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Fattura elettronica tra privati, come affrontare meglio il 2019

In vista dell’obbligo fattura elettronica B2B, l’Italia ha espresso tutte le sue contraddizioni ma ha dimostrato che se vuole si muove, nonostante le criticità. Dall’Osservatorio “Fatturazione elettronica & eCommerce B2b” del Polimi, una serie di proposte per continuare a migliorare l’efficienza del sistema

Pubblicato il 27 Dic 2018

Claudio Rorato

Direttore Osservatorio Fatturazione Elettronica ed eCommerce B2b - Politecnico di Milano

Umberto Zanini

Responsabile Area tecnico-normativa dell’Osservatorio Digital B2b

Di fronte alla scadenza del primo gennaio, quando scatta l’obbligo di fattura elettronica anche tra privati, l’Italia si è manifestata con tutte le sue contraddizioni. È emerso un Paese per lo meno a due velocità, spaccato nella percezione degli indirizzi strategici che, in realtà, già da tempo dovevano essere condivisi, anche per gli impegni assunti nei confronti dell’Unione Europea (senza dimenticare che già una quota di soggetti economici del settore dei carburanti ha fatto da apripista il primo luglio scorso). A ben guardare il mal vezzo di attendere per qualsiasi sorta di provvedimento una proroga ha portato a dilazionare la reattività operativa di intere categorie e segmenti del mercato. È un po’ come per i treni: ormai ci siamo abituati ai ritardi e, di conseguenza, ci stupiamo quando sono puntuali.

eFattura B2B: luci e ombre

Tuttavia, diverse sono anche le cose buone emerse in questo anno. A cominciare dai tavoli di lavoro del Forum sulla Fatturazione Elettronica, promosso e sapientemente gestito dal MEF e dall’Agenzia delle Entrate. Sono stati momenti di vera collaborazione, all’interno dei quali i punti di vista si sono confrontati anche duramente ma concretamente sui ‘problemi’. La collaborazione PA – Resto del Mondo, per adoperare una metafora calcistica, è stata positiva come, tra l’altro, il buon senso, anche civico, dovrebbe consigliare. I bicchieri, lo sappiamo, possono apparire mezzi vuoti o mezzi pieni. Ma, come si dice, guardiamo avanti. Le attività proseguono e, sul fronte della gestione documentale elettronica, anche il decreto sull’ordine elettronico in ambito servizio sanitario è cosa fatta. Il Paese, se vuole, si muove, anche se spesso sul terreno le bucce di banana non mancano, che si chiamano mancanza di programmazione, attribuzione di poteri limitati a chi deve governare il cambiamento con tempi cadenzati, eccessivo particolarismo corporativo. Lo sforzo, anche culturale e formativo, è di spingere la fattura elettronica anche presso coloro che, per legge, possono chiamarsi fuori dall’emissione obbligatoria di fatture elettronica. Ne va dell’efficienza complessiva di un sistema più ampio, perché avremo un’Italia evoluta e armonizzata a standard di efficienza e un’altra che viaggia su una strada diversa. I doppi binari amministrativi saranno oggetto, sicuramente, di lamentele di chi si occupa della gestione della contabilità in proprio o per conto terzi.

Il Paese non ha bisogno di battaglie di retroguardia, ma di alzare l’asticella e abituarsi nuovamente a essere esigente.

La lotta all’evasione

In termini operativi e a pochi giorni dall’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica, anche come Osservatorio “Fatturazione elettronica & eCommerce B2b, che da oltre 12 anni studia e presidia l’evoluzione del settore, vogliamo continuare a fare la nostra parte.

È importante ricordare che uno dei principali motivi per cui è stato introdotto l’obbligo – primo Paese della UE – è la lotta all’evasione Iva, stimata nella sola Italia intorno a 37 miliardi di euro, un quarto circa del totale a livello Unione.

La legge 27 dicembre 2017 n.205, che ha introdotto l’obbligo di fatturazione elettronica, aveva escluso i contribuenti in regime di vantaggio e forfettari e al contempo eliminato per tutti i soggetti Iva la comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute (i.e. spesometro).

La (sempre più) ampia platea degli esclusi

A colpi di emendamenti apportati dalla politica sia in fase di conversione in legge del DL 119/2018, che di approvazione della legge di bilancio 2019, la platea degli esclusi sta aumentando sempre più, e ad oggi sono esentati i soggetti obbligati alla trasmissione dei dati al sistema tessera sanitaria (circa 260.000 medici, 75.000 farmacisti, etc), le associazioni sportive dilettantistiche (circa 63.000), i nuovi forfettari. Per questi ultimi è, però, necessario attendere la manovra definitiva per capirne la reale portata, anche se la platea dei soggetti che potenzialmente vi potrebbero rientrare è di circa 900.000 soggetti.

L’ampliamento delle esenzioni dall’obbligo di emissione della fattura elettronica necessita di qualche riflessione ulteriore, per evitare un inasprimento dell’evasione, visto che anche lo spesometro verrà eliminato. Fermi restando, però, questi provvedimenti, sarebbe utile ripristinare il vecchio limite di mille euro per l’utilizzo del contante, sia per salvaguardare l’obiettivo di ridurre l’evasione IVA, sia per conformarsi a comportamenti sempre più diffusi in Europa e nel mondo, al fine di scoraggiare l’uso del contante nelle transazioni commerciali.

Proposte per continuare a migliorare il sistema

Di seguito, alcune proposte che riteniamo di sottoporre a una valutazione di fattibilità:

redigere una linea guida o aggiornare il documento “Suggerimenti per la compilazione della fattura elettronica verso le pubbliche amministrazioni e verso i privati” per supportare i soggetti Iva a emettere correttamente le fatture elettroniche oltre che annotare nel file XML in modo appropriato talune informazioni (e.g. CONAI, numero e data della lettera di intento, estremi e riferimento contratto art.62 DL 1/2012, contributo RAEE, dati sulla tracciabilità della carne bovina, etc);

proseguire a individuare il campo <Data> del file XML quale data di emissione, a nulla rilevando il momento in cui avviene la reale trasmissione della fattura al SdI, che così come indicato all’art.11 del DL 119/2018, potrà avvenire nei successivi 10 giorni. Ciò potrebbe evitare di gravare ulteriormente sui soggetti Iva con costi e oneri di adeguamento dei sistemi contabili/ERP;

adeguare le regole di fatturazione elettronica B2G a quelle B2B/B2C; in particolare riteniamo utile eliminare l’obbligo di firmare digitalmente le fatture elettroniche e il rifiuto delle fatture ricevute dalla PA (tramite l’emissione della Notifica di rifiuto);

• semplificare la gestione delle fatture in regime di inversione contabile attraverso due soluzioni:

  • “associare” i dati relativi all’aliquota e alla relativa imposta alla fattura elettronica, tramite per esempio la generazione di un file periodico redatto dal sistema contabile/ERP contenente i suddetti dati e riferimenti della fattura di acquisto in regime di inversione contabile (e.g. fornitore, numero e data della fattura);
  • valutare di eliminare tale adempimento dato che le suddette informazioni sono riportate nei registri Iva.

prevedere la possibilità di inserire non solo dati alfanumerici ma anche caratteri speciali (e.g. € $ £ @ © ® % & Ø ° etc) almeno nei seguenti campi: <Denominazione>, <RiferimentoAmministrazione>, <Descrizione>;

  • attivare la notifica di presa visione, dato che al momento non risulta ancora gestita dal SdI;
  • emettere una Ricevuta di consegna oppure istituire una nuova comunicazione, come per esempio una “Ricevuta di messa a disposizione area riservata Agenzia delle Entrate”, anziché emettere una MC (Ricevuta di impossibilità di recapito) che risulta fuorviante ed oggetto di errata interpretazione;
  • inserire tutti gli importi in doppia valuta.

E, in attesa della fattura elettronica … Buon Natale a tutti!

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