Cosa possiamo trarre dall’accelerazione voluta dal nostro Paese sull’obbligo della fattura elettronica B2b? Diversi sono i punti su cui riflettere.
La collaborazione per far nascere la fattura elettronica b2b
Innanzi tutto, anche se agli occhi dei più la questione potrebbe risultare di scarso valore, è opportuno sottolineare lo spirito collaborativo che ha animato i diversi attori coinvolti: l’Agenzia delle Entrate, le filiere, le rappresentanze delle diverse categorie, le singole aziende, i liberi professionisti, le istituzioni. Pur a fronte di una dialettica direi fisiologica e, in alcuni casi, anche serrata, che poneva sul piatto opinioni contrastanti, via via si sono raggiunte convergenze significative. Dal Forum della Fatturazione Elettronica promosso dall’Agenzia delle Entrate e dai singoli tavoli di lavoro che ne sono derivati, abbiamo visto – finalmente – un Paese muoversi sulla strada della collaborazione, animato dalla volontà di smussare gli angoli, di provare realmente a capire il pensiero della controparte. Muoversi all’interno dell’impianto normativo esistente non è facile, ma ciascuno ha fatto la sua parte.
Fattura elettronica, l’innesco di un processo virtuoso
Per i clienti e i fornitori si apre il periodo dell’integrazione. La fattura elettronica è realmente l’innesco di un processo virtuoso che potrebbe portare il sistema a dialogare sempre più elettronicamente. La digitalizzazione diffusa all’interno delle aziende e nelle relazioni con i diversi stakeholder, aumenta realmente la competitività dei singoli soggetti e delle loro aggregazioni, perché favorisce l’efficienza complessiva, migliora la produttività e, di conseguenza, fornisce uno strumento in più per difendere le marginalità. In realtà la fattura elettronica B2b ripercorre alcuni passi storicamente già computi da alcune filiere – automobilistico, elettronica di consumo, farmaceutico, largo consumo, materiale elettrico – diventate paradigmatiche ai fini della standardizzazione documentale e dell’efficienza del ciclo dell’ordine.
La legittimazione fiscale della fatturazione elettronica
La fatturazione elettronica, grazie all’esistenza del Sistema di Interscambio, trova la sua legittimazione fiscale, proprio nel transito attraverso SdI. Le esperienze maturate in altri contesti (leggasi protocolli EDI) insegnano che la disponibilità di documenti strutturati aumenta la velocità di fatturazione. Il miliardo e mezzo circa di fatture che circolano oggi in Italia, con ogni probabilità sono destinate ad aumentare significativamente. I flussi economico-finanziari collegati alle fatture elettroniche, aiuteranno anche il sistema bancario nell’erogazione del credito. Documenti la cui esistenza fiscale è comprovata da SdI, saranno più facilmente verificabili e, di conseguenza, il merito creditizio potrebbe essere riconosciuto su basi ancor più solide.
Le opportunità per i professionisti
I professionisti, in particolare i commercialisti, hanno una grande opportunità, declinabile su più temi:
- fornire, direttamente o tramite soluzioni di soggetti terzi, il servizio di fatturazione elettronica, esaudendo la richiesta più semplice proveniente dal mercato;
- continuare a presidiare i dati – strutturati e, quindi, elaborabili – per confezionare nuovi servizi realmente a valore per il cliente, perché di impatto sulla gestione caratteristica dell’azienda. In aggiunta a ciò, si configura la possibilità, per alcuni studi, di diventare essi stessi un hub di servizio per colleghi di realtà più ridotte, meno propense a effettuare investimenti sulla conoscenza e sulle tecnologie;
- fidelizzare la loro clientela e acquisirne di nuova, attraverso una gamma più ampia di servizi;
- fornire consulenza ai clienti sulla possibilità di allargare i benefici della dematerializzazione di un documento (la fattura) su un intero processo (almeno il ciclo dell’ordine). In questo modo il valore generato incide immediatamente sui costi dell’azienda, fornendo un beneficio monetario significativo e duraturo;
- mantenere lo studio agganciato a un sistema economico più ampio (clienti, fornitori, banche, istituzioni), sempre più digitale e interoperabile.
Le opportunità per le software house
Le software house, oltre alla ovvia fornitura di soluzioni in grado di garantire la compliance normativa, stimolate da un sistema più dinamico, potranno essere ancor più proattive nelle loro proposte tecnologiche, che sempre più dovranno orientarsi all’integrazione e all’interoperabilità. Però non è tutto. A ciò si deve aggiungere un’ulteriore spinta al rinnovamento della componente di servizio dei gestionali, che dovranno assicurare facilità d’uso, elaborabilità di dati multicanale, per aiutare le imprese e i loro intermediari di servizi a migliorare la lettura dei dati gestionali.
E dopo tutto ciò, possiamo aspettarci qualcosa ancora? La digitalizzazione più pervasiva, potrà generare benefici così distribuiti da permettere allo Stato di ridurre la tassazione? Sicuramente un eventuale sondaggio su tale aspettativa, non potrebbe che avere un esito univoco.