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Fattura elettronica, ecco come l’Italia dovrà adeguarsi all’Europa

L’Italia dovrà allinearsi standard internazionali per l’interoperabilità della fattura elettronica. E’ opportuno che lo faccia a partire dal 1 gennaio 2019 e che il formato FatturaPA si allinei allo standard semantico europeo per limitare al massimo errori di traduzione tra i vari formati. Ecco che succederà

Pubblicato il 20 Feb 2018

Daniele Tumietto

Dottore commercialista

digital markets act

Necessariamente il formato XMLPA della fattura elettronica italiana (FatturaPA) dovrà evolversi verso gli standard internazionali per l’interoperabilità perché la decisione della commissione europea (UE) 2017/1870 ha introdotto la fattura elettronica “europea” prevista dalla Direttiva (UE)  55/2014.

LEGGI SU FATTURA ELETTRONICA EUROPEA E IL SUO IMPATTO

Tale direttiva prevede all’articolo 7 che tutte le stazioni appaltanti hanno l’obbligo a ricevere ed elaborare fatture elettroniche conformi allo Standard (norma) europeo e ad una qualsiasi delle sintassi di un elenco ristretto, i cui riferimenti devono essere pubblicati (prossimamente) in GUUE dalla Commissione europea.

L’articolo 11 richiede il periodo di recepimento pari a 18 mesi dalla pubblicazione in GUCE della Decisione di esecuzione, pubblicata il 17 ottobre 2017, quindi a partire dal 18 aprile 2019 in tutta Europa le pubbliche amministrazioni potranno ricevere solo fatture elettroniche emesse in base alla nuova norma europea EN 16931-1:2017.

È consentito posticipare, fino a un massimo di 12 mesi, l’obbligo per le sole pubbliche amministrazioni locali.

Obiettivi norma fattura elettronica europea

L’obiettivo perseguito dalla Commissione europea con tale norma è quello di ridurre la complessità e l’incertezza legale relativa all’interpretazione del contenuto della  fattura, consentendo così l’interoperabilità transfrontaliera e transettoriale per le pubbliche amministrazioni, per gli intermediari e tutto il settore degli operatori economici privati, superando i limiti di formati nazionali (come FatturaPA) che non permettevano una interpretazione univoca dei dati in essi contenuti.

Inoltre la promozione dell’adozione della fattura elettronica negli appalti pubblici e nel settore privato per consentire di ottenere benefici significativi agli Stati Membri e agli operatori economici è un presupposto fondamentale per lo sviluppo del Single Digital Market in Europa.

Tale disposizione è anche il necessario complemento della introduzione di procedure elettroniche negli appalti pubblici, come previsto dall’adozione delle Direttive 2014/24/UE e 2014/25/UE, che vedono attualmente in definizione i relativi standard europei per avviare una completa gestione digitale del Procurement pubblico con regole, sintassi e terminologie comuni ed uniche in tutti gli stati membri dell’Europa.

Che succederà in Italia

Pertanto è naturale pensare che il Sistema di Interscambio verrà adattato per supportare i formati previsti dalla EN 16931-1 e TS 16931-2, come previsto anche nel piano triennale dell’informatica nella pubblica amministrazione.

Sarebbe opportuno, ed è auspicabile, che questa evoluzione venga completata e sia operativa a partire dal 1 gennaio 2019 e che il formato FatturaPA si allinei allo standard semantico europeo per limitare al massimo errori di traduzione tra i vari formati.

Nuove opportunità è sfide attendono le pubbliche amministrazioni, le imprese, ed i professionisti italiani, sta a loro coglierle perché le norme giuridiche e quelle tecniche (standard) sono pronti e solo da utilizzare per migliorare l’efficienza, l’economicità e la trasparenza delle rispettive attività.

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