L'analisi

Innovare la PMI, gli strumenti: dal business continuity plan all’open innovation

La spinta alla digitalizzazione causata dalla pandemia e dalla conseguente necessità di rivedere i processi ha portato una nuova consapevolezza sul ruolo dell’innovazione per lo sviluppo delle aziende: ora si studia il potenziale delle tecnologie

Pubblicato il 15 Dic 2021

Jacopo Moschini

Presidente Giovani imprenditori Confindustria Lombardia

Cos'è il PIAO, il Piano integrato di attività e di organizzazione

Durante questo ultimo anno e mezzo abbiamo dovuto affrontare grandi avversità che ci hanno messo a dura prova, sia dal punto di vista economico sia da quello sociale. Allo stesso tempo, però, queste difficoltà ci hanno ricordato quanto sia importante saper cambiare per poter rinascere, per poter andare avanti. In questo contesto, l’industria ha avuto modo di ricevere una lezione importante: abbiamo compreso la necessità e l’importanza dell’innovazione e della transizione digitale.

Attraverso le opportunità offerte dal PNRR, le aziende potranno essere protagoniste anche di questa rivoluzione, dimostrando come la dinamicità, la competitività e lo spirito innovativo caratteristico del tessuto imprenditoriale, siano gli elementi fondamentali per affrontare questa sfida. Per fare ciò, è molto importante permettere alle persone e alle aziende di scoprire le modalità più funzionali per lavorare, soluzioni intelligenti che puntino all’ottimizzazione delle risorse e del lavoro per risultati migliori e accelerati.

PMI e digitalizzazione, lo scenario

In questa fase le aziende stanno studiando il potenziale di tecnologie come l’Artificial Intelligence (AI) e la blockchain, 5G e i macchinari 4.0, e molte imprese si dovranno dotare di dipartimenti di Cyber Security e Data Analysis, che rappresentano strumenti imprescindibili in quanto permettono di raccogliere e valorizzare (Data Analysis) e tutelare (Cyber Security) i dati inerenti ai processi di produzione di un’azienda.

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Nel futuro prossimo le aziende saranno sempre più connesse ed interconnesse e per poter sfruttare al meglio le potenzialità di questo sistema è necessario che le imprese inizino un percorso di formazione approfondito per integrare queste tecnologie correttamente all’interno dei cicli produttivi.

Business continuity plan

Avviare in azienda un percorso di innovazione e digitalizzazione significa raggiungere e salvaguardare la continuità operativa e garantire l’affidabilità, l’integrità e la sicurezza dei dati. Possiamo dotarci di un business continuity plan, ossia di procedure documentate che guidano l’organizzazione a rispondere, recuperare, riprendere e ripristinare se stessa a un livello operativo predefinito a seguito di un’interruzione e possiamo eseguire la valutazione del rischio, ovvero un documento di analisi dei rischi che possano coinvolgere i processi o le funzioni aziendali.

Per aumentare l’affidabilità del dato servono sistemi di back up e di disaster recovery, mentre per rendere il dato integro ci si può affidare a tecnologie innovative quali ad esempio la block chain. Infine, per una maggiore sicurezza, è importante verificare l’infrastruttura e le procedure aziendali sia con un approccio teorico che poi con una verifica pratica, ad esempio tramite analisi di vulnerabilità e simulazioni di attacco, oltre a mantenere sistemi tecnologici aggiornati e ben configurati.

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Il ruolo dell’Open Innovation

L’Open Innovation rappresenta il cuore di questo processo di cambiamento, poiché consiste nella collaborazione tra player diversi con lo scopo di implementare progetti ad ampio respiro. Università, istituti di ricerca, fornitori e clienti che interagiscono tra loro, contaminandosi vicendevolmente, per produrre innovazione. Questo è quello che stiamo cercando di fare da tanto tempo ed è grazie a questo approccio che si creeranno sempre più possibilità per tutti.

Potersi parlare, interagire e scambiare tecnologie con gli altri componenti della filiera, anche non strettamente collegati, l’Open innovation assume un’importanza capitale, soprattutto in tema di sostenibilità. Infatti, è grazie all’ottimizzazione dei rapporti verticali che potremo ottenere i maggiori successi in ambito di sostenibilità. È proprio la sostenibilità che rappresenta la tematica fondamentale su cui costruire il futuro delle nostre aziende e quindi la società del futuro. Ci tengo a precisare che quando parlo di sostenibilità mi riferisco ad una connotazione ampia del termine che implica garantire salute, benessere, inclusione di genere, di origini e di età insieme alla delicatissima e importantissima tematica ambientale.

Per quanto riguarda l’Open Innovation, uno dei legami più importanti su cui dovremmo concentrarci è quello tra impresa e start-up. In Lombardia risiedono oltre un quarto di tutte le start-up italiane (27,3%). La sola provincia di Milano ne ospita 2.254, più di qualsiasi altra regione d’Italia. Questo primato rappresenta un’opportunità ma anche una responsabilità. L’obiettivo è quello di creare un ecosistema di business in cui start-up e grandi imprese collaborino, al fine di rendere il nostro territorio più attrattivo sia per i nuovi entranti del mercato, sia per gli investitori.

Fondo Nazionale Innovazione del MISE, come funziona

Un’altra prospettiva interessante per le imprese soprattutto giovani è quella offerta dalla destinazione di 2 miliardi di euro al Fondo Nazionale Innovazione del MISE, il programma di sostegno alle startup. L’obiettivo di questo super fondo è sostenere le imprese innovative in Italia. In questo modo ci si troverebbe ad avere un investimento pubblico insieme ad uno privato per il sostegno e la crescita delle start up.

In conclusione, abbiamo una grande opportunità che si chiama Recovery Fund: bisogna indirizzare queste risorse in investimenti produttivi e innovativi perché il Paese possa recuperare i ritardi e gli svantaggi rispetto ai nostri concorrenti internazionali, attenzionando maggiormente i settori più strategici e in difficoltà. Il digitale rappresenta una delle due leve individuate dal PNRR per ridisegnare l’Italia del futuro ma è il sistema in primis a dover diventare competitivo al fine di sostenere le imprese.

Il nodo del digital divide

Va perciò affrontato con urgenza il tema del digital divide, inteso come gap tra piccole imprese rispetto alle grandi imprese che, allo stato attuale, andrà aumentando confinando le piccole imprese all’utilizzo poco utile e molto costoso delle opportunità offerte dal digitale. Se vogliamo che le nostre imprese non competano con l’handicap rispetto ai concorrenti internazionali dobbiamo rendere tutta la filiera competitiva, dall’impresa champion alla pmi o startup sua fornitrice, rendendo accessibile la connettività veloce anche nei posti più remoti del Paese.

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