La proposta nel Disegno di Legge di Bilancio 2018 di introdurre la fatturazione elettronica obbligatoria anche tra privati va sicuramente salutata in modo positivo, anche se le regole e gli interventi previsti hanno alcune zone d’ombra che vanno debitamente considerate. In effetti, l’itinerario che dovrebbe portare all’approvazione del provvedimento potrebbe essere ancora lungo e tortuoso e sarà sicuramente oggetto di “opposizione” da chi secondo me non ha capito che il percorso è orami scritto e irreversibile, per diversi motivi che non sono legati solo alla volontà dell’Italia o dell’Europa di combattere l’evasione fiscale, ma che rispondono alle esigenze del mercato che chiede una maggiore flessibilità e interoperabilità (anche amministrativa) in tutte le operazioni internazionali.
LEGGI IL QUADRO 2018 SULLA FATTURAZIONE ELETTRONICA B2B
I nuovi obblighi nella legge di bilancio 2018
Passando all’analisi delle misure proposte, almeno in base al testo conosciuto, si può evincere che dal primo luglio 2018 l’obbligo della fatturazione elettronica obbligatoria tra privati (B2B) entrerà in vigore per le cessioni di benzina e gasolio destinati ad essere utilizzati come carburanti per motore e per le prestazioni rese da subappaltatori nei confronti di appaltatore principale nei contratti con pubbliche amministrazioni.
Lo stesso obbligo sarà poi generalizzato dal primo gennaio 2019 a tutte le imprese e a tutti i professionisti. Dalla norma non si evince se è ancora necessario ottenere da Bruxelles il via libera ovvero se le autorità unionali abbiano già approvato la deroga ritenendola non suscettibile delle procedure autorizzative previste dalla Direttiva 2006/112/CE. Questa seconda ipotesi sembra avallata dal fatto che anche in sede comunitaria l’idea di rendere obbligatoria la fattura elettronica è ampiamente sostenuta.
L’introduzione dell’obbligo opererà nei rapporti tra soggetti passivi e soggetti stabiliti in Italia ai fini dell’imposta sul valore aggiunto. Questo comporta che rimangono escluse dall’obbligo le operazioni transfrontaliere verso e da soggetti non stabiliti nel territorio nazionale.
Inoltre, la scelta operata dal legislatore è sostanzialmente identica a quella delle fatture verso la pubblica amministrazione (fatturePA). Pertanto la fattura dovrà essere emessa in formato XML ed è veicolata tramite il sistema d’interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate.
Infine, viene prevista una sanzione di tipo indiretta per chi emette la fattura con modalità diverse da quelle elettronica. In questo caso la fattura non si considera giuridicamente emessa.
I vantaggi nella legge di bilancio 2018
L’introduzione della fattura elettronica è bilanciata dalla soppressione dello “spesometro” o meglio della comunicazione dei dati fattura. In effetti, la comunicazione non muore del tutto proprio per il fatto che l’obbligo non copre tutte le fatture. Quindi il contribuente sarà esonerato dallo “spesometro” per le fatture elettroniche emesse tra soggetti residenti ovvero stabiliti e dalle operazioni per quali è stata emessa una bolletta doganale mentre per le operazioni escluse la comunicazione dovrebbe avvenire mensilmente.
Altro bilanciamento del nuovo obbligo è rappresentato dall’introduzione di un incentivo consistente nella riduzione dei termini di accertamento di due anni per i soggetti passivi che garantiscono la tracciabilità dei pagamenti ricevuti e effettuati per operazioni di ammontare superiore a 500 euro.