Il punto

Processo civile e penale telematico, tutte le novità

Il processo telematico sta evolvendo velocemente. Ora l’apparato normativo-burocratico del nostro Paese dovrà adeguarsi con una semplificazione netta dei processi che segua l’evoluzione digitale.La riforma del codice di procedura civile, in esame al Senato, sarà il primo passo in questa direzione

Pubblicato il 10 Ott 2017

Valentina Carollo

avvocato e presidente Centro Studi Processo Telematico

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La Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni ha svolto l’audizione del Direttore generale dei sistemi informativi automatizzati del Ministero della Giustizia, Pasquale Liccardo, il 14 e 21 settembre.

L’audizione, disponibile in video sul sito webtv della Camera, è un’ottima occasione per fare il punto sul Processo Civile e Penale Telematico e trattare alcune importanti anticipazioni.

La logica che emerge da queste novità sembra essere connotata, finalmente, dal superamento dell’atto in PDF com’è conosciuto oggi, passando per la valorizzazione dei dati strutturati. E’ risultato essere apprezzato da tutti gli interlocutori il costante risparmio economico (stimato in 80 milioni di euro all’anno) e il costante monitoraggio della giurisdizione (tramite data wharehouse oggi attivo nel civile e a breve anche per il penale).

Sul fronte del Processo Penale Telematico, nonostante l’informatizzazione massiva degli Uffici Giudiziari, le difficoltà incontrate con la produzione e la trasmissione degli atti nativi digitali sono derivate, soprattutto, da una proliferazione di sistemi separati e non integrati tra loro, non aperti all’interoperabilità esterna. Oggi per superare tale impasse è necessario creare un sistema unico, con integrazione dei vari sistemi, che tenga in considerazione la necessità di massima sicurezza e di riservatezza. Ed è proprio in questa direzione che sta andando il Ministero della Giustizia e la DGSIA mediante la predisposizione di una gara ad hoc per un sistema integrato che sarà bandita, si prevede, entro i primi mesi dell’anno 2018.

Sul fronte del Processo Civile Telematico, caratterizzato da una relativa stabilità per quanto riguarda il primo e il secondo grado di giudizio, le novità riguardano principalmente: il processo per Cassazione e quello innanzi ai Giudici di Pace; il portale nazionale delle vendite immobiliari (già realtà); il registro pubblico nazionale delle procedure esecutive e fallimentari (primo registro europeo); l’implementazione di SPID sul portale Ministeriale; la banca dati giurisprudenziale di merito.

Per la Cassazione, dove oggi sono attivi i servizi di consultazione online dei registri di cancelleria e le comunicazioni e notificazioni in ambito civile, si sta progettando e testando il sistema di scambio di atti e documenti. A differenza degli altri processi, è prevista una struttura XML aderente al protocollo sulla sinteticità degli atti stipulato con il Consiglio Nazionale Forense. Un superamento del PDF come lo conosciamo oggi quindi? Vedremo. L’utilizzo di dati strutturati degli atti è, senz’altro, un passo avanti verso l’efficacia del sistema, permettendo di trasformare le trasmissioni di documenti in trasmissioni di informazioni, come già rilevato in un mio precedente articolo.

Anche per l’informatizzazione dei Giudici di Pace, oggi totalmente assente, è prevista, a breve, l’indizione della gara necessaria per la realizzazione del sistema. Se ne parla già da diversi anni e si auspica che il 2018 sarà l’anno di svolta anche per il sistema informatico dei Giudici di Pace.

Il portale delle vendite pubbliche è operativo da luglio 2017 all’indirizzo venditepubbliche.giustizia.it. Previsto dal D.L. n. 83 del 27 giugno 2015, conv. con modificazioni, dalla L. n. 132 del 6 agosto 2015, in esso sono pubblicati tutti gli avvisi di vendita relativi alle procedure esecutive e concorsuali nonché agli altri procedimenti per i quali la pubblicazione è prevista dalla legge.

Il registro pubblico nazionale delle procedure esecutive e fallimentari, in fase di costruzione insieme a Banca d’Italia e Ministero delle Finanze, consentirà a tutti di conoscere se una determinata imprese ha pendente una qualche procedura.

Per quanto riguarda l’implementazione del sistema pubblico di autenticazione SPID per l’accesso ai fascicoli digitali, anche il portale ministeriale pst.giustizia.it si adeguerà alle prescrizioni normative entro il primo semestre 2018. Le specifiche tecniche, infatti, prevedono già l’autenticazione a due fattori per l’accesso online alle informazioni dei fascicoli telematici tramite Punto di Accesso; Punti di Accesso che possono già implementare SPID nei loro sistemi per l’accesso alle informazioni del fascicolo.

Tra le tante, una delle priorità del Ministero della Giustizia e della DGSIA è la banca dati giurisprudenziale di merito che rappresenta il primo passo verso un efficace “Ufficio per il processo”. La ricerca efficiente di provvedimenti e orientamenti dei Tribunali sarà fondamentale per conoscere i probabili esiti della causa nonché faciliterà le decisioni e i richiami ai precedenti giurisprudenziali. Il primo passo verso i “Big Data Giustizia” che consentirà una discovery di fenomeni e orientamenti estremamente efficace.

Il Common, pur essendo ancora privo di normativa di riferimento, è un sistema, già realtà nella progettazione DGSIA, che permette al creditore privilegiato di poter chiedere un’anticipazione della sua legittima aspettativa, di essere soddisfatto dalla procedura concorsuale da una cassa comune. Questa anticipazione potrà essere spesa esclusivamente sul portale delle vendite pubbliche. Una moneta “concorsuale” quindi che in effetti “permetterebbe di convertire i crediti fallimentari -oggi decisamente incagliati – in un potere di acquisto reale unitamente al ritorno dei beni dedotti in vendita fallimentare alla loro pertinente funzione economico-sociale”[1].

Altre implementazioni sulle quali si sta lavorando e che sono emerse dall’audizione sono: la possibilità di utilizzare PagoPA anche per gli archivi notarili e per gli atti penali. Per il superamento delle problematiche derivanti dal mancato pagamento del contributo unificato, è emersa una proposta che preveda l’obbligatorietà dello stesso per il tramite del canale telematico.

Per quanto riguarda il sistema delle notifiche a mezzo PEC, il problema che rimane irrisolto è quello relativo alle notifiche verso le Pubbliche Amministrazioni. Dagli ultimi dati disponibili sono solo il 63% delle Pubbliche Amministrazioni che hanno comunicato il proprio indirizzo di posta elettronica certificata ai fini della notifica degli atti giudiziari. La comunicazione di questo indirizzo PEC non incide in realtà sulle comunicazioni di cancelleria nei confronti della PA in quanto l’art. 16 del D.L. 179 del 18 ottobre 2012, conv. con modificazioni, dalla L. n. 221 del 17 dicembre 2012 prevede che, se questo indirizzo non è stato comunicato, la notificazione o comunicazione è eseguita esclusivamente mediante deposito in cancelleria. La mancanza di questo indirizzo PEC nel Registro PPAA incide invece sulle notifiche a mezzo PEC degli avvocati. Se manca l’indirizzo PEC in questo registro, l’avvocato non può, infatti, notificare a mezzo PEC e deve procedere con le ordinarie modalità cartacee. Si sta pensando di risolvere questa problematica tramite una modifica normativa che vada incontro alle PA molto strutturate. Vedremo gli sviluppi nelle prossime novità normative quindi.

L’audizione è stata un’occasione, tra le altre cose, per fare il punto sul Processo Civile e Penale telematico, nonché sullo stato di attuazione del CAD anche al settore della Giustizia.

Sono emersi spunti decisamente interessanti che evidenziano come il processo telematico non si stia arrestando, ma come, anzi, si stia evolvendo in una chiara direzione: superare gli schemi passati e l’indeterminatezza futura con progetti pensati e costruiti sapientemente, nonché adeguatamente finanziati,  orientati ad un futuro di giustizia efficace ed efficiente da tutti auspicato. Ora l’apparato normativo-burocratico del nostro Paese dovrà adeguarsi mediante una semplificazione netta dei processi che segua, coerentemente, l’evoluzione telematica; la riforma del codice di procedura civile, in corso di esame al Senato, non potrà essere che il primo passo in tal senso.

[1] Un approfondimento si trova in Atti del Convegno di Roma, 17-18 giugno 2015 (N. 2/2015) disponibile sul sito della Fondazione Italiana del Notariato 

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