La fattura elettronica obbligatoria tra privati è sempre più vicina. Questa non è solo una constatazione del fatto che le ultime decisioni normative nazionali e internazionali vanno decisamente verso questo obiettivo, ma è anche l’unico obiettivo realizzabile in tempi brevi che potrebbe portare ad una effettiva semplificazione degli adempimenti fiscali e potrebbe garantire una maggiore efficienza delle imprese.
Ovviamente, quello che deve essere preservato in questo processo che io vedo irreversibile e improcrastinabile è la gradualità dell’intervento, garantendo specialmente alle imprese e ai professionisti più piccoli un concreto sostegno, attraverso la previsione di incentivi concreti e proporzionali.
Volendo indagare più oltre sui segni tangibili che mi portano a pensare che la specifica “rivoluzione” sia già in atto è possibile individuare diversi segnali.
In primo luogo, sul piano normativo abbiamo vissuto nel corso di questo primo semestre del 2017 l’implementazione di tutte le novità introdotte dal 2015 a fine 2016 in materia di comunicazioni fiscali. È di sicuro interesse la progressiva attuazione del Dlgs 127/2015 ovvero l’attuazione degli obblighi delle liquidazioni periodiche Iva e delle comunicazioni dei dati fattura. Chiaramente questi provvedimenti lambiscono solamente il tema della fattura elettronica, ma costituiscono la premessa per il passaggio alla fattura elettronica. In particolare, il fatto che tutti i contribuenti titolari di partita Iva da settembre 2017 dovranno avere i dati fattura nello stesso formato della fattura elettronica obbligatoria è sicuramente un passo importante.
Ancora più significativo è l’estensione dello split payment a tutte le pubbliche amministrazioni destinatarie della fattura elettronica e alle società con controllo pubblico, nonché le società quotate Fitse Mib. Sotto questo profilo è particolarmente interessante leggere i provvedimenti unionali che hanno portato all’approvazione della predetta estensione (sia i documenti della Commissione UE che il documento finale di approvazione – decisione 2017/784 del 25 aprile 2017). In particolare, in tali documenti si legge che l’Italia ha chiesto la proroga del precedente regime e l’estensione a nuovi soggetti dell’obbligo proprio per attuare in pieno la sua azione di monitoraggio dei contribuenti attraverso lo sviluppo della fattura elettronica; inoltre viene specificato che i soggetti interessati sono, nella maggioranza già contribuenti obbligati all’emissione della fattura elettronica. Sul punto il Dipartimento delle Finanze si è premurato di ribadire (si veda il comunicato che ha accompagnato il 26 luglio 2017 la pubblicazione delle liste) che allo stato attuale le società destinatarie dello split payment sono escluse dall’obbligo di fattura elettronica.
Queste due ultime affermazioni potrebbero far trasparire quale potrebbe essere la prima modalità con cui l’obbligo della fattura elettronica potrebbe entrare in vigore. In particolare si potrebbe pensare che proprio per introdurre l’obbligo in modo graduale sarebbe possibile prevederlo per tutte le società destinatarie dello split payment. Una modalità di questo tipo coinvolgerebbe una platea di contribuenti molto ampia, ma ruoterebbe ancora intorno ad acquirenti/committenti di particolare affidabilità.
Tornando ai segnali che mi fanno pensare che la fatturazione obbligatoria tra privati si avvicina sono le ripetute dichiarazioni di diversi rappresentanti del Governo e, in particolare del Viceministro Casero che, in diverse occasioni di convegni pubblici ha voluto specificare che l’Italia ha già rappresentato alle autorità di Bruxelles l’esigenza di presentare una specifica richiesta di deroga, rispetto alle regole Unionali, per applicare in modo obbligatorio la fatturazione elettronica.
Sul piano comunitario il segnale forte di una volontà di rendere sempre più ampio il ricorso alla fattura elettronica è dimostrato dalla direttiva 2015/55/UE che impone dalla fine del 2018 la fattura elettronica negli appalti pubblici e lo sviluppo, ormai alle battute finali, dell’iter di approvazione di un modello unico di fattura in tutta l’Unione Europea.
Al di là, di tutto, come dimostra in modo incontrovertibile l’adattamento che si è avuto per la fattura elettronica obbligatoria per la PA, l’adozione dello strumento (che non sarà sicuramente indolore) produrrà effetti positivi che dovranno essere ben governati per offrire i più elevati vantaggi a tutti. L’automazione della fattura ovvero dell’intero ciclo attivo e passivo può offrire, in primo luogo una migliore governabilità e affidabilità dell’informazione all’interno dei singoli operatori economici, può aiutare le imprese a relazionarsi con clienti e fornitori in modo più tempestivo e a rispondere alle autorità senza le attuali preoccupazioni. Sicuramente la fattura elettronica non è la panacea di tutti i mali, ma è uno strumento che può consentire un cambio di passo per le imprese e i loro consulenti.