Il 14 luglio 2022 il primo NFT rappresentato sotto sotto forma di crypto opera è entrato ufficialmente per la prima volta nella storia nel rinomato Archivio Storico Olivetti. L’Associazione Archivio Storico Olivetti, in collaborazione con Artàporter , ha dato vita ad una mostra dedicata all’iconica macchina da scrivere portatile, da tutti meglio conosciuta come “Lettera 22”.
L’esposizione, intitolata “20xL22” ha visto protagonisti creativi, artisti, digital creator e designer che si sono cimentati nella creazione di un’affiche postmoderna basandosi sul design della macchina da scrivere.
Indice degli argomenti
Olivetti e la Lettera 22
Inizialmente dovevano essere selezionate 20 opere da parte di una commissione composta dagli esperti di Olivetti e dal team di curatori di Artàporter. Ma le proposte candidate sono risultate così numerose ed originali che si è deciso di premiare ulteriori 10 opere e altrettanti artisti attraverso una speciale menzione d’onore. L’Associazione Archivio Storico Olivetti, nata a Ivrea nel 1998 dalla volontà della Società Olivetti con la partecipazione di soci pubblici e privati, svolge un lavoro di raccolta, riordino, conservazione e promozione dell’immenso patrimonio archivistico riguardante la storia della Società e delle personalità della famiglia Olivetti. Tali patrimoni, costituiti da documenti, lettere, libri, giornali, riviste, manifesti, disegni, foto, video, prodotti, modellini e plastici, sono oggetto di un attento lavoro di schedatura elettronica e di digitalizzazione.
Scopri come l'AI Act trasforma la responsabilità nell'innovazione. Leggi il nostro whitepaper!
L’attività dell’Archivio non si limita all’impegno strettamente archivistico di recupero, catalogazione e conservazione dei documenti, ma si manifesta anche attraverso l’attività di assistenza e consulenza scientifica nei confronti di studiosi e ricercatori, di collaborazione con iniziative culturali, di realizzazione di mostre, conferenze, ricerche e pubblicazioni finalizzate a promuovere la conoscenza della storia e dei valori della Olivetti. L’Archivio Storico Olivetti, nell’ottobre del 1998, è stato dichiarato di “notevole interesse storico” da parte della Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta. Numerose le mostre organizzate con impegno e dedizione da parte dell’Associazione, ultima per ordine cronologico quella che, attraverso un piccolo passo è riuscita a lasciare una grande e importante impronta di innovazione all’interno dell’Archivio.
La Lettera 22 fu messa in produzione, per la prima volta, nel 1950 quando l’Olivetti all’epoca era guidata dal patron Adriano Olivetti. Quella innovativa macchina per scrivere portatile nasceva con l’intento di uscire dagli studi dell’alta borghesia ed arrivare a tutti, impiegati, maestri, giornalisti. Lo confermavano il suo design, estremamente lineare e compatto. Nella progettazione della Lettera 22, nulla era stato lasciato al caso. La creazione del modello era stata affidata alla creatività e all’intelligenza di Marcello Nizzoli, uno dei designer italiani più apprezzati al mondo, che ci lavorò partendo da un progetto di Giuseppe Beccio. La campagna pubblicitaria, invece, fu studiata e portata avanti con maestria da un altro fuoriclasse come Giovanni Pintori. Il risultato fu che la Lettera 22 venne premiata prima con il Compasso d’Oro (1954) e poi come miglior oggetto di design del secolo (1959). Un apprezzamento poi consolidatosi nel tempo, visto che la macchina è oggi esposta in alcuni dei musei più famosi del mondo, come il MOMA di New York.
Il sogno dell’artista
Da crypto artist sono esponente del movimento artistico digitale “coesionismo” che rappresenta l’unione più intima ed armonica dell’arte tradizionale con quella digitale. E vuole farlo attraverso il contatto, come un seme che a contatto con la terra genera una pianta, una nuova vita, una cosa nuova, unica. Coesionismo vuole essere sinonimo di nova res, cosa nuova. Perché è proprio questo che esso genera, ogni qualvolta che un dispositivo digitale entra in contatto con uno tradizionale, in questo caso una tela su cui è rappresentata la Lettera 22.
Quel foglio che spunta dal suo interno è evidente, palese, quasi vivo e ha una storia: se quel foglio si trova in quell’esatta posizione è solo grazie ad un uomo, Adriano Olivetti. La mia opera, inizialmente, quel foglio lo vedeva semplicemente impresso sulla carta, semplicemente stampato, proprio come la macchina da scrivere. Poi una notte ho sognato un uomo: eravamo io, lui e la mia opera poggiata su di un tavolo, era lui, era Adriano. Gli chiesi: “Adriano cosa ne pensi?”. Lui non rispose, ma prese un taglierino dal tavolo e con un’incisione chirurgica ha tracciato una linea proprio nella parte dove il foglio usciva dalla macchina e come se fosse la cosa più normale del mondo, tirò fuori il foglio dalla macchina, lo guardò, lesse, poi un cenno di consenso. Mi svegliai incredulo: Adriano Olivetti mi aveva indicato cosa fare per rendere unica la mia opera.
Per questo motivo il mio “Grazie Adriano” non è un semplice grazie per aver portato l’Italia nel mondo, per aver donato agli italiani, rispetto, ricchezza e benessere, per aver ideato, immaginato e sviluppato le più iconiche macchine da scrivere del mondo, per aver dato la possibilità a migliaia di famiglie di poter vivere dignitosamente, ma è intimo e personale.