L'approfondimento

Prodigit, come funziona il progetto per la giustizia tributaria digitale

Prodigit, progetto sperimentale legato al percorso di digitalizzazione del processo tributario, punta a innovare il settore grazie anche all’impiego dell’intelligenza artificiale

Pubblicato il 10 Mar 2023

Ione Ferranti

Studio legale Ferranti

Giustizia digitale

La riforma entrata in vigore il 16 settembre 2022 ha ampliato la digitalizzazione del processo tributario telematico, puntando a velocizzare la giustizia tributaria. A corollario della suddetta riforma, il progetto sperimentale Prodigit ideato dal Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria mira ad attuare un importante processo di innovazione della Giustizia tributaria, con il supporto della tecnologia digitale e della AI.

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Come nasce Prodigit

Il Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria (CPGT) ha ideato un progetto sperimentale, denominato Prodigit, a supporto della Giustizia tributaria, il quale mira ad aumentare il livello di digitalizzazione dei servizi, alla creazione dell’hub del Giudice tributario, ad aumentare la prevedibilità delle decisioni e, quindi, la competitività.

Le cinque linee di intervento

Il progetto prevede cinque linee di intervento:

  1. digitalizzazione dei processi interni del CPGT;
  2. reingegnerizzazione del website istituzionale del CPGT;
  3. implementazione della Banca dati nazionale di giurisprudenza di merito accessibile gratuitamente e pubblicamente dal website istituzionale del CPGT;
  4. realizzazione di un modello di c.d. giustizia predittiva;
  5. creazione in via sperimentale del laboratorio digitale del giudice tributario c.d. Tribhub in otto Regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto) e presso la Corte di giustizia tributaria di Brescia.

Peraltro, sarà favorito lo svolgimento di tirocini formativi nelle Corti di giustizia tributaria e sarà attivato in via sperimentale un modello di consiglio giudiziario della giustizia tributaria con la partecipazione estesa a professionisti, difensori ed enti impositori. Il progetto è finanziato con le risorse React-EU a titolo del Fondo sociale europeo nell’àmbito della risposta dell’Unione alla pandemia di Covid-19 (per euro 8.343.842,00) ed è inserito nel PNRR nazionale, nella parte relativa alla riforma della Giustizia tributaria.

Gli obiettivi

L’iniziativa va incontro alle esigenze di miglioramento della digitalizzazione della Giustizia italiana, emerse dall’esame della panoramica annuale curata dalla Commissione UE nella decima edizione del Quadro di valutazione UE della giustizia 2022 o The 2022 EU Justice Scoreboard. In particolare, dal Grafico 43 (Use of digital technology by courts and prosecution services) si rileva, fra l’altro, che nella giustizia italiana difetta ancora l’uso dell’intelligenza artificiale e della tecnologia blockchain. Inoltre, garantire l’accesso online alle decisioni giudiziarie accresce la trasparenza del sistema giudiziario, aiuta i cittadini e le imprese a comprendere i propri diritti e può contribuire a fornire compattezza alla giurisprudenza (case-law). Gli accordi per pubblicare online decisioni giudiziarie sono essenziali nella creazione di strumenti di ricerca “user-friendly” che rendono la giurisprudenza più accessibile ai professionisti legali e al pubblico.

Accesso e facile riuso della giurisprudenza senza soluzione di continuità rende il sistema giudiziario “algorithm-friendly”, permettendo l’uso di applicazioni “legal tech” di aiuto ai professionisti del settore. La pubblicazione online delle decisioni giudiziarie impone il bilanciamento di vari interessi, nei limiti della cornice normativa e politica. Il GDPR trova piena applicazione nel trattamento dei dati personali da parte delle autorità giudiziarie. Nel decidere quali dati rendere pubblici, un equo bilanciamento va fatto fra il diritto alla protezione dei dati e il diritto a rendere pubbliche le decisioni giudiziarie al fine di assicurare trasparenza al sistema giudiziario.

Ciò è particolarmente vero allorché vi è un prevalente interesse pubblico che giustifica la pubblicazione dei dati. In molti Paesi, la legge o la prassi impone la anonimizzazione o la pseudonimizzazione delle decisioni giudiziarie prima della pubblicazione, sia sistematicamente sia su richiesta. I dati prodotti dalle autorità giudiziarie sono altresì regolati dalla legislazione UE sugli open data e sul riuso delle informazioni del pubblico settore (Directive (EU) 2019/1024 of the European Parliament and of the Council of 20 June 2019 on open data and the re-use of public sector information). Il Grafico 48 (Online access to published judgments by the general public) mostra che in Italia ci sono ancora margini di miglioramento in tale settore. Il Grafico 49 (Arrangements for producing machine-readable judicial decisions) mostra che nel nostro Paese sono stati fatti importanti progressi nel settore della giustizia amministrativa e che sussistono margini di miglioramento nei settori della giustizia civile/commerciale e penale.

La Banca dati nazionale di giurisprudenza tributaria 

Si tratta di un progetto molto interessante a all’avanguardia, poiché non esiste attualmente una banca dati pubblica e gratuita contenente l’intera giurisprudenza di merito nazionale. Questo strumento consentirà di divulgare i contenuti delle sentenze, far conoscere al pubblico gli orientamenti delle commissioni, far conoscere alla Corte di Cassazione i dettagli e le dimensioni del contenzioso di merito, migliorare la qualità delle sentenze.

Più di un milione di sentenze delle ex Commissioni tributarie (regionali e provinciali), ora denominate Corte di giustizia tributaria, saranno utilizzate per elaborare la base del primo algoritmo di AI della giustizia predittiva in àmbito fiscale (v. l’articolo di Cimmarusti, Un milione di sentenze per l’algoritmo predittivo nel processo tributario, Il Sole 24 Ore 3 ottobre 2022). Alla selezione delle sentenze, alla elaborazione e all’alimentazione dell’algoritmo partecipano nella qualità di partner il CNF e il CNDCEC.

La fase operativa viene affidata a circa 90 giudici tributari “massimatori”. Del gruppo operativo faranno parte anche dieci giovani studiosi di diritto tributario. Il progetto prevede, in sostanza, che la sentenza venga acquisita dalla macchina, la quale restituirà automaticamente un abstract. Quanto prodotto dalla macchina sarà poi sottoposto al vaglio del massimatore per la correzione e il controllo di coerenza e affidabilità. L’operazione è detta di summarising. La macchina viene addestrata in modo tale che la sua memoria acquisisce un patrimonio conoscitivo formato dalle sentenze degli ultimi anni (indicativamente cinque o sei), ciascuna delle quali corredata della relativa massima, previamente scritta dal massimatore. Maggiore sarà il numero di sentenze e massime memorizzate dal sistema, maggiore sarà la precisione.

Come funziona Tribhub

L’iniziativa prevede inoltre la creazione sperimentale del laboratorio digitale del giudice tributario, Tribhub, un laboratorio permanente di confronto, discussione, riflessione, aggiornamento. La sperimentazione partirà nelle nuove Corti di giustizia tributarie di secondo grado dell’Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto, oltre che nella Corte di primo grado di Brescia.

Nel “Bando di selezione esperti per la disciplina ed il funzionamento del laboratorio digitale del giudice tributario”, pubblicato sul website del CPGT (N. 0827/2022 del 22/09/2022), si legge che il laboratorio digitale del giudice tributario è deputato a essere luogo di confronto, discussione, riflessione, condivisione e aggiornamento. Il buon funzionamento del laboratorio presuppone la redazione di chiare, semplici e buone regole per disciplinarne le varie attività. Tali regole devono avere per oggetto, a titolo esemplificativo, le seguenti attività laboratoriali:

  1. le riunioni periodiche obbligatorie interne alla singola Corte di giustizia tributaria, per discutere di ogni rilevante profilo interno organizzativo (analisi dei flussi processuali, analisi e rendicontazione delle criticità inerenti all’organigramma della Corte, rapporti con il personale, udienze digitali, ecc.);
  2. l’organizzazione della formazione obbligatoria decentrata;
  3. la costituzione sperimentale dei Consigli Giudiziari Tributari, ai quali può essere demandata l’organizzazione e la pianificazione della formazione decentrata regionale, con pianificazione di riunioni periodiche di discussione e confronto sull’andamento della Giustizia tributaria, con la partecipazione di rappresentanze degli Ordini, dei Collegi professionali e degli Enti impositori;
  4. l’avvio di stage, tirocini, praticantato, in collaborazione con Enti di istruzione secondaria di secondo grado, Università, Ordini e Collegi professionali, ecc., al fine di assicurare in ogni Corte di giustizia tributaria la presenza continuativa di laureandi e/o laureati e/o specializzandi e/o ricercatori;
  5. la rendicontazione periodica delle attività svolte e relazione sull’andamento del laboratorio al CPGT.

Il progetto PRODIGIT prevede che la redazione della disciplina di Tribhub sia affidata a un gruppo di 36 esperti, individuati fra i componenti in organico e in servizio nelle Corti di giustizia tributaria di I e II grado, insistenti nelle 8 Regioni sperimentali (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto) e nella provincia di Brescia.

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