Esperto risponde

Fattura per affittacamere, ecco come farla e perché non serve l’esterometro

Il contribuente in regime forfettario che emette fatture analogiche è esonerato dall’esterometro e dai corrispettivi telematici

Pubblicato il 28 Gen 2020

Salvatore De Benedictis

dottore commercialista

fattura elettronica Aruba

DOMANDA

Sono titolare di un affittacamere, e da quest’anno sarà in gestione imprenditoriale, pertanto ho aperto partita IVA aderendo al regime forfettario. Per ovviare all’acquisto del registratore di cassa telematico opterei per l’emissione delle fatture (non fatture elettroniche in quanto forfettario) a tutti i miei clienti. È corretto questo tipo di gestione? inoltre, siccome la mia clientela è per il 90% straniera di cui oltre il 50% extra UE, come devo compilare la fattura non elettronica? grazie e saluti.

Fabio Maracci

RISPOSTA

L’emissione della fattura, analogica o elettronica, è alternativa rispetto all’emissione dello scontrino/ricevuta fiscale, da quest’anno sostituite dalla emissione del documento commerciale tramite i c.d. registratori telematici. Il comma 3 dell’articolo 1 del Decreto Legislativo 127/2015 prevede che i contribuenti che hanno optato per il “regime di vantaggio” o il “regime forfettario”  siano esonerati dall’obbligo di fatturazione elettronica.

Il successivo comma 3-bis prevede la trasmissione mensile dell’esterometro, ma pone l’adempimento esclusivamente a carico dei “soggetti passivi di cui al comma 3”, ossia di coloro che sono obbligati ad emettere la fattura elettronica, esonerando quindi coloro che, avendo optato per il “regime di vantaggio” o per il “regime forfettario”, ne sono esclusi. Questo è confermato anche dalla circolare 14/E del 17 giugno 2019, punto 4.2: “ Sono tenuti all’invio in esame (c.d. “esterometro”) tutti i soggetti passivi residenti o stabiliti nel territorio dello Stato obbligati, per le operazioni tra gli stessi effettuate, alla fatturazione elettronica tramite SdI (cfr. il richiamo all’articolo 1, comma 3, del medesimo d.lgs. n. 127), risultandone quindi esonerati, ad esempio, coloro che rientrano nel “regime di vantaggio” e quelli che applicano il regime forfettario”.

La fattura analogica va compilata indicando quanto previsto dall’articolo 21 del DPR 633/1972, ossia:

  • data di emissione;
  • numero progressivo che la identifichi in modo univoco;
  • ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, residenza o domicilio del soggetto cedente o prestatore, del rappresentante fiscale nonché ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti non residenti;
  • numero di partita IVA del soggetto cedente o prestatore;
  • ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, residenza o domicilio del soggetto cessionario o committente, del rappresentante fiscale nonché ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti non residenti;
  • numero di partita IVA del soggetto cessionario o committente ovvero, in caso di soggetto passivo stabilito in un altro Stato membro dell’Unione europea, numero di identificazione IVA attribuito dallo Stato membro di stabilimento; nel caso in cui il cessionario o committente residente o domiciliato nel territorio dello Stato non agisce nell’esercizio d’impresa, arte o professione, codice fiscale;
  • natura, qualità  e quantità dei beni e dei servizi formanti oggetto dell’operazione;
  • data in cui è  effettuata la cessione di beni o la prestazione di servizi ovvero data in cui è corrisposto in tutto o in parte il corrispettivo, se tale data è diversa dalla data di emissione della fattura.

Sulla fattura dovrà essere riportata la dicitura della normativa di cui lei si avvale (per esempio, “Operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, della Legge n. 190/2014 così come modificato dalla Legge numero 208/2015 e dalla Legge 145/2018”) e qualora l’importo del documento superi 77,47 euro dovrà essere applicata sull’originale la marca da bollo di 2 euro, e di ciò dovrà essere data menzione sulla copia della fattura che resterà in suo possesso, previa indicazione del numero identificativo seriale della marca da bollo applicata.

/var/folders/4q/9ln1620s027g30mvp_x2j84r0000gn/T/com.microsoft.Word/Content.MSO/27F2586.tmp

Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema “Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale” è possibile scrivere a: esperto@agendadigitale.eu

Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2