dopo il DL Semplificazioni

PA digitale, mission impossible al 28 febbraio 2021: luci e ombre del decreto

Vista la storia degli oltre vent’anni passati a stabilire nuove norme sull’innovazione digitale, la data stabilita dal Semplificazioni per molte novità appare ottimistica. Bene che ci sia però. Positivi anche se parziali inoltre alcuni nuovi strumenti attuativi

Pubblicato il 20 Lug 2020

Giovanni Manca

consulente, Anorc

italia digitale

Ce la faranno i nostri eroi, della PA, a rispettare la data del 28 febbraio 2021? Già perché l’impatto del DL 76/2020 Semplificazioni sulla normativa dell’innovazione digitale è molto ampio, come descritto qui. E si veda anche il nuovo testo coordinato del Codice dell’amministrazione digitale che ne risulta.

Tra l’altro c’è l’obbligo dal 28 febbraio a fare accedere solo via Spid o Cie ai propri servizi digitali e a cominciare la transizione al digitale dei servizi in generale. E anche se non c’è una data per il completamento di questo processo, è comunque impresa sfidante.

I principi generali sul digitale sono quelli di stimolo alla trasformazione, all’obbligo di offerta di servizi in rete anche tramite l’APP IO per l’utilizzo degli stessi in mobilità e in generale ad un progettazione che sia digitale ab origine.

Competenze

Quanto stabilito è proposto in una modalità aggiornata ma non è una novità per la pubblica amministrazione. Al fine di sostenere la storica carenza di competenze all’interno della pubblica amministrazione si introducono catalizzatori innovativi con il Codice di condotta tecnologica e gli esperti ad esso associati a supporto del responsabile della trasformazione digitale.

Il problema dell’attuazione: Agid rafforzata e Codice Appalti

Viene potenziato il ruolo di AgID in termini di controllo e potere sanzionatorio al quale deve corrispondere un adeguato rafforzamento del personale dell’Agenzia anche nelle funzioni di Difensore civico per il digitale previste nell’articolo 17, comma 1-quater del CAD. Il concetto è semplice, non si possono fare le cose senza adeguate risorse umane e strumentali.

Questo rafforzato potere di AgID è uno dei punti cruciali per il raggiungimento degli obiettivi del DL 76/2020 perché Il legislatore ritiene che metta pressione sui dirigenti e il combinato disposto con la responsabilità amministrativa può sollecitare le decisioni e l’attività dirigenziale sul territorio.

Altre norme del DL 76/2020 che modificano il Codice degli appalti costituiscono ulteriore stimolo sul tema dell’attuazione delle norme.

Infatti il problema che sempre aleggia nell’aria per l’innovazione digitale è quello dell’attuazione. Dal primo CAD del marzo del 2005 l’attuazione è sempre stata a macchia di leopardo, poco finanziata in maniera mirata e con progetti, anche validi, estinti senza tracce dopo il primo ciclo di vita anche per modifiche allo scenario politico.

Una governance volatile, frammentata

Un altro problema, questo di natura esclusivamente politica, è la volatilità della governance legata strettamente alla comunicazione politica del momento, dove il Governo fa e poi il nuovo Governo disfa con rara attenzione alla continuità dei progetti.

Nell’ambito dell’attuazione è indispensabile che ci sia una reale visione politica a livello nazionale che può seguire quella comunitaria. I territori operano nell’autonomia costituzionale ma avvalendosi di standard nazionali per i formati dei dati da scambiare, per la presentazione dei servizi al cittadino e soprattutto per l’omogeneità nella presentazione e comunicazione dei servizi offerti; questo in particolare per la Sanità (con il Fascicolo Sanitario Elettronico) e in generale al fine di migliorare la qualità della spesa.

Il messaggio finale che l’attuazione deve far pervenire ai cittadini è che non conta la presentazione del servizio ma la qualità, l’efficacia e l’efficienza dello stesso.

Riuso, cloud

Per migliorare la qualità della spesa poi si dovrebbe maggiormente ricorrere al riuso del software, indirizzando sull’innovazione digitale i risparmi economici sulle licenze software. Il cloud è la base di partenza per questa operazione innovativa. Si deve però notare che sul fronte razionalizzazione dei CED il Semplificazioni si limita a ripetere quanto già stabilito, senza fissare roadmap o nuovi strumenti attuativi ad hoc (salvo quelli generali visti sopra).

La necessità di un supporto quotidiano

Concludiamo con il tema della Governance digitale che non deve essere solo regole, controllo e sanzioni ma anche supporto quotidiano. E’ opinione dello scrivente che sia indispensabile una struttura di supporto alle pubbliche amministrazioni che sia adeguatamente dotata di risorse umane e strumentali e che abbia lo scopo di aiutare il territorio ad applicare le norme e le tecnologie in modo corretto in analogia all’interpello fiscale in capo all’Agenzia delle Entrate. Le tematiche di innovazione digitale sono ormai di complessità elevata e anch’esse devono essere oggetto di risposte istituzionali efficaci e efficienti.

L’utilizzo di tecnologia non è la soluzione al problema. Quest’ultima è utile se inserita in un adeguato contesto organizzativo progettato per il digitale. Le stesse norme primarie, spesso fanno riferimento a un mondo cartaceo che diventa digitale per analogia e non per una concreta riorganizzazione del procedimento amministrativo che poi significa semplificazione, che alla fine significa semplicità.

Il 28 febbraio 2021, data che il Cad ora modificato pone per molte novità, si avvicina e vista la storia degli oltre vent’anni passati a stabilire nuove norme sull’innovazione digitale la data appare ottimistica rispetto agli scopi che il DL 76/2020 si prefigge.

Ma è positivo che ci sia una data.

Decreto Semplificazioni: le mosse per cambiare la PA in 200 giorni (si può fare)

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