La sfida della fatturazione elettronica intrapresa dall’Italia è riassumibile in un dato: siamo il primo paese in Europa a prevedere, per legge, l’obbligo del B2b, ovvero della e-fattura fra privati. Esistono altri stati comunitari che hanno l’obbligo verso la pubblica amministrazione (in vigore in Italia dal 2014-2015), altri che lo stanno implementando, ma nessuno ha deciso, fino ad oggi, una norma stringente come quella italiana. La fatturazione elettronica diventa quindi uno degli elementi su cui l’Italia punta per scalare posizioni nella classifica della digitalizzazione, in cui continua a essere fra i fanalini di coda, davanti solo a Bulgaria, Grecia e Romania. Le condizioni per avere successo ci sono tutte: secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, sono poche le imprese che non hanno ancora messo a punto strategie per adempire all’obbligo. Agendadigitale.eu ha a più riprese registrato la perplessità delle imprese, PMI in testa, nei confronti dell’obbligo dal 2019, e le relative richieste (ad esempio, per un periodo senza sanzioni). Un po’ a sorpresa, però, l’indagine dell’Osservatorio rileva come in realtà la maggioranza delle imprese, sia di grandi dimensioni sia PMI, siano sostanzialmente d’accordo con la necessità di digitalizzare il processo di fatturazione. Vediamo numeri e regole sulla fatturazione elettronica, in una sorta di decalogo utile a fare ordine fra norme che entrano in vigore, proroghe, sentiment e punto sul mercato, strumenti a disposizione.
1) La fatturazione elettronica sarà obbligatoria per tutte le operazioni fra privati (esclusi i contribuenti forfettari) dal primo gennaio 2019. Dallo scorso primo luglio è obbligatoria per i subappalti nell’ambito di committenze pubbliche, e per i carburanti da autotrazione. Attenzione: qui è intervenuta una proroga, per cui non c’è l’obbligo fino al 2019 per i rifornimenti alle stazioni di servizio (mentre per tutte le altre operazioni all’interno della filiera è restata valida la data del primo luglio).
2) I riferimenti normativi: l’obbligo dal 2019 (e dal primo luglio per carburanti e subappalti) è previsto dalla manovra 2018, legge 205/2017, commi 909 e seguenti. La proroga per le cessioni di carburante alle stazioni di servizio è prevista dal Dl 79/2018.
3) Panoramica internazionale: ci sono paesi Ue, come la Germania o il Portogallo, che non prevedono obblighi di fatturazione elettronica, e in cui quindi la scelta di digitalizzare o meno il ciclo ordine-pagamenti è lasciato alle imprese. In altri casi (Spagna, Olanda, Svezia), c’è l’obbligo solo nei confronti della pubblica amministrazione, in altri ancora (Francia, Norvegia), l’obbligo B2g (business to government) è in fase di implementazione. Come detto, l’Italia è l’unico caso in cui c’è un obbligo per tutto il B2b. Ecco la grafica.
4) Il livello di adozione: gli obblighi normativi hanno incentivato la digitalizzazione del ciclo fattura. Dal 2012 al 2017, in base ai dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, le imprese che hanno attivato una soluzione digitale sono più che raddoppiate, da 60mila a 130mila, con una crescita media tendenziale annua del 17%. Nel 2017 l’incremento rispetto all’anno precedente è stato dell’8%.
5) EDI o extranet: ci sono 13mila imprese connesse attraverso sistemi EDI, Electronic Data Interchange, che si scambiano circa 165 milioni di documenti, di cui quasi un terzo sono fatture. Sono state censite 470 extranet (applicativi per la condivisione di dati), che connettono 130mila imprese. Questa tecnologia è usata soprattutto dalle grandi imprese.
6) Le imprese: segnaliamo che diverse associazioni imprenditoriali (Api, Cna, Confartigianato) chiedono misure per facilitare la transizione, ad esempio prevedendo un periodo cuscinetto senza sanzioni e con la possibilità di mantenere il doppio regime (cartaceo e digitale), a inizio 2019. Il report del PoliMI, però, segnala che in realtà le imprese sono pronte, ed è bassa la percentuale di imprese che vorrebbe ad esempioun periodo senza sanzioni (il 4% delle grandi aziende e il 6% delle PMI). Altri dati: solo il 5% delle grandi imprese e il 9% delle PMI non hanno ancora deciso come organizzarsi per adempiere al nuovo obbligo normativo.
7) I risparmi: secondo i dati dell’Osservatorio, si risparmiano tra i 7,5 e gli 11,5 euro/fattura per coloro che emettono almeno 3mila fatture all’anno, mentre il risparmio scende tra gli 1,8 e i 3,7 euro/fattura per le aziende che hanno volumi inferiori.
8) I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate: le regole tecniche per la trasmissione e la conservazione delle fatture elettroniche sono contenute nel provvedimento del 30 aprile 2018, giorno in cui l’Agenzia ha emesso anche la circolare 8/E sulla cessione di carburanti. Segnaliamo anche la circolare 13/E, che contiene una serie di chiarimenti in risposta ai dubbi più frequentemente espressi dagli operatori del settore e dalle imprese.
9) Strumenti: il Fisco mette a disposizione delle imprese anche un software installabile su PC per la predisposizione della fattura elettronica, una procedura web e una app per la trasmissione delle fatture al SdI, sistema di interscambio, un servizio web di generazione QR Code, un servizio di ricerca, consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche.
10) I benefici attesi: il 50% delle grandi imprese e il 34% delle PMI ritengono che l’obbligo dal 2019 sia un’opportunità per ottimizzare i processi aziendali, e il 13% delle grandi imprese e il 14% delle PMi ritengono che la e-fattura sia un valido strumento anti-evasione.