un nonno poco avvezzo all’uso di internet può in ogni momento concedere al nipote nativo digitale e pertanto abituato a navigare sul web.
Come funziona la delega digitale per i professionisti
Ora, grazie all’approvazione di questi emendamenti nel disegno di legge concorrenza 2021, l’istituto della “delega digitale” ottiene finalmente il riconoscimento giuridico che giustamente le spettava. Che significato assuma questo importante passaggio per noi, professionisti delle pratiche amministrative che per tanto tempo ci siamo battuti per l’introduzione di questa novità, così come per la Pubblica amministrazione, oltre che per cittadini e imprese, è presto detto. Non soltanto il ruolo dei professionisti delle pratiche amministrative viene definitivamente sancito, in punta di diritto e di fatto. Ma lo stesso sistema degli adempimenti amministrativi ne trarrà grande vantaggio, per percorrere più speditamente quella strada ancora lunga e tortuosa che va sotto il nome di semplificazione amministrativa.
I vantaggi della delega digitale
Anzitutto, il riconoscimento del ruolo dei professionisti nell’esercizio della delega digitale permette di superare le difficoltà che tante volte gli stessi professionisti e i loro clienti hanno incontrato, rispetto alla varietà di atteggiamenti mostrata dalle amministrazioni pubbliche, molte delle quali si sono finora sempre mostrate recalcitranti nell’attribuire un valore alla funzione di rappresentante esercitata dal delegato nei confronti del delegante.
In secondo luogo, quella che è sempre stata l’attitudine mostrata sul campo dai professionisti a rappresentare un importante elemento di facilitazione nei rapporti fra Pubblica amministrazione, cittadini e imprese, trovando finalmente modo grazie alla legge di esprimersi compiutamente, potrà risultare ancora più utile nell’agevolare e accelerare gli adempimenti amministrativi, anche soprattutto rispetto al fondamentale ruolo già ora esercitato nel colmare il digital divide che ancora oggi sperimentano molti cittadini e molte aziende.
Il ruolo del PNRR
Ciò che non è di poco conto, considerato che – come si è chiaramente messo a fuoco nella discussione pubblica di questi mesi sul PNRR – l’implementazione efficace delle linee di investimento previste dal Piano dipende in maniera decisiva dal rendere più semplici, veloci e agevoli l’insieme delle pratiche amministrative che cittadini e imprese dovranno espletare come condizione necessaria per la realizzazione delle azioni contemplate dagli obiettivi di missioni e componenti del Piano stesso. E per i tempi e le scadenze che il PNRR ci impone, non abbiamo certamente oggi le condizioni per migliorare il grado di alfabetizzazione digitale attraverso un graduale processo di crescita delle competenze di base e avanzate del paese.
Se perciò dobbiamo essere veloci, i professionisti delle pratiche amministrative possono dare un contributo decisivo ad agevolare la realizzazione tempestiva dei procedimenti amministrativi senza che ciò significhi metterci tempi troppo lunghi. In terzo luogo, il riconoscimento giuridico dei professionisti nella loro attività può risultare estremamente utile sul fronte della razionalizzazione e ingegnerizzazione dei procedimenti autorizzativi. Così come l’introduzione obbligatoria del POS negli esercizi commerciali ha consentito di fare un decisivo passo in avanti rispetto all’utilizzo di bancomat e carte di credito, che in larga parte dei paesi europei hanno già da tempo soppiantato la moneta circolante, l’istituzione della delega telematica favorirà una maggiore omogeneità delle pratiche amministrative.
Costringendo uffici e amministrazioni pubbliche a trattare in via privilegiata il procedimento amministrativo in forma digitale, è infatti evidente che molte ingiustificate differenze che tuttora esistono fra enti diversi saranno ricondotte a una maggiore omogeneità. Infine, il riconoscimento giuridico della delega digitale contribuirà anche ad accelerare ulteriormente la transizione digitale, poiché con il trasferimento su base digitale di gran parte delle pratiche amministrative saranno disponibili una tale mole di dati e informazioni, facilmente trattabili con le più sofisticate tecniche di elaborazione dei big data e con il supporto di algoritmi predittivi, da rendere ancora più semplice, accurato e sistematico, oltre che assai meno costoso, il monitoraggio degli adempimenti. E ciò permetterà di procedere più rapidamente alla stessa opera di razionalizzazione e ingegnerizzazione che è presupposto necessario per ogni concreta ed efficace riforma finalizzata alla semplificazione amministrativa.
Perché la delega digitale è un’occasione da non perdere
Quelle che abbiamo richiamato sono molte, anche se non le uniche, buone ragioni per cui l’istituzione della delega digitale può rappresentare una straordinaria finestra di opportunità per la transizione digitale e la semplificazione amministrativa del nostro sistema Paese. Al di là della definitiva approvazione del disegno di legge, però, la partita non è ancora conclusa, perché sarà necessario procedere con i necessari decreti attuativi, e spetterà a noi, in particolare, vigilare affinché il sistema delle amministrazioni pubbliche del paese faccia propria in maniera compita ed efficace questa norma. Vediamo quindi di cogliere al meglio questa opportunità, perché per un’Italia più moderna ne abbiamo davvero bisogno.
Conclusione
Il disegno di legge deve ancora passare al vaglio del Senato per la sua approvazione definitiva. Per Unappa, associazione che ha presentato la proposta di emendamenti con il voto della Camera il passaggio si può ormai dare per risolto. E di questo importante risultato dobbiamo ringraziare le diverse forze politiche che siedono in Parlamento, che hanno mostrato una comune sensibilità nei confronti del tema.