Nel mondo dell’informatica forense l’AI viene utilizzata già da parecchio tempo: molti software hanno implementato funzionalità utili agli investigatori digitali per analizzare e categorizzare dettagliatamente grandi quantità di dati, identificare pattern e correlazioni che potrebbero essere difficili o richiederebbero molto tempo per essere rilevati manualmente. Inoltre può essere utilizzata per automatizzare molte delle attività ripetitive che sono tipiche di questa disciplina forense, come ad esempio l’individuazione di immagini di natura pedopornografica o raffiguranti sostanze stupefacenti, consentendo agli investigatori di concentrarsi su analisi più complesse e di alta priorità.
I motori di ricerca, come ad esempio Google, utilizzano funzioni dell’intelligenza artificiale per sviluppare protocolli in grado di riconoscere elementi multimediali ritraenti minori in atteggiamenti sessuali, aiutando le autorità competenti ad indagare su queste attività illegali e prevenire la diffusione di materiale pedopornografico.
O, ancora, all’interno dei software Cellebrite e Magnet Axiom, questa nuova tecnologia viene sfruttata per migliorare la capacità di estrarre, analizzare e interpretare i dati da supporti informatici (dispositivi mobili, pc e memorie), aiutando a identificare pattern e relazioni tra i dati, velocizzare la categorizzazione di immagini, filmati, e-mail e messaggi di testo, per rendere più precisi i risultati delle ricerche.
Di questo passo, dunque, l’intelligenza artificiale assumerà ruoli sempre più importanti.
Audio forensics e riconoscimento facciale
Altri campi in cui è stata implementata questa tecnologia con ottimi risultati riguardano il mondo dell’audio forensics e del riconoscimento facciale.
EasyVoice Biometrics, software utilizzato per effettuare il riconoscimento vocale in grado di identificare una persona in base alla sua voce, analizzando le caratteristiche uniche del tono, del ritmo e del timbro, utilizza algoritmi avanzati per addestrare i suoi modelli su grandi quantità di dati vocali per migliorare continuamente le prestazioni del sistema.
Altro esempio è Openface, il quale sfrutta deep learning, una forma di apprendimento automatico basata su reti neurali, per addestrare i suoi modelli di riconoscimento facciale su grandi quantità di dati di volti, al fine di analizzarne i tratti distintivi come la forma e la posizione degli occhi, il naso, la bocca e le orecchie, confrontando queste informazioni con quelle di soggetti terzi per identificare corrispondenze.
Gli sviluppi dell’intelligenza artificiale
Tutti siamo a conoscenza del fatto che il mondo dell’informatica sia in continua evoluzione, uno dei settori più innovativi in fase di sviluppo è l’intelligenza artificiale (AI), ovvero la branca che si concentra sulla creazione di sistemi e algoritmi in grado di eseguire compiti che, solitamente, richiedono l’intelletto umano, come ad esempio l’apprendimento automatico, la risoluzione di problemi complessi e la capacità di prendere decisioni.
L’AI utilizza tecniche avanzate di analisi dei dati, come il machine learning e il deep learning, per modellare un sistema in grado di percepire, comprendere e apprendere livelli di intelligenza simili a quelli umani. Difatti, l’AI cerca di imitare i comportamenti dell’uomo tramite il riconoscimento del linguaggio naturale, comprende i contenuti a cui viene sottoposta riuscendo quindi ad adattarsi a nuove situazioni.
Ad oggi l’intelligenza artificiale è utilizzata in molti settori innovativi, partendo dai più conosciuti come il riconoscimento vocale, la traduzione automatica o l’ottimizzazione della produzione in impianti manufatturieri, sino ad arrivare a nuovi ambiti come la guida autonoma dei veicoli, la diagnostica medica, la previsione e prevenzione di attacchi informatici o la personalizzazione delle campagne di marketing.
Esistono due differenti tipologie di intelligenza artificiale, AI debole e AI forte.
Di seguito vengono proposte le principali differenze:
- AI debole: limitata a una singola attività o compito specifico, è basata su algoritmi predefiniti e sulla programmazione, viene descritta come “intelligenza artificiale ausiliaria”, poiché supporta e migliora le attività umane;
- AI forte: è in grado di svolgere una vasta gamma di compiti e attività, imparando e adattandosi autonomamente, infatti viene definita “intelligenza artificiale autonoma”.
Le sfide dell’AI nell’informatica forense
Tuttavia, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’informatica forense presenta anche alcune sfide, ad esempio, può essere difficile garantire che i risultati ottenuti siano sempre affidabili e precisi. Inoltre, l’IA può essere influenzata da errori di addestramento, il che può portare a conclusioni errate, quindi è importante che gli investigatori siano sempre consapevoli delle attuali limitazioni e che utilizzino questa tecnologia con attenzione e spiccato senso critico, effettuando sempre delle verifiche sui risultati ottenuti.
Un’altra disciplina che potrebbe avere risvolti molto importanti rispetto all’utilizzo dell’AI è quella giuridica. A livello legale non esiste ancora una norma che regoli l’uso e l’applicazione dell’intelligenza artificiale a livello globale, tuttavia, alcuni paesi e organizzazioni hanno iniziato ad elaborare alcune leggi e linee guida per disciplinarne l’impiego.
Intelligenza artificiale per la Giustizia, ecco i peggiori rischi da evitare
La Commissione UE ha proposto un regolamento con l’obiettivo di istituire un quadro di riferimento legale volto al mercato dell’Unione Europea, garantendo che l’AI venga utilizzata in maniera etica e responsabile.
Per quanto concerne il panorama italiano è intervenuto il Garante della protezione dei dati personali al fine regolarne l’utilizzo, assicurando un elevato livello di protezione dei dati, dei diritti digitali e delle norme etiche.
L’IA nell’ambito dei processi civili e penali
L’intelligenza artificiale, quando addestrata correttamente, è in grado di adattarsi a tutti gli ambiti della vita, tra cui anche quello dei processi civili e penali, per i quali si ipotizza di utilizzare tale tecnologia per:
- Istituire banche dati giurisprudenziali per il supporto e la stesura di parte di provvedimenti, anche come strumento per la prevedibilità di decisioni giurisdizionali;
- Vagliare il rischio di recidiva soprattutto nei sistemi predittivi, nella valutazione della pericolosità e applicazione di innumerevoli istituti processuali;
- Prevedere e prevenire la commissione dei reati e aiutare lo specialista nella ricerca di fonti di prova;
- Supportare la valutazione della credibilità dei testimoni, la previsione del comportamento delle parti e la determinazione della pena più appropriata.
Tuttavia, come in tutti i campi di applicazione, l’utilizzo in procedimenti giudiziari presenta anche alcune sfide. Ad esempio, come per il caso dell’informatica forense, errori commessi in fase di addestramento potrebbero condurre a conclusioni errate o decisioni ingiuste, cosa non di poco conto da tenere bene in considerazione. Inoltre, l’utilizzo dell’AI può essere percepito come minaccioso per la privacy e la protezione dei dati, sollevando preoccupazioni riguardo alla trasparenza e alla comprensibilità delle decisioni prese dalla tecnologia.
Conclusioni
L’intelligenza artificiale rappresenta un punto di svolta nella storia dell’umanità, poiché essa non solo potenzia la nostra capacità di risolvere problemi e prendere decisioni, ma ci sfida anche a riflettere sulla natura stessa della conoscenza, della consapevolezza e dell’essere umani.