In questo periodo in cui i Comuni si stanno occupando della progressiva digitalizzazione dei servizi, le modalità d’assolvimento dell’imposta di bollo assumono grande rilievo. Infatti, in aggiunta (o in sostituzione) ai tradizionali sportelli fisici in cui i cittadini possono recarsi per presentare le proprie istanze[1], si stanno sempre più rendendo disponibili dei servizi digitali con cui permettere ai cittadini di fare altrettanto accedendo con SPID o CIE e compilando dei form online o la trasmissione via e-mail o PEC dei documenti: in ogni caso, il pagamento dell’imposta di bollo per il cittadino è comunque sempre dovuto.
Quanto e come pagare l’imposta dipende invece dalla modalità con cui viene presentata l’istanza, ma anche da quanto il Comune avrà (o non avrà) messo a disposizione. Proviamo qui a spiegare cosa prevede la normativa, per poi dare delle indicazioni ai Comuni su cosa si può e si deve fare in tutti i vari casi, arrivando a trarre infine qualche conclusione che possa essere d’utilità per tutti.
Normativa di riferimento
Le principali normative di riferimento su questa materia sono il D.P.R. 445 del 2000 (TUDA – Testo Unico sulla Documentazione Amministrativa), il CAD e soprattutto il D.P.R. 642 del 1972 (Disciplina dell’imposta di bollo), in cui sono riportati tutti i casi per cui il pagamento è dovuto, le tariffe da applicare e le modalità di assolvimento. Troviamo così che l’imposta è dovuta sia per l’istanza presentata al Comune per l’avvio di un procedimento amministrativo, sia per l’atto o il provvedimento rilasciato poi dal Comune a seguito di tale domanda; apprendiamo inoltre che le modalità di assolvimento previste per tale imposta sono essenzialmente due: l’acquisto (applicazione e annullamento) della marca, ossia, del contrassegno telematico comprato dal tabaccaio, oppure in modo virtuale; e pure che sono previste modalità differenziate a seconda che si tratti di documenti cartacei oppure informatici.
Assolvimento tramite contrassegno telematico (marca da bollo)
Il contrassegno telematico (chiamato anche marca da bollo) si acquista presso le rivendite di valori bollati (come le tabaccherie) e per essere considerato regolare deve riportare una data di emissione uguale o antecedente a quella del documento cui si riferisce. Per le istanze presentate in forma cartacea, o per atti/certificati emessi dall’Ente in originale cartaceo, il contrassegno va applicato sul documento stesso.
Per le istanze presentate tramite trasmissione telematica, invece, il contrassegno non può essere “materialmente” applicato al documento e il cittadino deve quindi fornire un’autocertificazione dell’acquisto del contrassegno, fornendone il numero identificativo e la data e ora di emissione, dichiarando inoltre di non utilizzarla per altri adempimenti e di conservarla per eventuali futuri controlli. La stessa modalità è utilizzabile anche per il pagamento dell’imposta dovuta per atti, provvedimenti o certificati prodotti dal Comune in digitale e poi trasmessi o consegnati (anche come estratti o copie conformi) al cittadino.
Il Comune deve richiedere questa autocertificazione come dichiarazione sostitutiva dell’assolvimento dell’imposta di bollo ai sensi e per gli effetti degli art. 38 e 47 del TUDA, già al momento della presentazione dell’istanza. Per farlo tipicamente la inserisce nello stesso modulo di presentazione dell’istanza stessa, o la richiede come ulteriore modulo da presentare unitamente a quello dell’istanza. Su tali dichiarazioni il Comune dovrà inoltre annualmente effettuare dei controlli a campione per verificarne la veridicità.
Ulteriore importante punto d’attenzione, troppo spesso non considerato, riguarda la tariffa da applicare, che varia a seconda della modalità di presentazione dell’istanza o della trasmissione dell’atto/provvedimento. La normativa, infatti, prevede che la tariffa sia forfettaria in caso di trasmissione telematica, mentre dipenda dal numero di fogli[2] di cui si compone l’istanza (e i suoi allegati) o l’atto/provvedimento emesso (e i suoi allegati) in caso di consegna a uno sportello fisico o di trasmissione per posta.
Assolvimento virtuale
Ai sensi dell’articolo 15 del D.P.R. 642 e di successivi decreti attuativi[3] per determinati documenti e atti (tra cui le istanze dirette agli enti locali e gli atti e provvedimenti rilasciati dagli enti locali), l’imposta di bollo può essere assolta dal Comune anche in modo virtuale. È però necessario che il Comune faccia una preventiva domanda di autorizzazione bollata presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate (AdE) di competenza, indicando il numero stimato degli atti e/o documenti emessi/ricevuti nel corso dell’anno, per i quali si chiede l’autorizzazione all’assolvimento in modo virtuale.
Una volta ottenuta l’autorizzazione, il Comune dovrà poi liquidare preventivamente all’AdE l’imposta in base a quanto dichiarato e presentare annualmente una Dichiarazione annuale dell’imposta di bollo assolta in modo virtuale con cui verrà calcolato il consuntivo dell’imposta di bollo complessivamente dovuta per quell’anno e che farà da base anche per la liquidazione provvisoria dell’anno successivo e dei rispettivi versamenti.
Nella dichiarazione devono essere riportati il numero e la tipologia di istanze ricevute e provvedimenti/documenti rilasciati nell’anno precedente, distinti per voce di tariffa. Per ogni casistica di bollo che può essere riscosso è stato previsto uno specifico codice a cui corrisponde l’importo e la modalità di calcolo da usare (se in base al numero dei fogli o a forfait). Tra i codici previsti quelli utili ai nostri fini sono i seguenti:
Istanze presentate alla PA per ottenere provvedimenti amministrativi o certificati (estratti, copie, …):
- 16€ per esemplare (art. 14) se trasmesse per via telematica (servizio eGov – mail/pec)
- 16€ per foglio (art. 13) se presentate allo sportello/per posta
Atti/Provvedimenti rilasciati (anche sottoforma di estratto/copia conforme) ai richiedenti:
- 16€ per esemplare (art. 22) se trasmesse per via telematica (mail/pec/IO/Send/Area personale)
- 16€ per foglio (art. 19) se consegnate in cartaceo allo sportello/per posta
- 16€ per foglio (art. 23) per atti di notorietà e pubblicazioni di matrimonio
Una volta ottenuta l’autorizzazione il Comune può quindi non richiedere più ai cittadini l’acquisto dei contrassegni telematici, ma invece il pagamento dell’imposta di bollo (connessa all’istanza e/o all’atto) in fase di presentazione dell’istanza, facendola pagare tramite pagoPA unitamente a quanto eventualmente dovuto per diritti di istruttoria e/o di segreteria. Quanto verrà pagato dal cittadino finirà sul C/C di tesoreria del Comune, ma l’incasso per l’imposta di bollo, assolta quindi virtualmente, dovrà poi essere rendicontato e quindi versato dal comune all’AdE.
Per una corretta rendicontazione risulta quindi di estrema importanza tenere traccia della tipologia di ciascuna imposta di bollo assolta. Non è quindi sufficiente utilizzare semplicemente la voce tassonomica prevista[4], ma sarà necessario prevedere voci di bilancio distinte per ciascuna tipologia di bollo (art. 13, 14, 22, 19, 23) collegando i diversi pagamenti a tali voci e sfruttando la riconciliazione contabile per recuperare in automatico tali numeri[5].
Sistema @e.Bollo (bollo telematico)
Per il pagamento dell’imposta connessa a un documento digitale, AdE ha ideato ancora nel 2014 un proprio sistema, denominato “bollo telematico” – @e.Bollo utilizzabile in tre diversi scenari descritti nelle linee guida rilasciate:
- un’istanza presentabile tramite servizio eGov,
- un’istanza in possesso del cittadino da trasmettere via email,
- un atto/provvedimento emesso dalla PA da rendere disponibile al cittadino.
In tutti e tre i casi l’imposta è relativa al documento di cui viene calcolata l’impronta (HASH), e il pagamento può essere effettuato tramite pagoPA ma utilizzando solo uno dei PSP specificatamente autorizzati, che ancora oggi sono solamente due: iConto e Intesa Sanpaolo.
Se fino a oggi una sua implementazione da parte delle PA e in particolar modo dai Comuni è stata a dir poco problematica, l’introduzione del “modello unico pagoPA” unitamente alla possibilità d’integrazione dei servizi eGov con “checkout“ in sostituzione del deprecato WISP, ha reso possibile un suo utilizzo almeno per la presentazione delle istanze effettuata tramite servizi eGov. In questo caso, a differenza dell’assolvimento virtuale, non è prevista nessuna entrata per il Comune né a livello di tesoreria, né a livello di bilancio, in quanto il pagamento viene liquidato direttamente sui conti di AdE, eliminando tutte le problematiche relative alla rendicontazione presenti invece con l’assolvimento virtuale.
Non è invece possibile il suo utilizzo per pagare in anticipo l’imposta sul provvedimento/certificato che si sta richiedendo perché tale documento (di cui serve calcolare l’hash) ancora non esiste. Per utilizzare questo sistema anche per il pagamento dell’imposta connessa a tali documenti sarebbe necessario realizzare un ulteriore servizio digitale da far usare al cittadino dopo la creazione dell’atto e prima di renderglielo disponibile. Questo servizio potrebbe essere idealmente integrato nell’Area personale del sito, prevedendo uno specifico passo di iter prima della messa a disposizione dell’atto richiesto. Ad ogni modo, seppur possibile un tale servizio risulta comunque complesso e non si è oggi a conoscenza di nessuna sua reale implementazione.
Cosa deve quindi fare il Comune
Se come abbiamo visto il cittadino è sempre tenuto a pagare l’imposta di bollo sia sull’istanza che presenta al Comune che sull’atto/provvedimento/certificato ottenuto con quella sua richiesta, il Comune è tenuto a gestire la modalità con cui permettere al cittadino di espletare questo obbligo, a seconda della modalità con cui presenta la propria istanza, ovvero:
- Tramite un servizio eGov
- Con trasmissione telematica (e-mail/PEC)
- Consegnando l’istanza compilata fisicamente a uno sportello del Comune
- Spedendo l’istanza compilata per posta
La seguente tabella riporta il dettaglio per ciascuna delle modalità possibili.
Contrassegno telematico | Assolvimento virtuale (per Comuni autorizzati da AdE) | @e.Bollo | |
Servizio eGov | Sì Il cittadino deve acquistare preliminarmente i necessari contrassegni telematici al tabacchino Modulo (o form online) per presentazione dell’istanza che deve prevedere una sezione per la dichiarazione sostitutiva assolvimento dell’imposta di bollo con inserimento identificativo e data/ora d’emissione dei contrassegni acquistati | Sì Integrazione Servizio eGov di presentazione istanza con pagamento tramite pagoPA di quanto dovuto per i bolli sull’istanza (da rendicontare con codice 14) e sull’atto (codice 22) da effettuare al momento dell’invio | Sì Integrazione del servizio eGov con @e.Bollo ma solo per l’istanza[6] |
Trasmissione telematica (e-mail /PEC) | Sì Messa a disposizione di specifico servizio di pagamento spontaneo dei bolli che prevede generazione e successivo pagamento con pagoPA (online o tramite avviso di pagamento) del dovuto comprensivo dei bolli per l’istanza e per l’atto (da rendicontare con codici 14 e 22). Il cittadino paga e allega la RT all’istanza presentata | NO[7] | |
Presentazione allo sportello | Sì Messa a disposizione di specifico servizio di pagamento spontaneo per i bolli su istanza analogica (da rendicontare con codice 13) e sull’atto (con codice 19 o 22 o 23) con generazione dell’avviso di pagamento pagoPA pagabile dal cittadino sul territorio, tramite app oppure allo sportello tramite POS-pagoPA | NO | |
Spedizione per posta | Sì Messa a disposizione di specifico servizio di pagamento spontaneo per i bolli (su istanza analogica da rendicontare con codice 13 e sull’atto con codice 19, 22 o 23). Il cittadino paga con la modalità preferita e allega la RT all’istanza presentata |
Tabella: “Modalità di assolvimento imposta di bollo in base a come l’utente presenta la propria istanza al Comune”
In estrema sintesi:
- È sempre possibile richiedere l’assolvimento dell’imposta tramite contrassegno telematico. Il cittadino dovrà acquistare preliminarmente i contrassegni telematici necessari al tabacchino e il Comune dovrà prevedere di inserire nei propri moduli (o form online) per la presentazione delle istanze una sezione relativa alla dichiarazione sostitutiva dell’assolvimento dell’imposta di bollo in cui far riportare l’identificativo e la data/ora d’emissione dei contrassegni acquistati. Il Comune sarà quindi tenuto a verificare, al ricevimento dell’istanza, la correttezza dell’importo pagato (specie nei casi di trasmissioni non telematiche) e a effettuare annualmente dei controlli a campione sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive ricevute.
- Il sistema @e.Bollo può essere integrato dai Comuni nei propri sistemi eGov per la presentazione delle istanze (utilizzando “modello unico pagoPA” e “checkout”), ma ad oggi solo per il pagamento dell’imposta sull’istanza.
- I Comuni che ottengono l’autorizzazione da AdE per l’assolvimento virtuale possono invece gestire direttamente il pagamento dell’imposta di bollo per ciascuna delle modalità possibili di presentazione delle istanze, evitando ai cittadini di acquistare preventivamente i dovuti contrassegni telematici.
Per farlo devono però organizzarsi:
- censendo per ciascun procedimento avviabile per istanza di parte quanto dovuto (sia per l’imposta da bollo su istanza e atto, sia per eventuali ulteriori diritti previsti)
- integrando i propri servizi eGov per la presentazione delle istanze con il pagamento contestuale tramite pagoPA anche di quanto dovuto per l’imposta di bollo
- mettendo a disposizione un sistema (portale) per permettere il pagamento “controllato” tramite pagoPA di quanto dovuto per ciascuna istanza da presentare tramite trasmissione telematica, tradizionale o da sportello, con un importo da pagare già preimpostato e non modificabile (di cui viene inoltre gestita in maniera trasparente all’utente l’assegnazione alle specifiche voci di bilancio tramite i “tipi voce”)
- gestendo “di fino” la riconciliazione contabile di quanto incassato (automatizzabile grazie ai “tipi voce” utilizzati), così da effettuare una precisa rendicontazione ad AdE.
Da notare come un Comune possa anche scegliere di utilizzare modalità differenti a seconda dei diversi procedimenti gestiti, richiedendo ad esempio l’assolvimento tramite contrassegno telematico per le istanze relative alla costituzione di un’unione civile e invece l’assolvimento virtuale per le richieste relative al rilascio dei permessi di costruire.
Pagamento bollo, come supportare i cittadini
Per aiutare i cittadini a districarsi in questa selva, il Comune dovrà sempre e comunque riportare le informazioni precise su quanto e come possa essere assolto il pagamento dell’imposta di bollo nella scheda informativa del servizio che la prevede, pubblicata nella sezione “servizi” del proprio sito istituzionale.
A seconda poi delle diverse modalità utilizzate il Comune dovrà annualmente:
- effettuare i controlli sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive ricevute sull’assolvimento dell’imposta di bollo – per i servizi gestiti con l’assolvimento tramite contrassegno telematico
- effettuare la corretta rendicontazione e liquidazione all’AdE – per quanto incassato tramite l’assolvimento virtuale
Conclusioni
È essenziale per un Comune innanzitutto comprendere quanto la normativa preveda per ciascuna delle diverse modalità di trasmissione delle istanze e di messa a disposizione degli atti.
È quindi necessario verificare se si sta implementando correttamente quanto richiesto per ciascun procedimento amministrativo avviabile da un cittadino presentando “istanza di parte” e se si stanno fornendo adeguate informazioni su cosa e come fare all’interno della scheda informativa del servizio corrispondente pubblicata sul proprio sito.
Infine, nel percorso di digitalizzazione delle proprie istanze, è opportuno che il Comune ponga attenzione a come integrare l’assolvimento del pagamento dell’imposta di bollo in modo “organico” con la gestione dei pagamenti tramite pagoPA e con la reingegnerizzazione delle proprie procedure, ponendosi l’obiettivo di semplificare l’attività sia dei propri dipendenti che dei cittadini.
Non può essere infatti considerato accettabile un risultato della digitalizzazione di un servizio per la presentazione di un’istanza d’avvio di un procedimento che produca un servizio eGov che costringe ancora il cittadino a recarsi preliminarmente presso un tabacchino per acquistare una marca da bollo (anche se chiamata contrassegno telematico).
Deve poter essere sempre possibile effettuare tale pagamento online, in modo semplice e non solo per l’istanza da presentare ma anche per il provvedimento/certificato da ottenere.
Se questo risulta attualmente implementabile per i Comuni autorizzati all’assolvimento virtuale, è auspicabile che in futuro possa diventarlo per tutti i comuni, anche grazie all’integrazione delle proprie aree personali con il sistema @e.bollo.
Infine una speranza a titolo personale: che almeno per il pagamento con pagoPA di questa imposta non vengano previste commissioni. Diversamente risulta difficile proporre ai cittadini una digitalizzazione come sinonimo di semplificazione e di “miglioramento” di quanto oggi disponibile, quando l’acquisto di un contrassegno telematico presso un tabacchino fa sì perder tempo ma risparmiare.
Note
- A meno di non prevedere un apposito servizio digitale a favore dei cittadini (che però sarebbe auspicabile venisse realizzato “centralmente”) ↑
- Che nel procedimento amministrativo sono le richieste di un privato finalizzate all’ottenimento di un provvedimento a suo favore ↑
- Per la normativa un “foglio” corrisponde a 4 facciate) ↑
- Decreti 7 giugno 1973, 25 luglio 1975, 31 ottobre 1981, 10 febbraio 1988 e 24 maggio 2012 ↑
- Codice tassonomico “9/0115103TS/”: Altre imposte di Bollo ↑
- Nel caso di pagamento dell’imposta di bollo avvenga unitamente ad altro come ai diritti di istruttoria, per una corretta riconciliazione contabile il dovuto da pagare dovrà essere stato generato riportando correttamente nei metadati i singoli importi da collegare alle rispettive voci di bilancio, tramite i “tipi voce” ↑
- per far pagare il bollo sull’atto occorrerebbe realizzare un servizio eGov relativo alla messa a disposizione dell’atto anch’esso da integrare ↑