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E-fattura, perché gli incentivi non bastano e come risolvere

Lo strumento non è ancora abbastanza attraente per le imprese. Gli incentivi sono insufficienti. Vediamo quali sarebbero i cambiamenti necessari per sbloccare la situazione

Pubblicato il 07 Feb 2017

Benedetto Santacroce

Studio Legale Tributario Santacroce & Associati

L’adozione della fattura elettronica quale strumento per certificare i corrispettivi – per tracciare tutte le proprie transazioni commerciali ovvero per implementare, intorno ad essa, la gestione dematerializzata di tutto il ciclo attivo e passivo – è un obiettivo che è alla portata di tutti gli operatori economici e che, se generalizzata, porta benefici a tutto il sistema con effetti anche per l’erario. Questo che sembra un obiettivo facilmente raggiungibile con molti benefici però è ancora lontano da essere condiviso da tutti, anzi solo una minima parte degli operatori ha, ad oggi sposato con entusiasmo la specifica soluzione.

Allora, aspettando che la fattura elettronica diventi una realtà anche per merito del legislatore che abbandonando ogni tentennamento la renda gradualmente obbligatoria, mi sembra necessario porci alcuni interrogativi per comprendere come e perché le imprese e professionisti dovrebbero avere interesse a scegliere di passare nei rapporti con i propri clienti privati alla fatturazione elettronica utilizzando quale strumento di trasmissione il sistema di interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre bisogna domandarsi perché gli incentivi previsti dall’attuale normativa non sembrano essere di per sé idonei a fare da volano per l’implementazione delle relative procedure informatiche. Infine bisogna interrogarsi su cosa si dovrebbe ancora fare, sul piano normativo o interpretativo per rendere veramente attrattiva la dematerializzazione dell’intero processo di fatturazione. Sotto questo profilo è necessario identificare quali scelte ovvero quali comportamenti devono tenere i vari attori del sistema nazionale a partire dal legislatore e dalla amministrazione finanziaria fino ad arrivare alle associazioni di categoria, ai professionisti e alle imprese.

La prima domanda che ci siamo posti è perché un’impresa dovrebbe decidere di passare alla fattura elettronica, trasmettendo la stessa tramite il sistema di interscambio dell’Agenzia delle entrate (SdI).

La scelta della fattura elettronica combinata con l’esercizio dell’opzione della comunicazione dei dati di fatturazione apre all’operatore dei vantaggi diretti previsti dal Dlgs 127/2015 e costituiti dalla soppressione di alcuni obblighi di comunicazione, dalla priorità nei rimborsi Iva e dalla riduzione di 2 anni dei termini di accertamento. Inoltre, se si adotta la fattura elettronica i benefici sono nell’integrazione dei processi informatici tra fornitore e cliente, potendo finalmente condividere un modello e un formato comune; ovvero con riferimento alla fattura passiva, si riducono gli errori di contabilizzazione e di trasmissione dei dati; se si passa poi dallo SdI si evitano problemi di conservazione dei documenti perché è direttamente il sistema che trattiene e conserva i dati delle fatture; si avrebbe una perfetta tracciabilità della fattura dalla sua emissione alla sua conservazione con benefici per la dimostrazione della autenticità, dell’origine, e dell’integrità del contenuto del documento emesso, trasmesso, ricevuto e conservato, con effetti diretti anche sui pagamenti ovvero sull’applicazione degli interessi di mora.

L’adozione della fattura elettronica presenta concreti vantaggi anche per lo Stato e per l’Agenzia delle Entrate consentendo tra l’altro una maggiore tempestività nel ricevere le informazioni e nel processarle. In questo senso l’adozione della fattura elettronica si coniuga perfettamente con le comunicazioni trimestrali delle liquidazioni periodiche Iva.

La seconda domanda che ci siamo posti: perché gli attuali incentivi non sono considerati sufficienti? Innanzitutto i benefici esistenti sono collegati più all’opzione di trasmissione telematica dei dati fattura e dei corrispettivi che alla fattura elettronica. Inoltre quelli previsti non sono considerati effettivamente fruibili. In effetti, ad esempio, la riduzione di ben 2 anni dei termini di accertamento è collegata ad un obbligo di pagamento tracciabile anche per somme irrisorie (30 euro) poco conciliabile con l’attuale sistema dei pagamenti. Infine gli incentivi economici che sono stati previsti in particolare per l’implementazione dei processi di fatturazione elettronica nelle PMI sono troppo esigui.

Allora cosa è ancora necessario fare da parte degli attori del sistema? Innanzitutto l’amministrazione finanziaria dovrebbe riprendere il Dm 4 agosto 2016 e disporre che la tracciabilità dei pagamenti, ai fini di rendere effettivo il beneficio della riduzione dei termini di accertamento, è necessaria sempre quando il pagamento è superiore ai limiti imposti per l’utilizzo del contante (attualmente 3.000 €). Questa regola sarebbe utile a stimolare l’opzione, aiuterebbe anche l’utilizzo alla fattura elettronica e non risulterebbe incompatibile con la previsione del Dlgs 127/2015. Inoltre, bisognerebbe prevedere che, almeno per i soggetti obbligati, i dati inviati allo SdI siano acquisiti e conservati direttamente dall’Agenzia delle Entrate anche in assenza di opzione.

Questo stimolerebbe tutti coloro che hanno rapporti con la PA e stimolerebbe la stessa PA ad adottare la fattura elettronica anche nel ciclo attivo. Il legislatore dovrebbe riscrivere le misure relative agli incentivi economici diretti alle PMI per l’implementazione dei processi di dematerializzazione e dovrebbe considerare, in modo concreto, l’opportunità di rendere obbligatoria (ovviamente in modo graduale) la fattura elettronica. Sempre per il legislatore ovvero per il regulator (principalmente l’Agenzia delle Entrate) dovrebbe rendere possibile l’utilizzo dello SdI anche per l’invio delle fatture verso privati ovvero verso soggetti non residenti.

Per le associazioni di categoria e per i professionisti il compito è di favorire la dematerializzazione dei processi fornendo soluzioni ai propri associati e ai propri clienti. In effetti, questo sforzo avrebbe non pochi effetti positivi nell’attività che attualmente questi enti e soggetti svolgono per i propri assistiti. Infine le imprese e i contribuenti in genere dovrebbero sfruttare al meglio le possibilità che derivano dall’utilizzo della tecnologia e dovrebbero fare degli sforzi concreti non solo per gestire l’opzione o l’obbligo di comunicazione dei dati fattura ovvero dei corrispettivi, ma, adottando la fattura elettronica, per gestire in modo automatico l’intero ciclo attivo e passivo di fatturazione.

Dalle considerazioni svolte si desume facilmente che adottare su opzione la trasmissione telematica dei dati fattura ovvero dei corrispettivi ovvero decidere di passare alla fatturazione elettronica nei confronti dei clienti operatori privati passando per lo SdI presenta notevoli vantaggi.

Non dimentichiamo poi che la dematerializzazione dei processi di fatturazione comporta degli oneri di conservazione e dei necessari adattamenti dei sistemi.

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