Residenza, patrimonio e famiglia: gli esclusi dal reddito di cittadinanza non rispondono a nemmeno uno dei requisiti indicati nella legge di conversione del decreto 4/2019. La norma è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, il testo regola il reddito di cittadinanza indicando motivi di inclusione, cifre e parametri necessari per accedere ai benefici.
Per garantire l’aggiornamento della modulistica per presentare la domanda online, proprio alla luce della pubblicazione della legge, ieri il Ministero del Lavoro sul suo portale ha spiegato che al momento la possibilità di inoltrare la richiesta per via telematica è sospesa, solo temporaneamente.
Infatti, sono state apportate alcune modifiche rispetto al testo originario nel corso dell’iter che ha portato al suo completamento, in particolare proprio riguardo ai motivi di inclusione (l’argomento è trattato anche tra i servizi Inps online ndr). Vediamo dunque di fare chiarezza sui motivi di esclusione, ma anche sulle sanzioni in caso di irregolarità.
Esclusi reddito di cittadinanza: i motivi
I parametri di inclusione, e di conseguenza di esclusione, dalla misura statale si basano su cittadinanza/residenza, requisiti patrimoniali e caratteristiche dei nuclei familiari.
Sono esclusi dalla possibilità di ottenere la misura le persone che non hanno nemmeno uno di questi requisiti:
- non hanno cittadinanza italiana;
- non sono cittadini di Paesi dell’Unione europea;
- cittadini di Paesi terzi che non hanno il permesso UE per soggiornanti di lungo periodo;
- chi non è residente in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.
Inoltre, i motivi di esclusione di un nucleo familiare in base ai requisiti reddituali e patrimoniali sono:
- un valore ISEE superiore a 9.360 euro;
- un valore del patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione, superiore a 30.000 euro;
- un valore del patrimonio mobiliare superiore a 6.000 euro (per ottenere il beneficio, non bisogna superare la cifra, che può però essere accresciuta di 2.000 euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo, fino a 10.000 massimo, più altri 1.000 per ogni figlio successivo al secondo e di ulteriori 5.000 per ogni componente del nucleo con disabilità);
- reddito familiare superiore a 6.000 euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza previsto dalla legge.
Sono esclusi dal reddito di cittadinanza anche i candidati che, riguardo ai beni durevoli, hanno almeno un componente del proprio nucleo familiare intestatario di un’auto immatricolata per la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta di reddito di cittadinanza o di veicoli con cilindrata superiore a 1.600 cc, o moto di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati nei due anni precedenti, così come navi.
Viene specificato nella legge che sono esclusi dal reddito di cittadinanza i nuclei familiari che annoverano tra i componenti soggetti che hanno presentato dimissioni volontarie e, dodici mesi dopo, si trovano disoccupati.
Reddito di cittadinanza precedenti penali
Sono esclusi dalla possibilità di richiedere la misura del reddito di cittadinanza le persone che hanno precedenti penali per reati legati alla criminalità organizzata e al terrorismo, ma anche per truffa con l’aggravante dell’aver percepito indebitamente sussidi pubblici.
Da sottolineare anche che l’articolo 28 del Codice penale che, qualora il giudice disponga all’atto della condanna l’interdizione dai pubblici uffici, il soggetto non può percepire pensioni, assegni e stipendi a carico di enti pubblici e dello Stato.
Sanzioni reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza può essere revocato in caso di irregolarità. Il legislatore ha previsto che qualcuno potesse fare il “furbetto”, presentando dichiarazioni mendaci al fine di ottenere comunque il sussidio. Le pene previste dalla legge per dati del reddito di cittadinanza errati sono:
- da due a sei anni di reclusione per chi rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o omette informazioni dovute;
- da uno a tre anni di reclusione per l’omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, o di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca del beneficio;
- la revoca del beneficio con effetto retroattivo alla condanna in via definitiva per i due reati precedenti o per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, reato previsto all’articolo 640-bis del codice penale: dunque il soggetto incriminato dovrà restituire tutto quanto indebitamente percepito;
- la revoca del beneficio, con retroattività, quando l’amministrazione accerta la non corrispondenza al vero delle dichiarazioni e delle informazioni poste a fondamento dell’istanza o la mancata comunicazione di variazioni del reddito.
Secondo la legge, può determinare la revoca del reddito di cittadinanza anche il comportamento o la condizione di un componente del nucleo familiare. Per esempio, la legge prevede il rigetto della domanda se un familiare:
- non effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
- non sottoscrive il Patto per il lavoro o il Patto per l’inclusione sociale;
- non partecipa, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva;
- non aderisce ai progetti organizzati nell’ambito dal proprio Comune;
- non accetta almeno una di tre offerte congrue;
- non effettua le comunicazioni necessarie o le presenta fasulle per ottenere maggiore reddito di cittadinanza;
- non presenta una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;
- se viene trovato dalle autorità intento a svolgere attività di lavoro dipendente in assenza delle comunicazioni obbligatorie o attività di lavoro autonomo o di impresa.