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Dogane digitali e AI, così si spinge la crescita delle aziende: il caso di Ups



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La digitalizzazione dei processi e la dematerializzazione in ambito doganale sono priorità da affrontare per favorire gli scambi commerciali con l’estero: un contesto in cui l’intelligenza artificiale può garantire il giusto supporto

Pubblicato il 6 giu 2024

Paco Conejo

Head of UPS South Europe



Fattura elettronica UE

Di fronte all’inflazione, alle sfide della politica fiscale e a un contesto commerciale globale turbolento, l’economia mondiale sta lottando per ritrovare un percorso di crescita sostenibile. Questo complesso panorama pone particolari difficoltà alle PMI, che devono trovare il modo di spostarsi e prosperare oltre confine.

In questi tempi, in cui ogni opportunità di business è importante, una cosa rimane certa: facilitare il commercio è fondamentale e semplificarlo a vantaggio delle PMI è possibile attraverso la digitalizzazione delle procedure doganali. Questi sistemi consentono di agevolare i processi, ridurre significativamente gli oneri amministrativi e i costi, fornire visibilità in tempo reale sulle spedizioni e sui pagamenti: tutti fattori critici per le aziende che devono affrontare margini ristretti nel contesto incerto di oggi.

PMI e dogane, cosa dicono i dati e le norme

Secondo Eurostat, le PMI hanno rappresentato il 99% del numero di imprese importatrici con una quota del valore commerciale del 47,1% e il 98% di quelle esportatrici nell’UE ogni anno dal 2017 al 2021 con una quota del valore commerciale del 37,6%. L’Italia si colloca al di sopra della media UE, con una quota del valore commerciale del 54% per le esportazioni e del 57,2% per le importazioni.

Con la continua crescita del commercio globale e dell’e-commerce delle piccole imprese, aumenta la domanda di modernizzazione e digitalizzazione delle procedure doganali per stare al passo con un mercato in continua evoluzione. Questo vale soprattutto per l’Europa, dove l’UE ha introdotto una nuova legislazione in materia di importazione (ICS2, CBAM) per acquisire dati più affidabili al fine di potenziare i controlli di sicurezza alle frontiere e stabilire un prezzo equo per le merci ad alta intensità di carbonio che entrano nell’UE.

Il nodo dei documenti cartacei

Queste politiche mirano a migliorare l’affidabilità dei dati a supporto della movimentazione, della spedizione e del trasporto delle merci che entrano nell’Unione. Questi cambiamenti, pur essendo vantaggiosi nel lungo periodo, possono essere scoraggianti per le PMI che non dispongono delle risorse e delle competenze necessarie per affrontare tali complessità.

Altrettanto importante è il processo di digitalizzazione dello sdoganamento, attualmente in corso in Europa: vale la pena ricordare che il segreto della trasformazione delle dogane in formato digitale non è la sola conversione della carta, ma piuttosto la garanzia che i dati siano organizzati e accessibili. Ciò implica tre elementi chiave: interoperabilità digitale, processi efficienti e informazioni utili.

Secondo McKinsey, nel commercio globale circolano costantemente 4 miliardi di documenti cartacei e questa dipendenza dalla carta non solo rallenta il ritmo del commercio globale, ma pone anche diverse sfide, come l’aumento dei costi, i tassi più elevati di fermi doganali e i rischi elevati.

Il futuro della digitalizzazione del commercio internazionale, favorito dalle tendenze dell’e-commerce transfrontaliero, è promettente. L’e-commerce sta trasformando i comportamenti sia dei mittenti che dei destinatari, offrendo l’opportunità di rivoluzionare il modo di fare affari oltre confine e questi cambiamenti consentono operazioni commerciali più rapide, efficienti e accessibili. Tuttavia, per le PMI è fondamentale rimanere al passo con le tendenze digitali e investire nella tecnologia e nelle misure di sicurezza necessarie per rimanere competitive.

La twin transition

In questo contesto, la cosiddetta “twin transition” gioca un ruolo importante nell’aumentare la propensione all’export delle PMI: ad esempio, in Italia il numero di aziende che investono in green e digital ed esportano è superiore di 20 punti percentuali rispetto al numero di aziende che esportano senza effettuare alcuna transizione. Questo processo, se implementato, avrà un beneficio maggiore per le piccole imprese, significativamente superiore a quello delle medie imprese, in quanto già beneficiano dell’apertura internazionale e di importanti economie di scala.

La digitalizzazione apre alle PMI ulteriori opportunità per accedere a nuovi mercati ed espandere la propria attività a livello globale. Grazie alle piattaforme e agli strumenti digitali, possono raggiungere un pubblico più ampio e connettersi con potenziali clienti in tutto il mondo: questo non solo le aiuta ad aumentare le vendite, ma anche a diversificare la loro customer base, riducendo la loro dipendenza da un unico mercato nel contesto imprevedibile di oggi.

La proposta di riforma della legislazione doganale

La proposta di riforma della legislazione doganale (Union Customs Code) pubblicata a maggio 2023 apre prospettive interessanti e il passaggio dal flusso documentale al flusso di dati con al centro la disponibilità di dati più o meno aggregati, da ricombinare per rendere il flusso del commercio internazionale fluido e monitorabile.

Si tratta di un passaggio essenziale per far sì che la potenza dell’intelligenza artificiale (AI), di cui è previsto un ampio utilizzo, sia a vantaggio dell’efficienza, con l’analisi predittiva che ottimizza i flussi di lavoro, snellendo i processi e riducendo al minimo i potenziali ostacoli e garantendo maggiore sicurezza, grazie al rilevamento delle anomalie alimentato dall’AI che segnala spedizioni e dinamiche irregolari, riducendo al minimo le interruzioni del commercio regolare.

AI e commercio: il caso di Ups

Ad esempio, in Ups l’AI supporta le importazioni nell’UE: uno strumento interno basato sull’intelligenza artificiale genera automaticamente i codici del Sistema Armonizzato (HS), semplificando le esportazioni di paesi terzi verso l’Unione Europea.

Inoltre, lo strumento è costruito per l’ICS2, il nuovo sistema avanzato di controllo alle importazioni delle merci dell’UE, che richiede alle aziende di fornire un elenco dettagliato di dati sui loro prodotti, riducendo gli errori e facendo risparmiare tempo.

L’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha sempre investito nel progetto di automazione doganale e questo ha reso l’e-customer experience italiana una best practice internazionale. Ora resta solo da vedere se le autorità internazionali daranno il via libera all’uso estensivo della tecnologia nel commercio transfrontaliero, garantendo una gestione del rischio efficace e innovativa, l’individuazione di attività illecite e la facilitazione dei pagamenti transfrontalieri e degli scambi doganali.

Nel frattempo, le aziende che scelgono di digitalizzare i propri processi possono già contribuire alla dematerializzazione delle dichiarazioni di esportazione e transito, in particolare possono sfruttare le possibilità di integrazione sistemica offerte dai nuovi “formati” dei dati trasmessi alle dogane (XML), rendendoli funzionali alla progressiva automazione dei propri processi logistici internazionali.

Allo stesso tempo, possono affidarsi a partner specializzati che collaborano con le dogane per digitalizzare la documentazione. In particolare, il servizio Ups Paperless Invoice consente ai clienti di presentare i documenti commerciali e doganali in formato elettronico, con la conseguente riduzione dell’elaborazione manuale e dei fermi doganali.

Infine, oltre ad eliminare milioni di fogli di carta dal processo di spedizione, Ups supporta le imprese a districarsi tra tutte le pratiche e i requisiti doganali con servizi come UPS Export Assure che aiuta a generare le descrizioni corrette dei prodotti, un aspetto importante se si considera che una definizione corretta può ridurre enormemente l’eventualità di ritardi.


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