Polimi

Fatturazione elettronica: primi segni di una fase futura

Bilancio positivo in questi primi mesi di Fatturazione Elettronica verso la PA. Crescono le Fatture Elettroniche inoltrate tramite Sdi. Ma siamo ancora in una fase iniziale, che lascia intravedere prospettive interessanti. Anche per le imprese, non solo per la PA. Si va verso infatti l’estensione del digitale all’intero Ciclo dell’Ordine

Pubblicato il 28 Ott 2014

Irene Facchinetti

direttore Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano

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Siamo ancora in una fase di transizione, ma ogni mese crescono i volumi di fatture inviate al Sistema di Interscambio (Sdi), si riducono gli errori e si annoverano “buone pratiche” tra le Pubbliche Amministrazioni, anche tra le PA Locali (che – secondo quanto detta la normativa – dovranno farsi trovare preparate “solo” dal prossimo 31 marzo 2015). Nel mese di settembre sono state 259.120 le fatture ricevute da Sdi e oltre 200.000 le fatture “andate a buon fine”, ovvero inoltrate alla PA (rispetto alle circa 140.000 di luglio e agosto). La percentuale di fatture scartate da Sdi è passata dal 39,2%, dato rilevato in corrispondenza dell’avvio, al 21,68%, come emerge dagli ultimi numeri pubblicati dall’Agenzia delle Entrate.

Sono numerose, in questi mesi di avvio, le PA che stanno affrontando con convinzione e consapevolezza il proprio percorso di adeguamento all’obbligo di Fatturazione Elettronica. Tra queste, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – un caso che già si era fatto notare a marzo come prima PA partita con la Fatturazione Elettronica – ha portato avanti il progetto con i propri fornitori, ottenendo significativi benefici in termini di riduzione del tempo (quasi dimezzato) di gestione delle fatture.

Lato PA Locali, la fase cui stiamo assistendo è in generale quella del “prepararsi a fare”, tuttavia vi sono Amministrazioni che già hanno mosso diversi passi. Alcune Regioni – ne sono esempi Emilia Romagna, Lazio e Lombardia – già oggi consentono ai propri fornitori di inviare Fatture Elettroniche tramite Sdi e stanno lavorando, al contempo, per facilitare gli altri Enti Locali a “prepararsi”. Chi fornendo alle singole PA strumenti a supporto della relazione con il Sistema di Interscambio. Chi sviluppando soluzioni – per esempio, per la composizione di una Fattura secondo il Tracciato FatturaPA – inserite poi nel catalogo nazionale dei programmi riutilizzabili e così messe a disposizione di tutte le Amministrazioni.

Non solo “Fatturazione Elettronica”, quindi. Alcune Pubbliche Amministrazioni hanno affrontato questo primo passo come occasione per cogliere appieno le opportunità dell’innovazione digitale. Ne rappresenta un caso paradigmatico l’Azienda Ospedaliera “Istituti Ospitalieri” di Cremona che, nel corso del 2013, ha attivato un progetto ampio di dematerializzazione dei documenti: non solo Fatture ma anche Ordini di acquisto e Documenti di Trasporto. Secondo i dati dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, è proprio con l’estensione – delle logiche della Digitalizzazione – all’intero Ciclo dell’Ordine che un’organizzazione può ottenere i maggiori benefici. I risparmi sono fino a sei maggiori: la singola organizzazione può risparmiare da 3 a 8,5 euro per singola fattura in caso di interscambio di flussi di dati strutturati; attraverso la completa Digitalizzazione del Ciclo dell’Ordine può ottenere benefici compresi tra i 25 e i 65 euro/ciclo.

La Fatturazione Elettronica verso la PA, dunque, sta prendendo piede. Possiamo anche dire che sta rispettando le attese, fungendo da “volano” per la Digitalizzazione del Paese? Questo è ancora prematuro, in quanto siamo in una fase che potremmo definire “sperimentale”, dove grande è il fermento e crescente la consapevolezza che la Fatturazione Elettronica verso la PA può rappresentare un’occasione importante. Non solo per la PA ma anche per le nostre imprese, di qualsiasi dimensione. In fondo, una volta approntato il modello che prevede la trasmissione dell’XML firmato alla PA e la relativa Conservazione Digitale, perché non valutare di estenderlo a tutte le fatture emesse non in altri formati elettronici e strutturati? Lato emittente, significherebbe estendere i benefici della Conservazione dell’Attivo e uniformare il processo di Fatturazione (se va bene per le PA, il tracciato ragionevolmente andrà bene anche “tra imprese”). E lato ricevente significherebbe avere in ingresso file XML strutturati: decisamente più facili da registrare e inserire a sistema.

Come Osservatorio lanciamo volentieri la richiesta ufficiale: se qualche impresa ha già cominciato a fatturare verso altre imprese secondo le regole della Fatturazione Elettronica previste verso le PA, ci mandi un’email. Approfondiremo con grande soddisfazione l’esperienza.

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