I Caf, data la grande quantità di persone che assistono per molteplici pratiche fiscali e amministrative, possono rappresentare un importante volano di innovazione e accompagnare i cittadini nel rapporto con una nuova PA Digitale offrendo loro supporto, servizi e strumenti abilitanti, creando così un rapporto fiduciario a favore della PA. Tuttavia alcuni aspetti normativi e organizzativi rappresentano ancora punti critici nell’adozione di soluzioni tecnologiche per digitalizzare i processi operativi di questi enti. Il rischio è creare disagi ai contribuenti.
Perché i Caf possono spingere la PA digitale
La sinergia tra Caf e PA permette a questa di correre ed ai Caf di stare al passo senza lasciare indietro nessun cittadino. Gli italiani hanno un numero elevato di smartphone ma vengono utilizzati prevalentemente per attività relazionali mentre vengono poco utilizzati per usufruire di servizi a cui si potrebbe accedere in maniera digitale.
Il sistema dei Caf potrebbe aiutare a incentivare alcuni aspetti innovativi della PA. I Caf potrebbero rappresentare quel sistema di aziende private a cui si accede con Spid, aumentando gli utilizzatori di questo strumento ma soprattutto la frequenza di utilizzo. Spid non rappresenterebbe più solo un sistema di accesso ma di riconoscimento sicuro e certo della persona che a questo punto potrebbe firmare, sempre con Spid, in modo semplice ogni tipo di documento.
I inoltre Caf potrebbero svolgere il ruolo di aggregatori privati, velocizzando l’adozione di Spid superando le criticità dovute alle tantissime articolazioni societarie (alcune migliaia) e alle diverse decine di migliaia di Professionisti attraverso i quali operano i Caf se venissero rapidamente pubblicate le convenzioni.
Da ultimo anche i Caf sono interessati allo sdoganamento dello Spid per uso professionale. Oggi su questo versante registriamo un paradosso burocratico, citato anche in precedenza, una parte della PA (Agid) ha emanato le Linee Guida per determinarne l’utilizzo mentre un’altra parte di PA (Inps) nega la possibilità di utilizzarlo.
I problemi
Tuttavia negli ultimi mesi sono emerse complessità nel confronto con le amministrazioni, per esempio riguardo alla possibilità di adottare la firma digitale. Le restrizioni sulle modalità relazionali con l’utenza e di svolgimento del loro tradizionale lavoro, hanno imposto al sistema dei Caf di gestire ogni pratica a distanza con la firma da remoto tramite Otp. La concreta possibilità di poter utilizzare questa soluzione è stato il frutto di un articolato confronto con l’Agenzia delle Entrate e con tutte le Direzioni coinvolte nell’utilizzo del processo di firma.
La ricerca di una soluzione condivisa ha richiesto alcuni mesi di discussione ed il via libera rilasciato dall’Agenzia sconta una condizionalità, cioè che “non può non evidenziarsi come la lettera dell’articolo 60 del D.P.C.M. 22 febbraio 2013 sembra porre un possibile limite alla validità della FEA”. Con il via libera a fine luglio i Caf hanno utilizzato i restanti due mesi di campagna fiscale per utilizzare questo strumento, In un tempo ristretto e condizionato dal periodo (agosto) ed ormai a fine campagna alcuni Caf hanno potuto far firmare il modello 730 ad oltre 100.000 contribuenti. Se con l’Agenzia delle Entrate la soluzione è ormai avviata e può procedere senza ostacoli alla luce dei chiarimenti forniti da Agid su richiesta della Consulta, e cioè che non ravvisa nel quadro normativo esistente elementi ostativi all’utilizzo della Fea, con l’Inps il cammino è tuttora in salita e dopo alcuni mesi non si è fatto alcun passo in avanti.
I Caf ritengono sia indispensabile, per fugare ogni dubbio e rendere facilmente utilizzabile lo strumento della FEA procedere velocemente alla revisione dell’art. 60 del DM 22 febbraio 2013 e per questo stiamo lavorando su diversi tavoli per promuovere ed accelerare tale revisione.
Resta il fatto che i Caf rappresentano uno dei più importanti e diffusi soggetti che adottano e diffondono l’innovazione proposta dalla PA. Il recente DL Semplificazioni si presenta come una visione sufficientemente organica e lineare per la transizione del Paese al digitale in questo tuttavia riscontriamo due grossi limiti:
- Non si fa alcun cenno al ruolo degli intermediari per realizzare questo disegno
- Non si dice nulla sul tema della burocrazia che tanto incide su questi processi (si veda il caso citato sopra) con il rischio che si accentui il suo ruolo difensivo e si mantenga in funzione una burocrazia della carta a cui si affianca una nuova burocrazia digitale.
In questi anni, che hanno visto nascere e diffondersi il modello 730 precompilato e l’Isee precompilata, i Caf non hanno perso utenza, anzi è costantemente aumentata superando complessivamente oggi la soglia dei 23 milioni di utenti.
I vantaggi della firma digitale per i Caf
I vantaggi che derivano ai Caf dall’utilizzo di questa soluzione gestionale sono e saranno sempre più rilevanti con il tempo:
- Possibilità di gestire ogni tipo di pratica da remoto, a supporto di questa impostazione si sta sperimentando la modalità di video assistenza nella compilazione del modello dichiarativo;
- Il modello 730 e i relativi allegati, una massa rilevante di documenti, nascono immediatamente digitali ed avviati direttamente in conservazione con grande risparmio sui costi di carta e inchiostro. Questo modello organizzativo in un futuro breve cambierà l’assetto degli uffici e della strumentazione necessaria per la gestione delle pratiche con una significativa riduzione di costi impattando, positivamente, sull’organizzazione del lavoro, sui tempi e modalità di lavoro degli stessi collaboratori.
- Anche per i contribuenti i vantaggi sono importanti, si evitano spostamenti, attese, dossier di carta da conservare per i futuri controlli.
- Per la Stessa PA i benefici sono rilevanti in quanto sarà completamente bandita la carta e qualsiasi intervento, verifica, controllo avverrà tramite strumenti digitali velocizzando enormemente i tempi di gestione e avendo comunque garanzia sulla certezza e correttezza dei dati sui quali si opera.
Conclusione
È ancora troppo forte, in molti settori della Politica, del Governo e della PA, la convinzione di autosufficienza, di poter far da soli, sia nella fase di progettazione delle norme che in quella della loro realizzazione e gestione. Questa tendenza l’abbiamo vista emergere con forza anche nella impostazione del DL Semplificazioni nonostante siano sempre più innumerevoli le situazioni nelle quali questa presunta autosufficienza è stata solo in grado di produrre inefficienze e disservizi.
Non si vuole capire o accettare che la gestione di una pratica con la PA non si esaurisce in una relazione digitale di compilazione di campi ed invio di file. Implica forme di assistenza e consulenza, soprattutto al crescere della complessità e della responsabilità che ne deriva, questo induce il cittadino a richiederla a quei soggetti di cui si fida perché sempre disponibili: i Caf sono uno di questi e il loro successo in termini affluenza di utenza lo dimostra.