Codice univoco, che cos’è e a cosa serve: con la diffusione della fattura elettronica si rende utile un approfondimento su questo codice, per far chiarezza sul suo utilizzo e su come acquisirlo. Lo strumento è infatti indispensabile per il corretto invio della fattura PA. Ecco tutte le indicazioni dell’Agenzia delle entrate, ma anche un caso pratico e la precisazione delle differenze con il codice destinatario
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Che cos’è il codice univoco d’ufficio
Con codice univoco d’ufficio (CUU oppure codice IPA) si indica il codice che identifica un ufficio pubblico destinatario di fattura elettronica. È il codice che consente al SDI – Sistema di interscambio, di individuare il corretto ente pubblico cui è destinata la fattura in transito. A un ente pubblico possono essere associati più codici univoci, che individuano i diversi uffici che fanno parte della stessa amministrazione pubblica.
Per trovare il codice univoco di una data PA si può consultare il portale IPA – Indice pubblica amministrazione, che contiene tutte le informazione relative agli enti pubblici, come il domicilio digitale, la PEC e appunto il CUU.
Differenze tra codice destinatario e codice univoco
Il contribuente potrebbe fare confusione tra codice destinatario e codice univoco. La loro funzione è pressoché identica, ma il codice destinatario è utilizzato nella fattura elettronica B2B o B2C, dunque tra soggetti privati. È composto da sette caratteri. Invece, il codice univoco viene usato solo per le fatture elettroniche verso la PA ed è composto da sei caratteri.
Il Codice univoco ufficio va indicato in ogni fattura elettronica verso la pubblica amministrazione, come spiegato dall’Agenzia delle entrate sul proprio sito, dove è disponibile anche l’elenco dei codici IPA di ogni ufficio dell’AdE preposto alla ricezione delle fatture PA.
Cos’è il codice IPA
Un chiarimento è d’obbligo per evitare confusione tra i termini utilizzati. Codice IPA è un altro modo per definire il Codice univoco d’ufficio. Non si tratta dunque di un differente strumento, è lo stesso identificativo.
Un caso pratico
La domanda di un lettore rivolta alla rubrica Esperto risponde di agendadigitale.eu offre l’occasione per mostrare un caso pratico in cui è stata fatta chiarezza sulla differenza tra codice destinatario e codice univoco per la fattura elettronica verso la pubblica amministrazione. Di seguito, il quesito e la risposta dell’esperto Salvatore De Benedictis (per porre quesiti è possibile scrivere a esperto@agendadigitale.eu)
DOMANDA
Sono titolare di una piccola impresa. Per la fatturazione elettronica, come faccio ad acquisire il mio codice univoco non volendo passare attraverso il servizio dato dal mio commercialista? Specifico che mi sono già accreditato sul portale Fisconline.
Eliseo Del Forno
RISPOSTA
Per poter avere il Codice destinatario (che è assimilabile, mutatis mutandis, al codice univoco utilizzato nella fatturazione elettronica PA), deve rivolgersi a un soggetto che abbia stipulato con l’Agenzia delle Entrate una convenzione col SDI (Sistema di Interscambio flussi Dati), una infrastruttura su cui l’Agenzia intende far progressivamente convergere tutti gli scambi di flussi dati interamente automatizzati con amministrazioni, società, enti, e ditte individuali a supporto dei servizi telematici e di cooperazione informatica.
Non penso che il suo commercialista sia titolare di un accreditamento col SID, è molto probabile che abbia stipulato una convenzione con un soggetto accreditato. Se non “vuole passare” dal suo commercialista, dovrà stipulare convenzione con un soggetto comunque accreditato, o che sia in condizione di gestire comunque un canale telematico con un indirizzo predefinito. Se si è registrato su Fisconline potrà consultare tutti i documenti ricevuti e fruire dei servizi offerti dall’Agenzia delle Entrate.