Digitalizzazione, innovazione e competitività: queste le tre componenti della missione numero 1 del PNRR che, oltre ad essere accomunate dalla finalità di dare un impulso decisivo al rilancio della produttività del Sistema Paese, trovano sia nelle PA che nelle PMI i destinatari delle relative misure di attuazione. Per la componente destinata alla PA, il Piano prevede fondi per 9,75 miliardi di euro, cui si aggiunge quanto previsto dal Fondo complementare, per un totale di 10,95 miliardi di euro.
Si punta attraverso un approccio unitario, che coinvolga e sia di impulso sia all’infrastruttura amministrativa che a quella produttiva, a generare un impatto rilevante su investimenti privati e attrattività proprio attraverso un insieme articolato di interventi. E infatti, sembrano andare di pari passo gli interventi a sostegno della transizione digitale per PA e imprese, dove alla decisa accelerazione verso la modernizzazione della pubblica amministrazione fanno da contraltare le riforme individuate per una migliore ed auspicata valorizzazione del sistema produttivo attraverso una riduzione dei divari strutturali esistenti.
PNRR, innovare la PA per spingere le imprese
La perseguita trasformazione della Pubblica Amministrazione, da realizzarsi attraverso una strategia incentrata sulla digitalizzazione, sarà infatti in grado di rendere la stessa un’alleata preziosa di cittadini ed imprese, con offerte sempre più integrate di servizi di facile accesso.
Allo stesso tempo, ciò favorirà una spinta del sistema produttivo verso una maggiore innovazione e digitalizzazione, con interventi mirati a favorire gli investimenti in tecnologia, implementando l’utilizzo della leva finanziaria, la ricerca e sviluppo e avviando la riforma del sistema di proprietà industriale. Soprattutto per le PMI, che costituiscono un elemento caratterizzante del sistema produttivo italiano, sono introdotte misure dedicate alla loro trasformazione supportandone i processi di internazionalizzazione (posizionamento del Made in Italy) e della competitività delle filiere industriali, con focus specifico su quelle più innovative e strategiche.
Saranno parimenti sostenute le filiere produttive considerando come il sistema produttivo nazionale risulti caratterizzato da un’elevata frammentazione e dalla contenuta dimensione delle imprese rispetto alla media europea: il che rende più difficile creare e sfruttare economie di scala, sostenere i costi dell’innovazione e aumentare la produttività. Infine, dal punto di vista più tecnologico, sono individuati e previsti importanti investimenti per garantire la copertura di tutto il territorio con reti a banda ultra-larga (fibra FTTH, FWA e 5G): ciò costituisce una condizione necessaria per consentire alle imprese di catturare i benefici della digitalizzazione.
Obiettivo digitalizzazione della PA: cosa dice il PNRR
Scendendo maggiormente a livello di dettaglio di obiettivi e struttura della componente dedicata alla digitalizzazione e alla innovazione della pubblica amministrazione, sotto il primo profilo si intende garantire la piena interoperabilità tra i dati delle amministrazioni, digitalizzando le procedure e le interfacce utente, sia cittadino che impresa, favorendo allo stesso tempo l’utilizzo di servizi digitali già disponibili ed accessibili mediante identità digitale, domicilio digitale, piattaforma delle notifiche digitali e pagamenti elettronici. In altri termini, il programma di digitalizzazione della pubblica amministrazione sfrutterà tutti gli abilitatori tecnologici utili ad offrire servizi efficaci, sicuri e pienamente accessibili tramite infrastrutture cloud, interoperabilità dei dati e piattaforme di scambio documentale.
Solo in questo modo potrà essere quanto più rapidamente ridotto il divario e la distanza tra enti pubblici e imprese, riducendo le tempistiche richieste ed imposte dalla burocrazia. In questo senso, sarà incrementata la diffusione di PagoPA, e cioè della piattaforma dei pagamenti tra PPAA, cittadini ed imprese, unitamente all’app IO, la quale diventerà concretamente il punto di accesso unico per i servizi digitali delle pubbliche amministrazioni. A ciò si accompagnerà l’introduzione di servizi nuovi, quali la piattaforma unica delle notifiche digitali, permettendo così l’invio di notifiche con pieno valore legale interamente in modalità digitale, anche attraverso il rafforzamento dei sistemi di identità digitale ad oggi esistenti, e cioè SPID e CIE.
PA e aspetti fiscali di Transizione 4.0
Quanto alle misure a favore del sistema produttivo, e delle PMI in particolare, di assoluto rilievo l’incentivazione fiscale correlata al Piano Transizione 4.0: potenziare la ricerca di base e applicata attraverso il riconoscimento di tre tipologie di crediti di imposta a favore delle imprese che investono, più precisamente:
- beni capitali,
- ricerca, sviluppo e innovazione
- attività di formazione alla digitalizzazione e allo sviluppo delle relative competenze.
Quanto ai crediti di imposta per investimenti in beni capitali, ebbene il beneficio è riconosciuto per acquisti di tre tipologie:
- beni materiali e immateriali direttamente connessi alla trasformazione digitale dei processi produttivi (cd. beni 4.0. indicati negli allegati A e B della L. 232/2016)
- beni immateriali di natura diversa ma comunque strumentali all’attività di impresa.
Le modalità di applicazione dei crediti per il 2021 sono quelle dettate all’articolo 1, commi 1051 e seguenti della Legge di Bilancio 2021 (L. 178/2020) che agevola gli investimenti in beni materiali e immateriali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa.