Due sono le principali preoccupazioni dei professionisti del settore dell’edilizia riguardo alla fatturazione elettronica. La prima è la riscossione del credito vantato nei confronti del cliente, l’altra le sanzioni che come una spada di Damocle attendono non solo i trasgressori volontari, ma anche chi sbaglia per incertezza o incompetenza nella delicata materia.
Con l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica anche tra privati, numerosi lavoratori della filiera si sono rivolti alle loro associazioni di categoria chiedendo lumi tecnici sul come procedere. Il settore era già stato toccato dall’obbligo di fatturazione elettronica per i subappaltatori della pubblica amministrazione, entrato in vigore dal 1 luglio 2018 ma ora la novità riguarderà tutti e i timori crescono: «Sicuramente ci vorrà un lungo periodo di rodaggio per capire cosa funziona e cosa no», ha commentato ad agendadigitale.eu Salvo Merlino, ingegnere consulente di Unimpresa per l’edilizia.
La riscossione dei crediti
Il settore edile da undici anni soffre di una crisi che al momento ha portato a una perdita del 70% nell’ambito della nuova edificazione. Tuttavia, la filiera è supportata da altri lavori: «Grazie anche a incentivi come EcoBonus e Bonus Casa, nelle attività di messa a norma, nelle ristrutturazioni, negli interventi edili che producono risparmio energetico c’è stato un investimento che compensa ampiamente la perdita causata dalla crisi delle costruzioni – ha commentato Merlino -. Il Governo dovrebbe procedere a prolungare queste misure. L’e-fatturazione non subirà la crisi dell’edilizia, ma secondo me in ambito privato crescerà la necessità di riscuotere il credito». Le preoccupazioni in materia di pagamento e relativi contenziosi emerge per il timore di non concludere le transazioni così come previsto dalla normativa: «In edilizia si paga a sei mesi o un anno, l’e-fattura prevede l’emissione appena si ha una bolla d’entrata – ha ricordato Merlino -. La richiesta è da una parte allungare i tempi, ma anche riconoscere un credito da cui attingere comunque».
Le problematiche relative ai rapporti con la pubblica amministrazione invece vanno oltre la fatturazione elettronica: «Mi auguro che con la fatturazione elettronica si trovino modalità applicative diverse da quelle che ora hanno riguardato pubblica amministrazione e fornitori. Se la pubblica amministrazione non paga entro i trenta giorni ci si può rivalere per un importo pari all’8% annuo. Ovviamente io fornitore chiedo all’amministrazione di essere pagato, nei suoi tempi pagherà. Ma quell’8% penalizza il cittadino perché comunque a pagare la rivalsa è la pubblica amministrazione. Se invece si imputasse il ritardo al soggetto fisico che l’ha causato, il sistema funzionerebbe bene». Resta il fatto che «ogni impresa onesta deve avere interesse ad applicare la fatturazione elettronica, perché punta a ridurre l’evasione», ha commentato Merlino.
Si auspica anche a una semplificazione generale delle procedure: «Riguardo agli appalti, secondo me la fattura elettronica snellisce le procedure, rendendo tutto più semplice – ha commentato Umberto Zanini, Coordinatore area tecnico normativa dell’Osservatorio fatturazione elettronica & eCommerce B2b -. Poi quando uno impara sarà facile, dopo un periodo di rodaggio e dopo averne fatta qualcuna. Certo qualche mal di pancia c’è, ma in generale tutti sono del parere di andare avanti».
Il timore delle punizioni
L’Ance, associazione nazionale costruttori edili, ha raccolto le preoccupazioni dei professionisti dell’edilizia già al riguardo dell’obbligo entrato in vigore a luglio. Gli esperti dell’associazione, coralmente, hanno spiegato ad agendadigitale.eu che i professionisti stanno vivendo una situazione di incertezza già da allora: «Ance ha condiviso le finalità di trasparenza e lotta all’evasione Iva con cui è stato concepito questo meccanismo, la cui introduzione, peraltro, rende inutile l’applicazione dello split payment, nato con gli stessi obiettivi, ma che sta drenando fortemente la liquidità delle imprese. La bontà dei principi si è però scontrata, nella pratica, con diverse criticità applicative per i subappaltatori e subcontraenti della filiera, i primi a misurarsi con il nuovo strumento già dal 1 luglio».
Lo scenario è percepito come caotico dagli imprenditori edili, che si ritrovano a operare «nell’incertezza, nonostante l’emanazione dei primi chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate – hanno aggiunto i tecnici di Ance a questo giornale -. Il problema è che gli errori delle imprese vengono pesantemente sanzionati, anche in assenza di qualsiasi intento di evasione dell’Iva. Se dal 1 luglio, infatti, un’impresa avesse emesso erroneamente una fattura cartacea anziché elettronica, ritenendo di non ricadere nell’avvio anticipato dell’obbligo, sarebbe sanzionata, pur avendo liquidato l’imposta. Non solo. Anche il soggetto che avesse ricevuto una fattura errata, cioè cartacea anziché elettronica, sarebbe esposto a sanzioni».
Le aziende dell’intera filiera si sono allarmate, secondo le segnalazioni ricevute dall’associazione: «Pur introducendo un periodo di moratoria delle sanzioni in caso di emissione tardiva della fattura elettronica, il decreto fiscale 119/2018 non ha risolto, infatti, i problemi legati all’errata emissione del documento cartaceo. Necessario, al più presto, un intervento per sanare la situazione, che rischia di avere ripercussioni sulla tempistica dei pagamenti e della realizzazione delle opere». Come spiegato anche in un precedente articolo, il decreto prevede per chi non fa fattura elettronica, è prevista una sanzione amministrativa compresa tra il 90% e il 180% dell’imposta relativa all’imponibile non correttamente documentato o registrato nel corso dell’esercizio.
Fino al 30 giugno 2019 i contribuenti trimestrali e fino al settembre 2019 quelli mensili non sono soggetti a sanzioni se emettono la fattura elettronica oltre il termine previsto dalla legge ma comunque entro il termine «di effettuazione della liquidazione periodica dell’imposta sul valore aggiunto», come citato nell’articolo 10 del decreto legge numero 119 del 2018. Nello stesso testo viene indicato che si applicano con riduzione fino all’80% «a condizione che la fattura elettronica sia emessa entro il termine di effettuazione della liquidazione dell’imposta sul valore aggiunto del periodo successivo».
Gli errori incombono soprattutto per le piccole aziende: «Le imprese grandi e strutturate hanno i loro sistemi informatici e si appoggiamo a conservatori, gli altri invece è meglio che si appoggino ai loro consulenti di fiducia – ha spiegato Umberto Zanini -. Chi lavora nell’edilizia ha spesso fatture non semplici da elaborare, per via di una serie di disposizioni normative non facili. Il consiglio è usare le piattaforme messe a disposizione dai loro consulenti e commercialisti, le imprese edili hanno certo bisogno di supporto».