IL PUNTO

Fattura elettronica B2B, gli incentivi devono continuare: il bilancio

Quali strumenti per stimolare la fatturazione elettronica B2B anche dopo la scadenza del 31 marzo; i primi dati sulle adesioni delle imprese (da Infocamere); l’analisi della normativa italiana e della situazione in Europa. Il nostro speciale fa il punto su questo strumento

Pubblicato il 04 Apr 2017

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La fatturazione elettronica è un’occasione per le imprese e per il Paese, anche se le regole italiane restano eccessivamente complicate, e le imprese non hanno fatto la corsa per aderire all’opzione scaduta lo scorso 31 marzo. Secondo i dati che l’Agenzia delle Entrate ha fornito ad Agendadigitale.eu, sono 6mila le partite IVA che hanno esercitato l’opzione che consente di avere vantaggi fiscali relativi alla fatturazione elettronica. Adesioni scarse, sottolineano Carmelo Piancaldini e Gerardo De Caro, probabilmente anche a causa delle diverse norme che si sono succedute in breve tempo (l’opzione per la trasmissione telematica dei dati delle fatture prevista dal dlgs 127/2015 e l’obbligo sulle comunicazioni Spesometro previste poi dal dl 193/2016). I numeri, però non sono negativi, e gli esperti pur auspicando passi avanti sia sul fronte normativo sia su quello della semplificazione insistono su un punto: bisogna continuare a incentivare la fatturazione elettronica.

Partiamo dai dati. Attraverso il sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate, che dal 9 gennaio scorso è utilizzabile anche per la fatturazione elettronica b2b, quindi fra privati, e dal giugno 2016 consente di generare gratuitamente le fatture elettroniche da trasmettere, sono state trasmesse (al 31 marzo 2017) 125mila fatture elettroniche. Circa 47mila contribuenti hanno utilizzato i servizi gratuiti dell’Agenzia delle Entrate per generare e trasmettere le fatture elettroniche nel formato XML. Ancora: dal 31 marzo 2015, esordio della prima tranche di obbligo fatturazione elettronica verso le pubbliche amministrazioni, quasi un milione di partite IVA, fra imprese e professionisti, ha digitalizzato i processi di fatturazione.

Per quanto riguarda invece la piattaforma gratuita delle Camere di Commercio sviluppata da InfoCamere, ecco i dati aggiornati al 3 aprile 2017: 74mila e 228 imprese hanno emesso quasi 700mila fatture utilizzando il portale di Infocamere, pensato specificamente per le realtà di piccole dimensioni. Che rappresentano in effetti il grosso delle adesioni: quasi tutte sono sotto i 15 dipendenti, quasi il 70% ha un fatturato inferiore al milione di euro, e di queste il 20% fattura complessivamente meno di 100mila euro l’anno. I settori più rappresentati sono le costruzioni, 22,6% e il commercio, 22,4%, mentre sul terzo gradino del podio, abbastanza distanziato, c’è il manifatturiero. Per quanto riguarda la classifica Regionale, le imprese più attive sul fronte della fatturazione elettronica si trovano in Lombardia, a quota 9mila 907, seguita dall’Emilia Romagna, 6mila 471, Toscana, 5mila 705. Intorno a quota 5mila anche Piemonte, Puglia. Quanto alle città, sul gradino più alto del podio c’è Bolzano, l’unica città in cui più di 2mila imprese hanno aderito alla fatturazione elettronica (per la precisione, 2mila e 874, seguita da Roma, poco sopra 1900).

RegioneImprese aderenti a FatturaPA
Lombardia9907
Emilia Romagna6471
Veneto6394
Toscana5705
Puglia5520
Piemonte5148
Trentino Alto Adige4769
Sicilia3979
Lazio3846
Campania3338
Calabria2967
Marche2995
Friuli Venezia Giulia2585
Sardegna2381
Abruzzo2141
Umbria1444
Basilicata1442
Liguria1273
Molise1246
Valle D’Aosta677
Italia74228

Paolo Ghezzi, direttore di Infocamere, sottolinea come la e-fattura abbia rappresentato per le realtà di piccola dimensione un’occasione per la crescita delle proprie competenze digitali: «in questi due anni la fatturazione elettronica ha proiettato molte imprese  nel mondo dei servizi digitali non sempre riuscendo a farne percepire appieno i vantaggi in termini di efficienza nel loro lavoro quotidiano. InfoCamere – con il supporto delle Camere di commercio sui territori – ha cercato di rendere questa esperienza il più semplice e meno onerosa possibile  per decine di migliaia  di piccoli e piccolissimi operatori, consentendo loro di non restare esclusi da questo processo ma, anzi, di sfruttarlo come occasione di crescita per le proprie competenze digitali».

I passi avanti ancora da compiere non mancano: il processo della fatturazione elettronica va nella giusta direzione, sottolinea Emanuele Serina, responsabile commissione di studio Unione giovani dottori commercialisti di Milano, ma «come capita spesso alle tanto sbandierate semplificazioni, alla fine non si traducono in una reale semplificazione procedurale interna», per cui le aziende spesso, soprattutto se di piccola dimensione, per la e-fattura hanno bisogno costante dell’aiuto di professionisti. Anche nelle operazioni verso la PA, che pure prevedono l’obbligo di fattura da due anni.

Un punto a favore arriva dal confronto con l’Europa: pur essendo al 25esimo posto su 28 paesi nell’indice sulla digitalizzazione dell’economia e della società della Commissione Europea, la Penisola è nettamente avanti sul fronte della fatturazione elettronica, praticata dal 30% delle imprese, contro un 18% della media UE. Un interessante spunto interpretativo viene fornito da Serina, secondo il quale la spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che gli altri paesi europei hanno regimi fiscali più semplici, per cui si sente meno l’esigenza di passare alla fatturazione elettronica per avere vantaggi sul fronte degli adempimenti fiscali.

La panoramica delle regole sulla fatturazione elettronica in Europa viene fornita da Daniele Tumietto e Andrea Caccia,  rispettivamente membro e presidente CEN/TC434, i quali approfondiscono il futuro della e-fattura alla luce del nuovo modello semantico europeo.

L’analisi dei pro e dei contro dei diversi regimi fiscali previsti dalle attuali leggi italiane (incentivi alla fatturazione elettronica per cui ha scelto l’opzione entro lo scorso 31 marzo da una parte, e obblighi comunicazioni trimestrali operazioni Iva dall’altra) è fornita da Benedetto Santacroce, che spezza una lancia a favore dell’ipotesi di introdurre la fatturazione elettronica B2b come obbligo (al pari di quanto successo negli scorsi anni verso la PA).

E, di fatto, adesso è su questo punto che si sposta il discorso: Paolo Catti propone una serie di strategie per continuare a incentivare la e-fattura, strumento importante per promuovere la digitalizzazione del sistema produttivo e del paese, con tutti i vantaggi che questo comporta in termini di trasparenza fiscale, produttività, competitività a livello internazionale. Insiste sull’importanza della e-fattura nell’ottica della digitalizzazione del sistema paese Irene Facchinetti, direttore Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano, la quale si pronuncia a favore di una strategia morbida, che stimoli le imprese ad adottare comportamenti innovativi senza prevedere obblighi.

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