DOMANDA
Abbiamo ricevuto diverse note credito i cui importi hanno segno negativo e abbiamo un dubbio su come registrarle, visto che all’ADE risultano registrate con segno negativo: il fornitore che le ha emesse continua a insistere che le devo registrare modificando il segno, in quanto il loro sistema le dispone in quel modo e che loro avrebbero ricevuto risposta dall’ADE che non è importante il segno ma la causale “Nota credito”.
Rosita Giarratana
RISPOSTA
I campi previsti nel tracciato di fattura elettronica relativi agli importi delle operazioni accettano valori con segno negativo. Ciò vuol dire, per esempio, che se una fattura contenesse importi con segno negativo, di fatto essa assumerebbe la valenza di una nota di credito, e il sistema di interscambio la tratterebbe in relazione al suo contenuto, anche se esso non fosse corrispondente alla volontà di chi ha predisposto il documento.
A ciò si deve aggiungere che la fattura elettronica, in quanto documento informatico, deve possedere il requisito della immodificabilità, che viene assicurato dalla firma digitale (obbligatoria per le fatture PA e facoltativa per le fatture B2B) e, comunque, dalla generazione dell’hash della fattura elettronica e che viene memorizzata tra i “metadati” che compongono il file di ricevuta che è messo a destinazione del mittente e del destinatario dal sistema di interscambio.
La risposta logica e giuridicamente corretta sarebbe quindi che non è il tipo documento che determina il segno degli importi, ma il segno degli stessi come espresso da chi compila il documento informatico fattura elettronica.
Tuttavia Assosoftware ha diffuso una nota secondo cui le note di credito (quindi tipo documento TD04) che riportano importi con segno negativo devono essere considerate con segno positivo. Immagino che questo modus operandi sia stato concordato con l’Agenzia delle Entrate, ma non ritengo che la soluzione si presta a qualche obiezione. Non appare infatti conforme ai basilari criteri di analisi e programmazione che il software possa forzare i valori che i contribuenti immettono nella nota di credito elettronica, considerato che le regole devono stare a monte delle procedure e non a valle: se l’Agenzia delle Entrate dovesse ritenere che il segno degli importi della nota di credito non possa che essere positivo, la soluzione non potrebbe consistere nella forzatura del segno, ma, eventualmente, nella modifica delle specifiche tecniche per cui in presenza del tipo documento TD04 il segno ammesso debba necessariamente essere positivo, e una eventuale nota di credito difforme dovrebbe essere scartata, non certamente non “assunta” in maniera formalmente diversa da come è stata compilata.
Per comprendere meglio la fattispecie di immagini il caso in cui sia stata emessa una fattura con imponibile 100 ad aliquota 22%, quindi IVA 22 e si intenda rettifica imponibile ed IVA al 10%. Penso che tecnicamente occorra inserire nella nota di credito un rigo con imponibile e iva positivi (ossia gli importi originariamente indicati in fattura) e un altro rigo con imponibile ed iva negativi, in modo che la differenza algebrica di tutti gli importi della nota di credito elettronica sia pari alla differenza di IVA, positiva ma che assume segno logico negativo nel contesto del documento TD04 (appunto, nota di credito). Esempio:
Imponibile | Iva | Aliquota | |
Storno importi da fatt.x | +100 | +22 | 22% |
Importi corretti | -100 | -10 | 10% |
Totale Nota di credito | 0 | 12 |
Seguendo la impostazione fornita da Assosoftware sembra che i superiori importi vengano tutti uniformati col segno positivo, con sovvertimento quindi della volontà – secondo me legittima – dell’emittente la nota di credito.
Auspico pertanto che sull’argomento l’Agenzia Entrate possa ulteriormente intervenire per fare maggiore chiarezza.
Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema “Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale” è possibile scrivere a: esperto@agendadigitale.eu
Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome