Nel gran parlare che si fa in questi tempi di blockchain, criptovalute e smartcontracts circola l’idea che questa tecnologia, indipendente da chi la usa e sostanzialmente neutrale, renda inutili i controlli e le garanzie umane, e quindi, nel settore dei contratti e dei registri immobiliari, l’intervento del notaio. Una premessa di fondo: i notai non sono né contrari né in ritardo rispetto all’evoluzione tecnologica; dialogano da tempo con la PA esclusivamente con documenti informatici trasmessi telematicamente e muniti di firma digitale (registri immobiliari, registro delle imprese e, si spera tra breve, anche registro generale dei testamenti), dal 2013 vengono stipulati atti in modalità totalmente informatica, dapprima con firma digitale e da oltre un anno anche con firma grafometrica attraverso il software iStrumentum sviluppato dalla Notartel spa, società informatica del notariato, in collaborazione con Aruba, che in questi giorni è stato selezionato fra i “cento progetti per cambiare la PA” all’interno del FORUM PA 2017.
Blockchain in questo ambito costituisce una straordinaria opportunità di sicurezza e semplificazione. Ma è una tecnologia che dà molte opportunità e può avere utilizzi con finalità opposte. Una Blockchain può essere permissionless o permissioned, con la conseguenza nel primo caso che tutti possano essere miners (ma a quali costi per chi partecipa e con quali rischi sul controllo del sistema se si affermano attori troppo forti? L’uso dei bitcoin per fini criminali sta emergendo come preoccupante realtà) oppure, nel secondo caso, che possano esserlo solo alcuni (ma a quali condizioni e poste da chi?).
Ciò che noi notai ci chiediamo, come giuristi e cittadini prima ancora che per il nostro ruolo, è cosa comporti l’adozione di nuove tecnologie in termini di sicurezza e tutela dei diritti delle persone, e se queste siano effettivamente neutre o non possano favorire alcuni (in genere i più forti) a discapito di altri. Il sistema dei pubblici registri, ed in particolare quelli immobiliari, si basa in tutti i paesi di civil law sulla garanzia dello Stato per la loro tenuta (che comprende la tutela giurisdizionale) e sull’immissione nei pubblici registri di documenti qualificati (in genere l’atto notarile e la sentenza). Questo consente di avere dei costi di transazione molto inferiori e dei livelli di sicurezza notevolmente superiori rispetto ad altri sistemi giuridici. Inoltre anche un’analisi superficiale fa comprendere che forme di pubblicità complesse come quella immobiliare non sono perfettamente compatibili con un sistema basato su blockchain e smart contracts, e devono poter sottostare ad un’autorità pubblica, un giudice: una sentenza di nullità deve poter riscrivere (correggere) anche a distanza di anni il contenuto dei pubblici registri, e deve far capo ad un’autorità superiore di controllo.
Il rischio è quello dell’affievolirsi della tutela dello Stato, e della sostanziale attribuzione (soprattutto in caso di blockchain permissioned) di maggiori poteri ai gestori del sistema (se si condivide l’idea che chi gestisce un sistema tecnologico sarà sempre in grado di indirizzarne le finalità). Il tutto senza un concreto vantaggio rispetto ad un sistema che, nel nostro ordinamento, funziona molto bene.
La presenza dell’intermediario professionale (il pubblico ufficiale, il notaio) per l’immissione dei dati nel pubblico registro non è un’inutile peso, ma una garanzia della qualità del dato, che rende affidabile il registro. Altrimenti succedono casi come quello del famoso furto dell’Empire State Building La blockchain può essere un sistema di grande utilità (a condizione di renderla fruibile a tutti in condizioni di parità di accesso) laddove lo Stato non intenda far arrivare la sua tutela attraverso i registri pubblici: la società dell’informazione può regolare e controllare l’enorme mole di dati e transazioni solo attraverso un più evoluto concetto di registrazione delle transazioni. Le insidie vengono oggi dalla difficoltà di verifica della fonte dei dati e della loro bontà. In questo senso una blockchain virtuosa può aiutare lo sviluppo sicuro delle transazioni, laddove la sicurezza è fattore di crescita e di economicità.
Settori elettivi di blockchain virtuose potrebbero essere ad esempio il commercio elettronico di beni di valore come le opere d’arte, che necessitano di controlli che gli Stati tradizionalmente non assicurano, o il vasto ambito dell’eredità digitale, o anche, trovandone le condizioni e modificando le normative anche sovranazionali, il settore dei titoli di credito. A questi sviluppi il notariato può dare il suo contributo, allo scopo di creare le condizioni di quella fiducia che è un valore irrinunciabile in qualunque tipo di scambio. Per questo è necessaria una funzione di controllo e garanzia da parte di soggetti che siano terzi e non attori del sistema, ed in questo contesto si inquadra un ruolo tecnologicamente evoluto del notaio.