Esperto risponde

Fattura elettronica, come fare in caso di pagamenti da utenti non identificabili

Un ente pubblico riceve pagamenti da utenti non identificabili prima che questi presentino istanza per richiedere la prestazione. Sorge dunque il dubbio di quando l’ente debba emettere fattura elettronica, se al pagamento o alla ricezione dell’istanza

Pubblicato il 24 Lug 2019

Salvatore De Benedictis

dottore commercialista

fattura

DOMANDA

Faccio parte di un ente pubblico non economico che svolge  anche attività commerciale. Noi, solitamente, riceviamo da parte di potenziali utenti degli accrediti corrispondenti al costo di avvio di una procedura di mediazione. Normalmente l’incasso è antecedente al momento in cui l’utente presenta domanda di avvio della procedura e nel bonifico non è mai indicato il codice fiscale o la P.Iva. pertanto  non siamo in grado di identificare in modo univoco l’utente. Le chiedo  come dobbiamo comportarci, è corretto emettere ed inviare fattura elettronica nel  momento in cui l’utente ci presenta istanza ed instaura, quindi, il  rapporto? Oppure dobbiamo emettere fattura al momento dell’incasso, e  in questo caso, come facciamo se non abbiamo i dati obbligatori (C.F.; > Pec; Codice SDI)?

Vincenzo D’Angelo

RISPOSTA

Il punto decisivo della questione è individuare il momento in cui si conclude il contratto con l’utente, ossia se al ricevimento delle somme, se alla presentazione della istanza o, eventualmente, alla sua accettazione, circostanze queste che dagli elementi forniti non si desumono. Questo presuppone un esame della fattispecie che non ho la possibilità di svolgere anche per carenza della documentazione di supporto. Quindi le riflessioni che seguono devono essere lette alla luce della superiore premessa.

In linea di principio, ricevere una somma di danaro non rappresenta, di per sé, presupposto costitutivo o dichiarativo di una cessione di beni o di una prestazione di servizi, ossia non genera autonomamente alcun presupposto per la nascita di obblighi in materia di IVA. Ciò appare plausibile anche alla luce del disposto degli artt. 1325 e segg. del C.C., che richiedono  come elemento essenziale del contratto l’accordo delle parti.  A maggior ragione, le parti devono essere note o individuabili.

Si potrebbe considerare che la ricezione di un bonifico di cui non conosce né le generalità del mittente né il rapporto sottostante (perché ancora ignoto o, comunque, non avviato)  non realizzi alcun presupposto per assoggettamento ad IVA, che andrebbe pertanto rinviato al momento in cui lei riceverà l’istanza e (eventualmente) l’accetterà, ossia al momento in cui si realizzerà  la formale conoscenza della causale del bonifico e si identificherà la parte con la quale si  instaurerà  il rapporto.

Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema “Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale” è possibile inviare le proprie domande a: esperto@agendadigitale.eu

Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome

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