esperto risponde

Professionisti iscritti a un Albo, come occuparsi delle prestazioni occasionali

L’occasionalità delle attività professionali vede differenti orientamenti dell’Agenzia delle Entrate e della Corte di Cassazione: facciamo chiarezza

Pubblicato il 08 Lug 2022

Salvatore De Benedictis

dottore commercialista

fattura elettronica forfettari

DOMANDA

Ho fatto dei calcoli statici per un Comune, non ho la partita IVA ma mi hanno chiesto la fattura elettronica. Non dovrebbe bastare una ricevuta con indicato il 20% di ritenuta di acconto?

RISPOSTA

Deduco che Lei sia in ingegnere o un architetto, iscritto quindi ad un albo professionale. La questione della occasionalità dei compensi per attività svolte da professionisti inscritti in Albi o Elenchi è controversa. Da un lato l’Agenzia entrate, è intervenuta con la Risoluzione 41E del 15 luglio 2020, con la quale ha confermato la linea interpretativa secondo cui nel caso che professionista sia iscritto ad un albo professionale, dimostrando questo fatto la sua volontà di svolgere quella pluralità di atti che caratterizza l’abitualità di una professione organizzata, questi dovrà dichiarare redditi di lavoro autonomo abituale per le prestazioni professionali espletate, e soggiacere ai conseguenti obblighi fiscali (quindi avere la partita IVA) e previdenziali.

A conclusioni diverse è pervenuta la Corte di Cassazione, che con sentenza 10267/21, Sezione Lavoro, ha sostenuto che “il requisito della abitualità deve essere accertato in punto di fatto”, per cui “ben può la percezione da parte del libero professionista di un reddito annuo di importo inferiore a 5.000 euro rilevare quale indizio per escludere che, in concreto, l’attività sia stata svolta con carattere di abitualità (fermo restando che l’abitualità di cui si discute dev’essere apprezzata nella sua dimensione di scelta ex ante del libero professionista, coerentemente con la disciplina che è propria delle gestioni dei lavoratori autonomi, e non invece come conseguenza ex post desumibile dall’ammontare di reddito prodotto, dal momento che ciò equivarrebbe a tornare ad ancorare il requisito dell’iscrizione alla Gestione separata alla produzione di un reddito superiore alla soglia di cui all’art. 44, d.l. n. 269/2003, cit.)”. Ciò vuol dire che allo stato non esiste una risposta univoca alla sua domanda, e che probabilmente il tempo determinerà quale compromesso sarà possibile tra le due opposte linee di pensiero.

Personalmente ritengo la linea “ADE”, pur non condivisibile, ha il pregio della certezza dei comportamenti conseguenti, invece la linea “Cassazione”, certamente più ragionevole e condivisibile, è anche più problematica perché non individua i parametri in presenza dei quali esista o meno l’obbligo di partita IVA. In sostanza, Lei sarà costretto quindi a trovare una soluzione con l’Ente pubblico, considerato che non c’è nulla di certo che può essere addotto a sostegno dell’una o dell’altra tesi.

Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema “Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale” è possibile scrivere a: esperto@agendadigitale.eu<mailto:esperto@agendadigitale.eu> Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome

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