Finanziamenti all’innovazione, la Commissione Ue prepara la strada all’erogazione di nuove risorse. In vista l’approvazione di nuovi strumenti per l’attivazione di fondi. All’ordine del giorno, fra l’altro, una maggiore spinta a startup e Pmi, progetti di ricerca collaborativa focalizzata su tecnologie emergenti, nomina di una task force ad hoc. Ecco lo scenario e le tappe del percorso.
La Commissione europea ha pubblicato il 18 marzo la nuova versione del Work Programme Enhanced European Innovation Council (EIC) pilot -EIC per il biennio 2019-2020, con un budget stanziato di circa 2 miliardi di euro di finanziamenti per l’innovazione, a sostegno di progetti di diffusione tecnologica.
All’interno del Work Programme troviamo quindi una serie di strumenti già esistenti e alcune novità che potrebbero essere molto interessanti in anticipo sulla programmazione Horizon Europe 2021-2027. Nello specifico il Pathfinder (FET Open e FET Proactive) che andrà a supporto di ambiziosi progetti di ricerca collaborativa focalizzati su tecnologie emergenti, con contributi fino a 4 milioni di euro. Il bando si è aperto il 19 marzo.
È opportuno evidenziare che all’interno del “pacchetto” sono presenti anche iniziative che hanno l’obiettivo di accelerare lo sviluppo di startup e pmi, consentendo alle imprese di accedere (ed è la prima volta in ambito europeo) a finanziamenti misti (grant e partecipazioni in equity) fino a 15 milioni di euro; unitamente a sviluppare e potenziare le innovazioni nella fase in cui possono attirare investimenti privati (in questo caso il bando sarà aperto a giugno).
Lo sblocco dei 2 mld è una delle tappe raggiunte dall’esecutivo UE verso il Consiglio europeo per l’innovazione, la competitività e l’industria.
Ue, i progetti in campo per finanziare l’innovazione
In quell’occasione ci aspettiamo che le istituzioni europee istituiscano un nuovo Consiglio europeo per l’innovazione (EIC); a riguardo, la Commissione Europea ha annunciato che dovrebbe nominare da 15 a 20 leader dell’innovazione, una sorta di comitato consultivo pilota con l’obiettivo di supervisionare, preparare e supportare il futuro del nascente Consiglio. In questo caso, le candidature dovranno essere presentate entro il 10 maggio prossimo venturo.
L’Accelerator (SME Instrument) invece, sarà dedicato ad aziende e startup a vocazione fortemente innovativa, con l’obiettivo di accelerare i loro processi di crescita sui mercati europei e globali. Tra le principali novità introdotte che potrebbero cambiare radicalmente l’approccio:
• cancellazione della Fase 1 SME Instrument, con ultima scadenza fissata al 5 settembre 2019;
• integrazione dell’attuale meccanismo di Fase 2 SME Instrument (EIC Accelerator), attraverso un finanziamento in equity, a partire dalla scadenza del 9 ottobre 2019. Da questa scadenza, sarà dunque possibile presentare una domanda di finanziamento attraverso grant, secondo le attuali regole SME Instrument Fase 2, oppure una domanda combinata di grant ed equity. Adesso aspettiamo di vedere quali saranno i dettagli aggiuntivi che saranno comunicati dalla Commissione sulle partecipazioni in equity dell’Accelerator.
Come funzionerà lo Sme Instrument
La Commissione assumerà anche «gestori di programmi» con competenze di spicco nelle nuove tecnologie per fornire supporto pratico a tempo pieno ai progetti. Anche qui, a breve sarà pubblicata la call specifica. In sintesi si tratta di un significativo cambio di indirizzo dello SME instrument: il termine della fase 1 (ovvero il grant di 50.000 euro) ed una modifica sostanziale ed epocale della fase 2.
Infatti non si tratterebbe più solamente di grant a fondo perduto ma anche di partecipazione diretta in equity all’interno delle imprese considerate più scalabili: un finanziamento in equity, a partire dalla scadenza del 9 ottobre 2019. Sarà dunque possibile presentare una domanda di finanziamento attraverso grant, secondo le attuali regole SME Instrument Fase 2, oppure una domanda combinata di grant ed equity.
Giova ricordare che ad oggi lo SME Instrument dispone di circa 2,8 miliardi di euro per il settennato 2014-2020 con l’obiettivo di sostenere i progetti di ricerca e innovazione delle piccole e medie imprese e la commercializzazione delle soluzioni innovative realizzate dalle PMI: si tratta di un finanziamento fino al 70% del costo del progetto e si articola in tre fasi: Studio di fattibilità; Innovazione; Commercializzazione”.
In vista del dibattito in seno al Consiglio europeo del 22 e 23 marzo su innovazione, industria e competitività, aspettiamo di vedere se la Commissione prenderà davvero misure decisive per l’istituzione del Consiglio europeo per l’innovazione. Si sta per implementare una misura con un focus molto internazionale, oltre al fondo annunciato da Di Maio, destinato a startup capaci di scalare un mercato worldwide. Startup che potranno andare a proporre partecipazioni azionarie direttamente a Bruxelles invece che soltanto all’ecosistema Italia.
Finanziamenti per startup e Pmi
A questo si aggiunge che la Commissione ha comunicato di aver selezionat0 68 nuove startup e PMI per un finanziamento totale di 120 milioni di euro nell’ambito dell’attuale progetto pilota relativo al CEI. Tra le value proposition si segnalano imprese che sviluppano tecnologie di pagamento online basata su blockchain, nuovi schermi efficienti sotto il profilo energetico, soluzioni per combattere il rumore del traffico.
Senza dimenticare che ad aprile la Commissione europea e il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) hanno lanciato un programma paneuropeo di fondi di fondi di capitali di rischio (VentureEU) volto a stimolare gli investimenti nelle start-up e scale-up innovative in tutta Europa. nell’ambito dell’Unione dei mercati dei capitali (CMU) e dell’iniziativa start-up e scale-up.
Se pensiamo che nel 2016 il capitale di rischio investito nell’UE (fonte Commissione Europea) è stato di circa 6,5 miliardi di €, contro i 39,4 miliardi di € investiti negli Stati Uniti è giunto il momento sia a livello locale (Italia) che europeo di dare una svolta vera.
Sicuramente i fondi di capitale di rischio in Europa hanno dimensioni troppo ridotte: 56 milioni di € in media, rispetto ai 156 milioni di € negli Stati Uniti.
Gli investitori di capitali di rischio si spostano di conseguenza verso ecosistemi nei quali hanno maggiori possibilità di crescere rapidamente. Alla fine del 2017, 26 società localizzate in Europa avevano raggiunto una valutazione di mercato superiore a 1 miliardo di $, considerata eccezionale, contro le 109 degli Stati Uniti e le 59 della Cina.
A breve sapremo se dalle parole si sta passando ai fatti, ma certo è che in Europa sembrano essersi accorti tutti che bisogna accelerare. Non c’è più tempo da perdere, è troppo elevato il rischio di rimanere schiacciati tra USA e Cina.