È il momento della fatturazione elettronica, l’adempimento che in questi mesi, dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2018 (27 dicembre 2017, n° 205), ha generato qualche ansia o tolto il sonno a più di un professionista, imprenditore o direttore amministrativo e finanziario.
Tanto si è scritto e tanto si scriverà ancora sul significato della fatturazione elettronica, tuttavia è utile ricordare più i suoi impatti organizzativi, che non quelli legati all’operatività fiscale. Dalla fatturazione elettronica possono derivare cambiamenti con riverberi significativi sull’efficienza interna, sulla relazione con i clienti, sulla crescita professionale, sull’innovazione dei servizi. La leva della fatturazione elettronica è ancor più potente se combinata a nuove tecnologie che la assistono e a una diffusione più capillare della dematerializzazione documentale e della digitalizzazione dei processi lavorativi, almeno quelli legati al ciclo dell’ordine-pagamento. L’obbligo di legge darà una spallata vigorosa alla digitalizzazione, sottolineando ancora una volta che il moto innovativo spontaneo fatica ad attivarsi nel nostro Paese.
Fattura elettronica e professionisti, i vantaggi
È davvero importante la fattura elettronica per gli studi professionali? La risposta è quasi retorica allo stato delle cose. Gli impatti positivi sono davvero molteplici e riguardano, in prima battuta, l’efficienza interna, perché le attività lavorative di gestione della contabilità e dei relativi adempimenti risulteranno più snelle e di minor durata. Ciò consentirà di risparmiare una parte del tempo che potrà essere impiegato in attività a valore aggiunto (per esempio, gestione del credito nelle sue diverse fasi). Se abbinata al cloud la fattura elettronica enfatizza il processo collaborativo con il cliente. Possiamo immaginare, infatti, che la prima nota sia gestita direttamente dall’azienda cliente, che in tempo reale – perché in cloud – attiva lo studio per proseguire le registrazioni in contabilità. Con opportune applicazioni di business intelligence il salto verso servizi più ambiziosi è immediato. La lettura dei dati delle fatture permetterà di elaborare benchmark sugli acquisti, sul personale, sulle vendite, creando nuove fonti informative per i clienti e supporti più precisi alle decisioni. Senza contare che il cloud garantisce maggiore sicurezza, migliore gestione degli accessi, utilizzo più efficiente della banda, particolarmente importante nelle zone non ancora ben infrastrutturate.
La relazione con il cliente non potrà che averne un beneficio, perché si passerà dalla fase di fornitura di servizio a una di collaborazione nell’erogazione. Clienti più vicini, documenti aggiornati in tempo reale, processi lavorativi più efficienti. A regime questo sarà lo scenario in cui saranno immersi gli studi e le aziende che investiranno nella digitalizzazione. La fattura elettronica diventa, allora, l’elemento che abilita il cambiamento di alcuni ruoli: all’interno degli studi il personale dedicato al data entry e alla gestione della contabilità e dei relativi adempimenti passa da gestore di documenti a controller di dati; lo studio stesso, nella visione più evoluta anche dal punto di vista tecnologico, si integra ancora di più coi processi delle aziende clienti, trasformandosi da fornitore a partner. La stessa definizione di azienda, quando ricorre abitualmente ai professionisti nella gestione di alcune attività, va vista in termini di operatività non più confinata alla semplice unità giuridica ma deve comprendere anche gli studi che presidiano da veri owner di processo alcune delicate attività.
I timori di perdere clienti e, di conseguenza, di mettere a rischio la sopravvivenza delle attività professionali esistono solamente per coloro che non sapranno vedere l’altra faccia della luna. Chi non coglierà nella fattura elettronica un’opportunità ma solo una minaccia – perché percepisce solo l’appesantimento delle attività o il rischio di dover “regalare” il servizio al cliente – gradualmente si sposterà verso l’autoemarginazione. È ovvio che alcuni rischi esistono, ma solamente se non li si affronta e se non si prendono le giuste contromisure: organizzative, relazionali e di business.
Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Perché la gestione delle attività amministrative, con una rivoluzione (digitale) in corso, dovrebbe restare immutata nel tempo?