Esperto risponde

Fattura elettronica per regimi forfettari, ecco come fare

I titolari di partita IVA in regime forfettario sono esonerati dall’emettere fattura elettronica, tuttavia se vogliono possono farlo

Pubblicato il 05 Mag 2020

Salvatore De Benedictis

dottore commercialista

fattura

DOMANDA

Sono titolare di partita IVA in regime forfettario dal primo aprile 2020. Vorrei sapere come e se è possibile emettere fatture elettroniche ai miei clienti e mandare il tutto via PEC.

Rossella Conte

RISPOSTA

I contribuenti forfettari sono esonerati dall’obbligo di fatturazione elettronica  a norma dell’articolo 1, comma 3, Decreto legislativo 127/2015 che prevede: “Sono esonerati dalle predette disposizioni i soggetti passivi che rientrano nel cosiddetto “regime di vantaggio” di cui all’articolo 27, commi 1 e 2, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, e quelli che applicano il regime forfettario di cui all’articolo 1, commi da 54 a 89, della legge 23 dicembre 2014, n. 190”. Tuttavia l’esonero non preclude la possibilità di emettere, in tutto o in parte,  fatture elettroniche.

La fattura elettronica deve essere trasmessa al Sistema di Interscambio, che a sua volta si occupa di consegnare la fattura al destinatario della operazione.  La trasmissione della fattura può avvenire – oltre che tramite appositi servizi telematici offerti gratuitamente dall’Agenzia delle Entrate o tramite accordi con soggetti titolari di appositi canali telematici, anche mediante la posta elettronica certificata. Le regole tecniche dell’Agenzia Entrate per la trasmissione della fattura elettronica a mezzo posta elettronica certificata prevedono che:

“Il singolo file (o archivio compresso, ossia la fattura elettronica, n.d.r.) da trasmettere costituisce l’allegato del messaggio di posta. Un unico messaggio può contenere diversi file allegati.

Il messaggio con relativi allegati non deve superare la dimensione di 30 megabytes, valore che costituisce il limite massimo entro il quale il gestore è tenuto a garantire il suo invio, come previsto dall’art. 12 del DM 2 novembre 2005 … Si ricorda che il singolo file fattura (fattura o lotto di fatture) non può superare i 5MB.

Per garantire una gestione efficiente del processo di trasmissione il SdI utilizza, secondo una logica di bilanciamento dei carichi, più indirizzi di PEC tramite i quali ricevere i file. La prima volta che il soggetto trasmittente invia una fattura tramite la PEC, deve utilizzare come indirizzo di posta elettronica certificata del SdI l’indirizzo sdi01@pec.fatturapa.it. Con il primo messaggio di risposta il SdI comunica al soggetto trasmittente l’indirizzo PEC che dovrà utilizzare per i successivi invii”.

Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema “Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale” è possibile scrivere a: esperto@agendadigitale.eu

Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome

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