Fatturazione Elettronica B2b

E-Fattura, Polimi: Che fare perché non sia occasione sprecata per le aziende

Serve un approccio più europeo alla digitalizzazione, verso la trasformazione dell’intero ciclo aziendale. Ma sulla fattura b2b il legislatore ha mosso un passo assai incerto

Pubblicato il 21 Feb 2017

Irene Facchinetti

direttore Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano

Alessandro Perego

Politecnico di Milano

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Negli ultimi mesi si è parlato di continuo di Fatturazione Elettronica B2b. Il fattore scatenante è che dal primo gennaio 2017 le imprese hanno la possibilità di utilizzare, anche in ambito privato, il Tracciato FatturaPA e il Sistema di Interscambio come canale per la veicolazione delle proprie fatture, ossia gli strumenti imposti dal Legislatore per la Fatturazione Elettronica verso la Pubblica Amministrazione. Si tratta però di una possibilità, non si è introdotto alcun obbligo. Contrariamente a quanto era stato prospettato oltre un anno fa, non sussistono nemmeno incentivi di carattere economico e fiscale per le imprese – o meglio, sono diventati progressivamente poco significativi. Permangono invece, naturalmente, i benefici – stimati e comprovati dall’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione da molteplici anni di Ricerca – che l’impresa può conseguire dall’implementazione di una soluzione di Fatturazione Elettronica, ma il Legislatore non ne ha aggiunti per stimolare una diffusione tra le imprese.

La Fatturazione Elettronica B2b con riferimento al Decreto Legislativo n. 127 dell’agosto 2015 è uno degli strumenti che il Legislatore ha previsto per il piano di miglioramento – e di semplificazione, almeno lato Amministrazione Fiscale – del rapporto tra contribuenti e Fisco. All’interno di un decreto in materia fiscale, il Legislatore ha fissato tra gli obiettivi – impliciti, ma ampiamente dichiarati – anche lo stimolo all’adozione della Fatturazione Elettronica tra le imprese. Stimolo certamente non ripreso all’interno del Decreto Legge 193 dello scorso 22 ottobre, che invece ha voluto “prendere per le corna” il tema di carattere fiscale: tutte le imprese, dal 2017, sono obbligate a trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati di tutte le proprie fatture, sia di vendita sia di acquisto. Così facendo, acquisiscono di diritto molti degli incentivi fiscali – seppur poco significativi – previsti dal D. Lgs. n. 127 (fatta eccezione per il diritto a rimborsi prioritari e per la riduzione dei tempi di accertamento, che sono conseguibili solo esercitando l’opzione). È stata immediata, facile e legittima la sovrapposizione dei due testi normativi e la conseguente confusione che oggi facilmente si coglie tra ciò che inizialmente era una possibilità che il contribuente poteva esercitare e ciò che, poi, è divenuto un nuovo adempimento da assolvere. Ed è passata certamente in secondo piano l’opportunità di fare Fatturazione Elettronica, che così rischia di diventare un mero strumento nelle mani del contribuente per adempiere all’obbligo di trasmissione dei dati.

Se realmente si voleva intraprendere un percorso di incentivazione alla diffusione della Fatturazione Elettronica in Italia, anche a valle del “primo passo” della Fatturazione Elettronica verso la PA, si è mosso un passo assai incerto. Il Legislatore, è indubbio, può avere un ruolo importante (esattamente come quello giocato con l’introduzione dell’obbligo di Fatturazione Elettronica verso la PA): non se si limita a mettere in campo deboli incentivi, ma certamente se si impegna a definire un piano strategico – con obiettivi chiari, tempi ragionati, risorse dedicate e una governance forte – di spinta alla Trasformazione Digitale del Paese. Alla definizione di una proposta di roadmap e di governance è importante che possa contribuire – e sembra deciso a farlo, dopo l’ultimo incontro tenutosi lo scorso 17 gennaio a Roma – il Forum Fatturazione Elettronica e eProcurement (emanazione italiana del Multi-Stakeholder Forum on Electronic Invoicing della Commissione Europea). Insieme a tutti gli stakeholder che da oltre 5 anni partecipano a questa iniziativa, rinnova l’impegno a stimolare l’adozione della Fatturazione Elettronica: con un approccio alla digitalizzazione che vuole – e, anzi, necessariamente deve – essere non più nazionale ma europeo; non più limitato a un singolo documento ma esteso a tutti i processi aziendali, nella prospettiva dell’intero ciclo dell’ordine da sempre “cavallo di battaglia” dell’Osservatorio.

Per una vera “epifania digitale”, le imprese devono però voler giocare da protagoniste la partita della Trasformazione. Possono essere anche motivate e affiancate in questo percorso – dal Legislatore, dai propri partner di business, da azioni di filiera – ma devono soprattutto decidere, con consapevolezza e determinazione, di voler sfruttare la leva dell’Innovazione Digitale.

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