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Pos obbligatorio per commercianti e professionisti: la guida completa



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Dal 30 giugno 2022 c’è l’obbligo per commercianti e professionisti di avere il Pos, come spiegato dal Decreto PNRR 2: approfondiamo tutto ciò che è necessario sapere, quali sanzioni si rischiano, quali sono i costi per l’utilizzo, soluzioni disponibili sul mercato

Pubblicato il 27 giu 2023

Chiara Ponti

Avvocato, Privacy Specialist & Legal Compliance e nuove tecnologie – Baccalaureata

Emanuele Ponti

Dottore Commercialista – Revisore Legale dei Conti – Gestore Crisi da Sovra indebitamento



Prelievo-allo-sportello-bancomat

Pos obbligatorio per tutti, non si scappa. Dal 30 giugno 2022 per professionisti e commercianti si applicano le sanzioni in caso non accettino pagamenti elettronici: entra in vigore infatti l’obbligo di Pos, previsto dal Decreto PNRR. Per esercenti e partite Iva che lavorano a contatto col pubblico è importante capire come affrontare questo cambiamento.

A chi si applica l’obbligo pos

L’obbligo di dotarsi del Pos spetta a tutti quelli che operano a diretto contatto con il pubblico. Per il vero, l’obbligo di accettare transazioni con il Pos dispositivo elettronico per eccellenza è in vigore già da qualche anno (dal 2014), su richiesta del cliente. Tuttavia, solo con il Decreto PNRR 2 sono state previste rectius introdotte sanzioni qualora i soggetti obbligati saranno inadempienti. Prima insomma l’obbligo c’era ma, mancando le sanzioni, era rispettato solo da pochi.

Tabacchi, marche da bollo e pos

Da giugno 2023 torna l’obbligo di pos anche per i tabaccai, per la vendita di prodotti in monopolio, quindi sigarette, marche da bollo. L’obbligo era stato sospeso nel 2022 a fronte del basso margine di guadagno su questi prodotti. Ritorna con una determinazione dell’Agenzia delle Dogane, che nota come ormai è possibile anche i tabaccai rispettare l’obbligo senza costi eccessivi. Si legge nella determinazione: “risultano sul mercato variegate offerte del servizio Pos, tra le quali tariffe flat, indipendenti dal numero di transazioni effettuate, e tariffe che prevedono il rimborso delle commissioni per i micro-pagamenti inferiori a 10 euro”.

Le sanzioni per chi non rispetta l’obbligo pos

L’obbligo del Pos trova la sua compiutezza, in senso sanzionatorio, nell’ultimo decreto legato all’attuazione del PNRR, al 30 giugno 2022 e quindi dal primo luglio, chi tra i citati obbligati non avrà ancora predisposto quanto di necessario per effettuare transazioni elettroniche. In caso contrario, si applicherà una sanzione minima di 30 euro maggiorata del 4% in relazione al valore del pagamento digitale rifiutato.

Facciamo degli esempi pratici circa le possibili sanzioni irrogabili e in particolare con una spesa di:

  • 10 euro, si applica una sanzione 30,4 euro (30 + 0,40);
  • 50 euro, si applica una sanzione 32 euro (30 + 2);
  • 100 euro, si applica una sanzione 34 euro (30 + 4).

Il testo in bozza del decreto PNRR 2 (art. 15)

L’art. 15 dello schema di decreto cd PNRR2 tra gli altri, intende disciplinare le “Disposizioni riguardanti le sanzioni per mancata accettazione dei pagamenti elettronici, la fatturazione elettronica e i pagamenti-elettronici”.

Detta disposizione normativa parrebbe comporsi di tre commi:

  • al I comma si anticipa di ben sei (6) mesi le sanzioni per mancata accettazione dei pagamenti elettronici, anziché dal 1° gennaio 2023, al 30 giugno 2022;
  • al II comma è prevista l’estensione, sopprimendo l’esonero oggi previsto come da art. 1 III co del D.lgs 127/2015;
  • al III comma, l’obbligo al via dal 1° luglio 2022, pur prevedendo una moratoria per il terzo trimestre del periodo di imposta (PdI) 2022.

Pos obbligatorio, gli obiettivi

I motivi per cui è stato introdotto l’obbligo di Pos toccano diversi ambiti: analizziamo gli obiettivi.

Inclusione finanziaria

Partiamo dall’inclusione finanziaria che riveste un posto decisamente importante nella definizione delle cd politiche globali.

D’altronde queste ultime favoriscono la promozione dell’utilizzo di strumenti di pagamento alternativi al contante, garantendo tanto l’accesso di tutti gli utenti a conti correnti o di pagamento quanto l’accettazione di pagamenti elettronici presso una vasta pletora di fornitori di beni e servizi.

Requisiti fiscali

Dal punto di vista fiscale, si attuano le regole tecniche tracciando «i requisiti per il collegamento degli strumenti che consentono forme di pagamento elettronico a quelli per la memorizzazione e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri», fornendo una nuova spinta positiva, oltre alla già avvenuta accelerazione agli acquisti con moneta elettronica e non solo nel mondo del web, per via del Piano Cashless.

Lotta all’evasione e reati contro il patrimonio

Altre ragioni meritevoli di apprezzamento riguardano la lotta all’evasione fiscale. Lo spirito dello schema del decreto PNRR 2, con riferimento specifico all’intero Capo II è proprio dedicato al potenziamento del contrasto all’evasione.

La ratio è palese: scovare gli evasori fiscali. Da ultimo ma non ultimo, non vanno dimenticate le ragioni di carattere deterrente verso la commissione di reati come furti, rapine ai malcapitati benzinai e affini i quali, da anni, se solo si facessero ricerche giurisprudenziali, si noterebbe come queste, proprio grazie all’introduzione dei pagamenti elettronici sono state in significativo calo, proprio in virtù dell’assenza di contanti nelle casse. Di qui la diminuzione di crimini di tale fatta.

I vantaggi del POS obbligatorio

Riguardo ai vantaggi, va sottolineato che i clienti di ogni genere ed età potranno girare e pagare senza contanti. Pensiamo quindi all’opportunità dell’uso del Pos tramite bancomat o altre carte di credito. Ma non solo, ci riferiamo anche tutte le altre valide alternative come le Mobile App (Apple Pay, Google Pay, Samsung Pay) quali strumenti tecnologici innovativi.

Svantaggi del POS obbligatorio

Gli svantaggi per gli esercizi commerciali come negozi, bar che saranno costretti a digerire “un caffè amaro” pensando che per la mancata accettazione di un pagamento anche di un solo euro (o 1,10 euro nel caso di un caffè al banco) con carta scatterà una sanzione di 30 euro maggiorata del 4% del valore della transazione rifiutata.

Ma non è tutto, poiché all’amarezza si aggiunge altresì l’onere di pagamento delle commissioni (in certi casi financo al 2% dell’importo) per quanto sui cd “micropagamenti” il dibattito è ancora aperto evidenziando come il recepimento della direttiva dell’Unione europea sui servizi di pagamento nel mercato interno — PSD2 DC3 Payment Services Directive — ha previsto, tra l’altro, un taglio di commissioni POS con le seguenti riduzioni:

  • 0,3% per i pagamenti POS con carta di credito;
  • 0,2% per il pagamento POS con bancomat, debito, postepay, PayPal;
  • maggiori riduzioni per i pagamenti POS di importi modestissimi (fino a 5 euro).

Pos obbligatorio, i costi da sostenere

In un periodo in cui tutto aumenta vorticosamente, non possiamo non fare una riflessione sui costi.

I soggetti obbligati devono sapere che il Pos ha un prezzo che secondo le stime dei circuiti a ciò deputati si può stimare secondo la tabella che segue.

Tipo di costoTipo di ServizioFrequenza
FissoCanone per:

  • noleggio
  • servizi (cd “acquiring”)

Commissioni fisse per circuiti opzionali

periodica (mensile, trimestrale o annuale) a seconda delle condizioni di contratto stipulate
VariabileCommissioni sul:

  • transato
  • rimborsato
  • chargeback
  • accrediti su conto corrente

Occasionale (secondo il criterio: più transazioni vengono effettuate, maggiore sarà la spesa) con tariffazione scaglionata sulla base del circuito e al tipo di carta

Una tantumA seconda di:

  • attivazione
  • installazione
  • sostituzione
  • disinstallazione
Saltuaria, in caso per esempio di recesso
Soluzioni alternative: tariffe all inclusive o a consumo.

Pos virtuali e soluzioni per adeguarsi

Chi teme i costi di un Pos tradizionale (nel senso di materiale) può optare per uno “virtuale” oppure per soluzioni alternative. È infatti possibile servirsi di alcuni strumenti alternativi, come ci accingiamo di seguito a valutare, aventi lo scopo di ridurre le transazioni con carta e risparmiare non di meno sulle commissioni applicate. Si tratta dei pagamenti con codice QR o via app.

Le alternative al Pos

Esistono valide e possibili alternative al Pos, da un punto di vista squisitamente tecnologico. Purtuttavia, il classico terminale rimane tutt’oggi il metodo ancora più utilizzato per i pagamenti elettronici.

Mobile App

Le mobile app si fanno sempre più strada. Si tratta di sistemi di pagamento cd contactless che si appoggiano ad un wallet (cd portafoglio virtuale).

Basta associare le proprie carte al circuito di pagamento e pagare con lo smartphone ovunque dal supermercato ai distributori automatici, ecc. purché sia stato abilitato il servizio.

Una soluzione a metà potrebbe essere data da PayPal che necessita di un conto virtuale associato al proprio conto reale, senza alcuna comunicazione di dati o carte al momento dell’acquisto/transazione, avendo segnalato la e-mail.

In tema di sicurezza (nel cd ambito di cybersecurity) l’autenticazione a due fattori rassicura moltissimo.

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I vari tipi di Pos

Come noto moltissime sono le possibili soluzioni di Pos presenti sul mercato. Scopriamole, brevissimamente.

Tradizionale

Il Pos tradizionale che c’è da anni e anni, se lo si vuole adottare sarà bene considerare alcuni fattori di cui alla tabella su formulata e riassumendo, valutando nella fattispecie il:

  • costo del terminale;
  • canone mensile per il servizio;
  • costo delle transazioni.

Mobile

Il Mobile Pos permette di trasformare, per il tramite di un device ad hoc, il proprio smartphone in uno strumento idoneo ad accettare qualsiasi carta di pagamento esattamente come fosse un Pos tradizionale; potendolo utilizzare per mezzo di un’app dedicata sul proprio cellulare.

SmartPos

Lo smartPos è l’insieme dei modelli portatile e mobile, vale a dire un dispositivo smart, come un tablet, che integra un lettore di carte di credito.

Tale strumento garantisce mobilità, autonomia e funzionalità aggiuntive grazie all’installazione di un’app dedicata; insomma, pratico, maneggevole l’ideale per i piccoli negozi.

Differenze tra Pos e bancomat

Il terminale in sé viene chiamato comunemente in tanti modi: Pos, bancomat, lettore di carte e terminale si tratta tutti di appellativi ampiamente usati specie in Italia per indicare il dispositivo che stiamo trattando. Pos è l’acronimo di Point of Sale, acronimo inglese che rappresenta “l’area di un esercizio commerciale in cui si svolge concretamente una vendita, ossia il punto cassa”, facendo dunque riferimento al hardware e al software che costituisce il cd” punto cassa”.

Il “terminale”, accezione più generica, descrive “il dispositivo capace di inviare e ricevere dati in forma elettronica ad un sistema esterno, che li elabora”. La parola “bancomat” è in realtà il nome del gruppo che riunisce gli operatori bancari italiani di cui al circuito di pagamento nazionale cd “PagoBancomat”.

Il Pos in atto, tra funzionamento e conseguenze

Vediamo ora, per sommi capi, come funziona tecnicamente e cosa succede quando avviene una transazione. Innanzitutto occorre un collegamento attivo un cd “gateway di pagamento” ovvero un sistema in grado di comunicare tra operatori/enti (la società che ha emesso la carta del cliente e la banca destinataria della transazione).

Mancanza di connessione

Per elaborare la transazione occorre avere internet, specie se non è concessa la possibilità di ricevere i pagamenti in modalità offline. La trasmissione dei dati consente quello scambio cd “a doppia corsia” o meglio i due fattori di autorizzazione.

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