I primi giorni del 2023 hanno salutato l’ingresso dell’intelligenza artificiale in un’aula di tribunale inglese.
I “robot” sostituiranno gli avvocati? Panico nella categoria.
Il caso degli “avvocati robot”, con intelligenza artificiale
In realtà, il procedimento non si è ancora tenuto e riguarda un “caso giudiziario” in cui un “imputato” verrà “assistito” da un’intelligenza artificiale, all’applicazione DoNotPay, per… una multa per eccesso di velocità.
La notizia è stata diffusa in modo fuorviante, sia perché le controversie riguardanti le contravvenzioni stradali vedono l’intervento delle intelligenze artificiali da anni, sia perché il termine imputato, in Italia, è riferito solamente a persone soggette a processo penale.
Cos’è DoNotPay che vuole sostituire gli avvocati
La stessa applicazione DoNotPay è attiva da anni e fornisce “consulenza legale” con riferimento alle sanzioni stradali dal 2020.
L’esigenza che soddisfa è, apparentemente, sensata: fornire strumenti a basso costo per contestare multe che sarebbe antieconomico impugnare affidandosi ad un professionista.
La mission di DoNotPay ufficialmente è fare in modo che la sua app sostituisca del tutto gli avvocati per far risparmiare denaro. È una cosa che “riguarda il linguaggio, ed è quello che gli avvocati fanno pagare centinaia o migliaia di dollari l’ora”, ha detto un portavoce a New Scientist. “Ci saranno ancora molti bravi avvocati che potranno discutere davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ma molti avvocati stanno solo chiedendo troppi soldi per copiare e incollare documenti e penso che saranno sicuramente sostituiti, e dovrebbero essere sostituiti, da una macchina”.
Questo, in estrema sintesi, è il credo dell’ideatore e Ceo della app, Joshua Browder: un professore della Standford University che ha inventato uno strumento per non pagare le multe che… gli erano arrivate e che non riusciva a pagare.
Se il suo progetto sarà economicamente sostenibile su larga scala non lo diranno i numeri ma i giudici: Browder ha dichiarato che in caso di soccombenza pagherà le spese legali.
In Italia gli avvocati robot? Sì, con alcuni limiti
E in Italia sarebbe possibile sostituire gli avvocati con robot? Ovviamente sì, con dei limiti specifici e tassativi.
Ogni persona deve comparire davanti al giudice fornito di difesa tecnica in ogni settore del diritto: in altri termini, è sempre necessario un avvocato.
Fanno eccezione le controversie avanti al Giudice di pace con valore inferiore ai 1.100 euro: l’articolo 82 del Codice di procedura civile, infatti, stabilisce che: “Davanti al giudice di pace le parti possono stare in giudizio personalmente nelle cause il cui valore non eccede euro 1.100”. Negli altri casi, le parti non possono stare in giudizio se “non col ministero o con l’assistenza di un difensore”.
Se dovete recuperare un credito di 500 euro o volete impugnare una multa di 100 euro, potete farlo da soli, avvalendovi di ogni strumento disponibile: dal prestampato che si trova proprio negli uffici dei giudici di pace alla più evoluta intelligenza artificiale.
Il futuro dell’AI in tribunale
Ma è davvero possibile sostituire i professionisti con le intelligenze artificiali?
La risposta è, ovviamente… dipende.
Negli studi professionali
Molte attività svolte da professionisti incardinati in studi professionali di dimensioni medio-grandi potranno essere svolte da intelligenze artificiali.
In realtà è già successo, in particolare nella data analisys e, in generale, nelle operazioni di M&A, dove è necessario processare una mole immensa di dati.
Negli U.S.A., a partire dal 2016, le intelligenze artificiali hanno determinato il licenziamento di molti avvocati di grandi law firm in questo ambito.
AI come giudice
Le Intelligenze artificiali sono già entrati in aula di tribunale, dal 2016, ma dalla parte del giudice. In quel caso si trattava di impiegare un algoritmo per valutare la pericolosità sociale di un soggetto, sulla base di parametri predefiniti. La vicenda suscitò – e suscita tuttora – interrogativi etici e giuridici ai livelli più alti. In Cina un algoritmo sostituisce i pubblici ministeri per quanto riguarda l’imputazione di otto reati “semplici”, da furto al danneggiamento, per esempio. In questo caso si limita a formulare le imputazioni che, ad onor del vero, non è un’attività particolarmente complessa.
Gli applicativi dell’intelligenza artificiale in ambito forense sono molteplici e, certamente, determineranno un cambiamento profondo nel modo del diritto.
Detto questo, qualunque AI deve essere prima istruita da un giurista, per poi essere man mano corretta nel suo modo di operare.
Tradurre il linguaggio del diritto in linguaggio matematico, idoneo ad essere appreso da un’intelligenza artificiale è una sfida molto complessa, affrontata da alcune start-up.
In conclusione
Se è possibile ipotizzare che per controversie “minori”, come quelle riguardanti le sanzioni per circolazione stradale, una Ai anche rudimentale possa efficacemente sostituire un giurista, è certamente più arduo ipotizzare che lo stesso possa avvenir in settori del diritto diversi.
Esperimenti, sul punto sono già stati condotti, con esiti interessanti.
Un’Ai che ha “studiato” solo il Codice civile esiste già, funziona, e fornisce risultati interessanti, anche in termini di soluzioni innovative.
Una volta che la stessa AI, però, è stata messa in condizione di accedere alle sentenze della Cassazione, il risultato è stato…fatal error.
Allo stato, dunque, e per molto tempo a venire, l’intelligenza artificiale potrà essere un ausilio al giurista (avvocato, notaio o magistrato), ma non potrà sostituire in toto la figura.