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Blockchain, le principali normative nazionali al mondo

I modelli di regolamentazione della blockchain con riferimento alle principali iniziative esistenti nel panorama globale, dagli Emirati Arabi all’Italia passando per Cina e Usa

Pubblicato il 19 Feb 2019

Angelo Alù

studioso di processi di innovazione tecnologica e digitale

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Il fenomeno Blockchain è sempre più al centro dell’attenzione delle istituzioni sul piano giuridico e normativo e rappresenta certamente il paradigma dell’evoluzione attuale di Internet nel processo di sviluppo delle tecnologie digitali.

L’Italia con il DL Semplificazioni fa certo avanguardia nella normativa blockchain, ma si pone anche all’interno di un percorso internazionale.

Per tale ragione, risulta interessante individuare i modelli di regolamentazione del fenomeno, facendo riferimento alle principali iniziative esistenti nel panorama globale.

Una definizione di Blockchain

Quando si parla di Blockchain si identifica espressamente, secondo la definizione tradizionale accolta a livello globale, «un database aperto e distribuito in grado di registrare transazioni in modo efficiente, verificabile e permanente», che formalizza l’idea concettuale teorizzata da Satoshi Nakamoto nel suo saggio “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System”, ove si afferma testualmente l’esigenza di creare «un sistema di pagamento elettronico basato su prova crittografica […] che consenta a due controparti qualsiasi di negoziare direttamente tra loro senza la necessità di una terza parte di fiducia […] utilizzando un server di marcatura temporale distribuito peer-to-peer per generare la prova computazionale dell’ordine cronologico delle transazioni».

Negli ultimi anni è stato evidenziato – probabilmente con eccessiva enfasi – l’impatto rivoluzionario della Blockchain che – al netto dei problemi di sicurezza e, in generale, delle criticità che ne caratterizzano l’attuale fase di sviluppo – costituisce senza dubbio un fattore innovativo in grado di incidere sugli assetti politici, economici e sociali esistenti.

Al riguardo, soprattutto nel contesto asiatico è possibile focalizzare gli interventi più significativi in materia, adottati da alcuni Paesi tecnologicamente all’avanguardia, la cui strategia prioritaria mira alla valorizzazione della Blockchain come strumento fondamentale per migliorare le condizioni di vita dei cittadini, i servizi pubblici e qualsiasi altro aspetto della società e dell’economia.

Il modello di blockchain degli Emirati Arabi

Emblematico, in tal senso, il documento “UAE Strategy for Artificial Intelligence (AI) 2031” predisposto nell’ottobre 2017 dal governo degli Emirati Arabi Uniti, nella parte in cui viene delineato un nuovo modello di “Smart Government”, basato sulla tecnologia Blockchain utilizzata per implementare l’efficienza e la qualità dei servizi pubblici erogati, grazie ad una significativa riduzione delle risorse sprecate a causa dei costi di transazione tradizionalmente previsti in tutti i settori e livelli governativi.

Tenuto conto delle coordinate generali definite nell’ambito del citato piano d’azione, è stata adottata la “Dubai Blockchain Strategy”, con l’obiettivo di rendere Dubai “la città più felice della Terra”, grazie all’utilizzo diffuso dell’Intelligenza Artificiale e della tecnologia Blockchain, in grado di garantire maggiori opportunità economiche, nonché la creazione di nuove industrie innovative e una più elevata efficienza governativa, nella prospettiva di rendere Dubai leader mondiale nel settore tecnologico entro il 2020, grazie al rilevante risparmio calcolato nella misura di 5,5 miliardi di dirham derivante dalla concreta attuazione della strategia operativa prevista.

Le linee guida della Cina

Particolarmente interessanti risultano, altresì, gli interventi realizzati dal Governo cinese che, nell’ambito della strategia “Made in China 2025”, diretta alla modernizzazione del settore industriale, incentiva in maniera particolarmente significativa il ricorso alla tecnologia IoT (“Internet delle Cose”) e all’Intelligenza Artificiale, come strumenti fondamentali da utilizzare nella produzione di beni e servizi imprenditoriali.

A tal fine, dopo l’approvazione del “Three-Year Guidance for Internet Plus Artificial Intelligence Plan (2016-2018)” e del “Three-Year Action Plan for Promoting Development of a New Generation Artificial Intelligence Industry (2018-2020)”, nel luglio 2017 Consiglio di Stato cinese ha pubblicato il “New Generation Artificial Intelligence Development Plan”, finalizzato a sviluppare, grazie ad ingenti investimenti pubblici che prevedono l’erogazione di un importo complessivo pari a 150 miliardi di dollari, un piano strategico nazionale di Intelligenza Artificiale per rendere la Cina la principale potenza mondiale nel settore IA entro il 2030, affidando al Ministero della Scienza e della Tecnologia (MOST), il compito di coordinare e attuare i progetti di Intelligenza Artificiale e lo sviluppo della tecnologia Blockchain.

Inoltre, il Partito di governo ha pubblicato un documento divulgativo recante linee guida operative, dal titolo “Blockchain—Leading Cadre’s Reader”, per aiutare i rappresentanti istituzionali e i quadri dirigenti a comprendere il funzionamento della Blockchain, in modo da condividere una visione strategica diffusa in grado di sfruttare le opportunità offerte dall’implementazione di sistemi basati su tale tecnologia.

Sul piano giurisprudenziale, proprio in Cina si registra un interessante pronuncia che riconosce la rilevanza della Blockchain: la Corte Suprema, infatti, in un recente caso deciso nel settembre 2018 ha sancito il valore legale vincolante nelle controversie giudiziarie delle prove autenticate con tecnologia Blockchain, affermando testualmente che «I tribunali riconosceranno i dati digitali presentati come prove se le parti interessate hanno raccolto e archiviato questi dati tramite blockchain con firme digitali affidabili o tramite una piattaforma di deposizione digitale che possa dimostrare l’autenticità di tale tecnologia utilizzata».

Gli interventi di regolamentazione negli Stati Uniti

Nel panorama normativo statunitense, è possibile focalizzare un crescente numero di interventi legislativi statali dedicata alla regolamentazione della tecnologia Blockchain. A titolo esemplificativo, l’House Bill 2602, adottato il 12 aprile 2018 modifica lo statuto dello Stato dell’Arizona, al fine di formalizzare il divieto di introdurre regolamentazioni locali in materia di Blockchain, dirette a impedire e/o limitare agli individui la gestione delle transazioni mediante tecnologia Blockchain, costituente oggetto di esclusiva regolamentazione statale. Lo Stato della California con il Disegno di Legge n. 838 approvato 28 settembre 2018, dopo aver definito le caratteristiche essenziali della tecnologia Blockchain, autorizza le società per azioni che non emettono titoli in circolazione quotati in borsa a inserire nel proprio atto costitutivo specifiche disposizioni che consentano la registrazione delle operazioni di emissione, trasferimento e conservazione effettuate dai propri azionisti mediante tecnologia Blockchain. Nello Stato del Connecticut, il Disegno di Legge n. 443 del 6 giugno 2018 ha istituito un gruppo di lavoro con il compito di formulare raccomandazioni funzionali a sviluppare un piano generale per favorire la crescita dell’industria Blockchain, mentre il Disegno di Legge n. 513 del 17 aprile 2018, ha previsto la costituzione del gruppo di lavoro preposto all’analisi dell’impatto della moneta digitale nella crescita economica delle imprese, anche al fine di incentivare l’utilizzo dello strumento degli Smart Contracts. Dello stesso tenore il Disegno di Legge n. 3613 presentato il 12 marzo 2018 dello Stato del New Jersey, con cui si stabilisce la creazione della New Jersey Blockchain Initiative Task Force, con il compito di individuare i vantaggi derivanti dall’uso della tecnologia Blockchain nelle operazioni di conservazione dei registri e di erogazione di servizi, mediante lo sviluppo di database distribuiti protetti da algoritmi crittografici, al pari, altresì, di quanto previsto dal Disegno di Legge n. 8793 approvato dallo Stato di New York. Il Disegno di Legge n 765 dello Stato di Vermont prevede l’implementazione di strategie in materia di Blockchain, al fine di promuovere l’efficienza degli apparati amministrativi e la produttività dei processi aziendali sia nel settore pubblica sia nel settore privato.

L’approccio dell’Unione europea

Nell’ambito dell’Unione europea, a seguito di una serie di iniziative promosse dalla Commissione europea (“Blockchain4EU: Blockchain per le trasformazioni industriali“, “Osservatorio e forum dell’UE sulla blockchain“, “Blockchain per il bene sociale“, “Studio sull’opportunità e sulla fattibilità di una struttura blockchain dell’UE“), il Parlamento europeo con la Risoluzione del 3 ottobre “sulle tecnologie di registro distribuito e blockchain: creare fiducia attraverso la disintermediazione”, ha riconosciuto la rilevanza della tecnologia Blockchain come strumento «che può democratizzare i dati e rafforzare la fiducia e la trasparenza», in quanto «rafforza l’autonomia dei cittadini» e migliora «l’efficienza dei costi delle transazioni eliminando intermediari e costi di intermediazione, oltre ad aumentare la trasparenza delle transazioni».

A tal fine, viene auspicato l’adeguamento del quadro giuridico-normativo vigente a tali innovazioni, per assicurare la “certezza del diritto” e “il rispetto del principio della neutralità tecnologica”, mediante la definizione di strategie finalizzate ad incrementare il livello delle competenze digitali e favorire la diffusione generalizzata di tale tecnologia.

La situazione in Italia

Per quanto riguarda l’Italia, anche grazie al contributo dottrinale di alcuni autori, particolarmente sensibili alla materia (emblematica, in tal senso, il recente volume “Diritto della Blockchain, Intelligenza Artificiale e IoT”, di F. Sarzana di S. Ippolito e M. Nicotra, edito Wolters Kluwer), si registrano le prime concrete iniziative istituzionali riguardanti la tecnologia Blockchain.

In particolare, dopo l’adesione del nostro Paese alla Blockchain Partnership, sottoscritta a Bruxelles il 27 settembre 2018, Il Ministero dello Sviluppo Economico, a seguito di una call pubblica, ha selezionato nel mese di dicembre trenta membri del “Gruppo di Esperti di alto livello per l’elaborazione della strategia nazionale sulle tecnologie basate sui registri distribuiti e blockchain”, nell’ambito di un processo multistakeholder diretto a implementare l’elaborazione di politiche innovative in grado di favorire lo sviluppo della tecnologia Blockchain a livello nazionale.

Il tutto per finire al summenzionato DL Semplificazioni.

Al via la blockchain revolution: ecco cosa potremo fare grazie alla nuova norma

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