Combattere le frodi IVA, riducendo l’evasione a livello europeo, attraverso l’implementazione di diverse strategie che trovano gli strumenti principe a tal fine nell’introduzione degli obblighi di dichiarazione digitale e di fatturazione elettronica europea entro il 2023.
A differenza del sistema attuale (dove non c’è obbligo di fatturazione elettronica a livello europeo verso le PA, ma il divieto di queste ultime di rifiutare un tracciato costruito in formato UBL o CII), la previsione è quella di introdurre un sistema obbligatorio di e-fattura nei rapporti tra privati (con un probabile avvio progressivo che dovrebbe interessare, almeno in una fase iniziale, operazioni realizzate tra Stati diversi).
Fattura elettronica europea, un modello per tutti ma bisogna puntare sugli standard
Fattura elettronica UE, le iniziative
Le azioni individuate dall’Unione Europea si muovono su più livelli istituzionali, e cioè sia a cura della Commissione che del Parlamento UE, ma la linea che le accomuna tutte risiede proprio nell’adeguare la disciplina comunitaria in materia di IVA alle nuove modalità di funzionamento dell’economia, sempre più caratterizzate da una assoluta celerità negli scambi in ragione dell’utilizzo sempre più diffuso di piattaforme digitali di contrattazione.
Le misure pianificate dall’UE sono deducibili, intanto, dalle indicazioni contenute nella consultazione pubblica, in corso sino al prossimo 15 aprile 2022, finalizzata ad individuare gli interventi per ammodernare la normativa IVA rispetto all’era digitale. Ebbene, entro il terzo trimestre del 2022, la Commissione Europea intende proporre soluzioni per la realizzazione dell’iniziativa “L’IVA nell’era digitale”, che trova la DG Taxud quale capofila, predisponendo una apposita proposta legislativa.
Il problema cui si cerca di fornire una risposta operativa trova origine nell’economia digitale e nello sviluppo di nuovi modelli imprenditoriali i quali non trovano, al momento, un quadro legislativo pronto ad affrontare adeguatamente eventuali frodi. L’applicazione ed il controllo delle norme IVA risultano alquanto complicati in relazione alle vendite transfrontaliere di beni e servizi, richiedendo una soluzione comune a livello europeo in quanto gli strumenti nazionali, considerando le dimensioni numeriche dell’evasione, non sono sufficienti per combattere le frodi transfrontaliere e quelle realizzate nell’ambito del commercio elettronico, risultano invece necessarie ulteriori semplificazioni e norme armonizzate così da aiutare le imprese a beneficiare delle potenzialità offerte dal mercato unico.
Cosa prevede la consultazione pubblica
La consultazione pubblica in corso permette, tra gli altri, a imprese, PMI, associazioni di categoria, piattaforme e operatori di commercio elettronico, di esprimere la loro opinione e i loro suggerimenti in relazione a tre settori e cioè:
- introduzione di obblighi di dichiarazione digitale, compresa la fatturazione elettronica: gli obblighi dichiarativi potrebbero essere parziali (in quanto limitati alle operazioni transfrontaliere) oppure pienamente armonizzati (riguardanti le operazioni sia nazionali che transfrontaliere), compresa la fatturazione elettronica. Un’ulteriore opzione potrebbe essere quella di introdurre obblighi di conservazione dei dati: i contribuenti sarebbero tenuti a registrare i dati relativi alle operazioni transnazionali utilizzando un formato prestabilito e a fornire informazioni solo su richiesta;
- individuazione del regime IVA applicabile all’economia delle piattaforme: sul presupposto che le attuali norme in materia di IVA non sono in grado di affrontare adeguatamente le sfide dell’economia delle piattaforme, ad esempio garantendo una tassazione equa delle operazioni economiche sia online che tradizionali, risulta indispensabile definire, dal punto di vista normativo, un approccio più uniforme ai nuovi modelli commerciali, per quanto riguarda prestatore, natura dei servizi, luogo delle prestazioni, fino alla possibilità di coinvolgere attivamente le piattaforme nella riscossione dell’imposta;
- registrazione unica ai fini dell’IVA nell’UE: il nuovo sportello unico consente alle imprese di evitare registrazioni IVA multiple nell’UE per le operazioni transfrontaliere. Si intende quindi estendere la portata dello sportello unico alle forniture tra imprese e privati; abbinare allo sportello unico misure di semplificazione per le forniture intra-UE tra imprese; ampliare/perfezionare lo sportello unico per le importazioni (ad esempio eliminando la soglia di 150 euro e rendendo obbligatorio il ricorso allo sportello).
La consultazione pubblica permette a tutti gli stakeholder interessati di esprimere la propria opinione, partecipando online.
Le raccomandazioni UE
Accanto alla consultazione, sono in fase avanzata altre due iniziative del Parlamento europeo. La prima, nello specifico riguarda le raccomandazioni alla Commissione sul piano d’azione per una fiscalità equa e semplice a sostegno della strategia di ripresa di cui all’iniziativa 2020/2254(INL) datata 28 settembre 2021; in particolare, ai fini della riduzione del divario fiscale, sono di interesse:
1. Raccomandazione C1 – fatturazione elettronica: il Parlamento europeo invita la Commissione europea a:
- istituire senza indugio una norma comune armonizzata per la fatturazione elettronica in tutta l’Unione e, entro il 2022, ridurre i costi della creazione di sistemi frammentati e diversi nei vari Stati membri;
- valutare la possibilità di introdurre gradualmente la fatturazione elettronica obbligatoria in tutta l’Unione entro il 2023, concentrandosi su una significativa riduzione dei costi di conformità, in particolare per le PMI. L’emissione delle fatture dovrebbe essere amministrata solo mediante “sistemi” gestiti dallo Stato/certificati, garantendo la piena protezione dei dati;
- entro il 2023, esaminare la possibilità che il sistema fornisca ai contribuenti ammissibili una parte (o la totalità) dei dati/documenti sull’adempimento degli obblighi fiscali, compresa la responsabilità per la conformità di tali dichiarazioni (o parti di esse), in particolare in un’ottica di riduzione dei costi di conformità e dei rischi per le PMI;
2. Raccomandazione C2 – alternativa per la riduzione del divario IVA per gli scambi transfrontalieri nell’Unione. Una o più delle seguenti iniziative andrebbe realizzata entro il 2022-2023:
- rilanciare l’iniziativa del regime definitivo come il modo più naturale ed efficiente per contrastare la frode fiscale che comporta una perdita annuale considerevole;
- proporre gradualmente ma tempestivamente un’estensione dell’attuale piattaforma OSS da B2C a B2B, al fine di semplificare il rispetto degli obblighi in materia di IVA e ricevere dati per il monitoraggio e la lotta alla frode fiscale;
- progettare e proporre la segnalazione online dei dati per (almeno) il commercio transfrontaliero dell’Unione, preferibilmente utilizzando dati provenienti dalla fatturazione elettronica (o da un’alternativa, ma mantenendo il principio secondo cui i dati devono essere forniti una volta), compreso un trattamento dei dati centralizzato/decentrato efficiente e altamente sicuro per l’individuazione delle frodi. I dati sostituiranno tutti gli obblighi di comunicazione vigenti in questo settore e determineranno una riduzione dei costi complessivi di conformità, in particolare per le PMI.
Obiettivo interoperabilità
L’ulteriore iniziativa consiste nella relazione del Parlamento A9-0355/2022 del 20 dicembre 2021, con cui è stata valutata l’attuazione delle modifiche alla VI direttiva IVA come risultante dalla rifusione della direttiva 2006/112/CE. Anche in questo documento, viene evidenziato l’assoluto favore all’espansione della fatturazione elettronica, chiedendo l’introduzione di una norma UE in materia volta ad armonizzare, in particolare, le informazioni contenute così da favorire l’interoperabilità transfrontaliera, garantire il rispetto degli obblighi normativi, aumentare la trasparenze delle informazioni e limitare in questo modo frodi ed errori.