Le associazioni dei gestori di pompe di benzina annunciano che dal primo febbraio vogliono fare la fattura elettronica solo dietro pagamento del carburante con bonifico anticipato o assegno circolare. E ci sono negozianti, supermercati e pompe di benzine che pure si rifiutano di fare fatture elettroniche, chiedono importi extra per farle oppure vi acconsentono solo in orari precisi.
Sono comportamenti segnalati in queste ore da molti clienti, ai propri commercialisti e sui social network, e in certi casi pure annunciati formalmente da associazioni di categoria (è il caso dei benzinai) o dai super mercati.
E sono comportamenti irregolari – bisogna sottolinearlo – alla luce delle leggi in materia.
Benzinai contro la fatturazione elettronica
Le organizzazioni di categoria dei gestori degli impianti di rifornimento carburanti (come Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio) hanno iniziato a protestare con il Ministero delle Finanze per l’esproprio del rimborso accordato l’anno scorso (provvedimento contenuto nella Manovra per il 2018) sui costi delle carte di pagamento elettroniche. Tale decisione è stata dirompente per l’intero settore della vendita di carburanti per autotrazione negli impianti stradali. La categoria ha deciso di avviare due azioni di protesta:
- nella giornata del 6 febbraio è stato proclamato il primo sciopero,
- dal 1 febbraio, la fattura elettronica sarà emessa dai gestori solo dietro pagamento del carburante con bonifico anticipato o assegno circolare.
Inoltre, numerosi contribuenti hanno segnalato in tutte le parti del Paese, che i benzinai che devono emettere fattura elettronica si rifiutano di farlo o applicano un importo maggiorato per costi connessi all’emissione della fattura elettronica.
I negozianti che non vogliono fare l’e-fattura o chiedono soldi per farla
Premesso che l’obbligo di fatturazione elettronica non ha modificato la previgente normativa con riferimenti ai casi di esonero di emissione della fattura di cui all’articolo 22 DPR 602/73 e sul collegato obbligo di certificazione fiscale, assolto mediante l’emissione dello scontrino o della ricevuta fiscale, nel commercio al dettaglio la fattura elettronica, è da emettere solo a richiesta del cliente.
Nelle scorse settimane sono stati segnalati numerosi casi di esercenti e supermercati che hanno affisso cartelli nei propri negozi in cui comunicavano ai clienti che:
- non avrebbero emesso la fattura elettronica;
- si sarebbe emessa la fattura elettronica solo in orari precisi, in quanto doveva essere presente un addetto che presidiava l’attività necessaria ad emettere la fattura elettronica. Negli altri orari di apertura del negozio la fatturazione elettronica non viene fatta;
- vengono chieste somme di denaro addebitate in fattura per emettere le fatture elettroniche.
Le norme: vietato non emettere fattura elettronica e chiedere soldi per questo
Senza entrare nel merito delle recriminazioni esposte dalle predette organizzazioni di categoria, non si può non osservare che un simile comportamento è contro le vigenti normative e si configura come omessa fatturazione, cagionando un danno patrimoniale ed economico in capo al soggetto che acquista il carburante perché, al fine di poter detrarre l’IVA assolta sull’acquisto di carburanti, e dedurre il costo è tutt’ora vigente l’obbligo di pagamento effettuato esclusivamente con modalità tracciabili, cosa che ne caso in esame è limitato a due tipologie e non tutte quelle previste dal Provvedimento 73203/2018.
Inoltre la documentazione a supporto dell’acquisto effettuato deve essere quella prevista dall’articolo 1, comma Legge 27 dicembre 2017 n. 205 (Manovra 2018) e dall’inizio di gennaio 2019 è obbligatoria l’emissione di fattura in esclusivo formato elettronico per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti o stabiliti nel territorio dello Stato. In conseguenza di questo la scheda carburante è definitivamente andata in pensione, e l’unica documentazione fiscalmente valida con riferimento all’acquisto delle forniture di gasolio e benzina ad uso autotrazione è la fattura elettronica, compresa la rete distributiva stradale e deve essere utilizzato un sistema di pagamento tracciato.
Per quanto riguarda la richiesta di soldi per la fattura elettronica: tali comportamenti sono irregolari e possono anche essere segnalati alle competenti autorità di vigilanza; si ricorda che non possono essere richiesti, e men che meno addebitati, importi riconducibili ad un addebito collegato all’emissione della fattura elettronica.
Sul punto è bene chiarire che la normativa nazionale in materia di IVA è il Decreto del Presidente della Repubblica del 26/10/1972 n. 633 che all’articolo 21 – Fatturazione delle operazioni – al punto 8 dispone “Le spese di emissione della fattura e dei conseguenti adempimenti e formalità non possono formare oggetto di addebito a qualsiasi titolo”.
Fattura sì o no?
Si rammenta che l’obbligo di emettere fattura elettronica è nato con l’emanazione della legge di bilancio per il 2018 che ha introdotto l’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica tra privati con decorrenza dal 1/1/2019, con anticipo al 1 luglio 2018 per le filiere delle forniture di gasolio e benzina ad uso autotrazione e delle sub forniture di primo livelli nell’ambito degli appalti e forniture delle PA. Sono stati poi emanati, nell’ottica della corretta attuazione del percorso di adozione diversi provvedimenti dell’Agenzia delle entrate:
- provvedimento nr. 89757 del 30/04/2018,
- circolare nr. 8/E del 30/04/2018,
- provvedimento nr. 117689 del 13/06/2018,
- circolare nr. 13/E del 02/07/2018,
- provvedimento del 05/11/2018,
- provvedimento del 28/12/2018.
Diamo i numeri
Sono stati diffusi i dati relativi alle fatture elettroniche che sono state inviate dall’inizio di gennaio 2019 fino al 24 gennaio. I numeri sono significativi e portano a attendersi per il picco del 31 gennaio, data in cui i grandi fatturatori (gestori di forniture, continue, multiutilities) emetteranno la maggioranza di fatture elettroniche del mese di gennaio, infatti sono state trasmesse al sistema di interscambio ben 61,5 milioni fatture elettroniche XML, di cui solo il 5,5% sono state scartate dal Sistema d’Interscambio.
Interessanti anche i valori espressi dalle fatture transitate dal SDI che indicano un fatturato complessivo pari ad un imponibile di quasi 85 miliardi di euro e oltre 10 miliardi di Iva. Significativo è anche il dato del numero di imprese emittenti le fatture elettroniche che negli ultimi 10 giorni è raddoppiato arrivando a oltre 1,1 milioni di imprese.