L'analisi

Fisco più digitale, ecco lo scenario italiano secondo l’OCSE

Dal report predisposto da OCSE per il 2022 dedicato alla Tax Administration Series (TAS 2022) emerge come le amministrazioni fiscali abbiano accelerato il percorso di digitalizzazione, in primis a causa delle conseguenze della pandemia: i dati raccolti indicano meno presenze in ufficio e un aumento dei contatti digitali

Pubblicato il 18 Ott 2022

Alessandro Mastromatteo

Avvocato, Studio Legale Tributario Santacroce & Partners

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Accelerazione decisa sul fronte della digitalizzazione anche per le amministrazioni fiscali, tenuto conto delle esigenze correlate all’emergenza epidemiologica Covid-19: questo l’aspetto di assoluto rilievo ed interesse che deriva dalla lettura del report predisposto da OCSE per il 2022 dedicato alla Tax Administration Series (TAS 2022).

Il ricorso sempre maggiore ai servizi digitali messi a disposizione dei contribuenti è testimoniato anche dai dati raccolti, che registrano per l’anno 2020 una diminuzione delle presenze fisiche in ufficio pari al 55 per cento e, contemporaneamente, un aumento dei contatti digitali del 30 per cento. Ciò ha determinato l’inevitabile necessità, per le amministrazioni finanziarie, di modificare le modalità di lavoro che, ad ogni modo, non hanno particolarmente inciso in maniera negativa sulla riscossione delle imposte, che si attesta sui 12mila miliardi di euro nel 2020 in relazione alle 58 giurisdizioni considerate nel report.

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Cosa dice il Tax Administration report

La decima edizione del Tax Administration report contiene a tale proposito una serie di tabelle (nel numero di 76) che sintetizzano i risultati, in termini di recupero di maggior gettito, raggiunti dalle amministrazioni fiscali nel corso del 2020, potendo costituire un valido ed utile strumento per individuare le migliorie possibili e gli interventi auspicabili. L’elemento che emerge con assoluto valore consiste nella considerazione di come le amministrazioni fiscali stiano sempre più indagando le opportunità offerte dai controlli a distanza, permettendo di accompagnare i contribuenti nella direzione delle compliance tributaria muovendo dai dati, già in formato elettronico, trasmessi e disponibili. Si tratta di modalità peraltro già indagate e considerate nelle precedenti edizioni dei report: la disponibilità, molte volte in tempo reale, dei dati di certificazione fiscale delle operazioni permette infatti di redigere le dichiarazioni reddituali e quelle rilevanti ai fini delle altre imposte.

Più in dettaglio, si assiste sempre più alla evoluzione dell’amministrazione fiscale in senso e in termini digitali, con automazione di alcuni degli adempimenti fiscali consistenti, tra gli altri, nella presentazione telematica delle dichiarazioni dei redditi, nei pagamenti on-line dei tributi, nella predisposizione di dichiarazioni precompilate. Esemplare in questo senso quanto realizzato dal fisco italiano, con la messa a disposizione (al momento solo per i contribuenti trimestrali) a partire dal terzo trimestre del 2021 delle bozze dei registri IVA acquisti e vendite, cui segue la predisposizione della liquidazione periodica dell’imposta e, per le operazioni realizzate dal primo gennaio 2022 in avanti, anche la generazione della dichiarazione precompilata IVA.

Queste attività sono state rese possibile dalla disponibilità, per l’Agenzia delle entrate, di dati strutturati delle operazioni ritraibili dai tracciati informatici che caratterizzano la fattura elettronica, l’esterometro così come il documento commerciale (o scontrino elettronico). L’automazione basata sulla organizzazione del dato determina un’anticipazione del momento di confronto fisco-contribuenti, dato che a questi ultimi potranno arrivare delle lettere di invito alla compliance tra quanto dichiarato e versato e quanto risulta invece all’Agenzia delle entrate.

Le tecnologie utili alla finanza

Non è un caso se il Tax Administration report individua alcuni degli strumenti tecnologici che saranno sempre più alla base delle attività delle amministrazioni finanziarie. Si tratta in particolare del ricorso a strumenti di identificazione on-line (ad esempio lo Spid) dei contribuenti che si interfacciano con i sistemi telematici. Allo stesso tempo, le amministrazioni fiscali miglioreranno la gestione dei data sets fornendo assistenza ai contribuenti, anche avvalendosi di appositi service providers che fungeranno da soggetti “facilitatori” delle interazioni necessarie. Senza dimenticare, infine, le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale e dal machine learning in grado di migliorare la valutazione del rischio fiscale

Se guardiamo all’esperienza italiana, la strada maestra sul fronte digitalizzazione dell’amministrazione fiscale è tracciata da tempo: il Piano per l’informatica nella Pubblica Amministrazione redatto da AgID per il triennio 2021-2023, nel tenere conto delle disposizioni di attuazione del PNRR, impone di perseguire apposite componenti strategiche, funzionali a realizzare l’effettiva trasformazione digitale del Paese. Gli interventi devono e dovranno guardare al miglioramento della qualità dei servizi pubblici digitali con adozione di modelli e strumenti a disposizione di tutti; a ciò si deve accompagnare la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, assicurando una sempre maggiore e puntuale efficacia dell’attività amministrativa attraverso l’utilizzo di dati e piattaforme tecnologiche, così come di infrastrutture digitali per erogare servizi pubblici a cittadini e imprese. Il tutto perseguendo la interoperabilità, e cioè la collaborazione e l’interazione telematica tra pubbliche amministrazioni, cittadini e imprese, oltre che la sicurezza informatica., così da offrire ai cittadini e alle imprese servizi digitali efficaci, sicuri e resilienti.

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