Il Reddito di cittadinanza è una misura pensata per sostenere i cittadini in difficoltà economica. Viene assegnato secondo requisiti precisi, tra cui la presentazione di un Isee inferiore a 9.360 euro all’anno. Per il 2021 la legge istitutiva della misura prevedeva 7,3 miliardi di euro: in Legge di bilancio 2021 erano stati previsti fondi aggiuntivi per quattro miliardi per i prossimi nove anni. La bozza di Legge di bilancio 2022 invece prevede il rifinanziamento per un miliardo di euro e cambiamenti negli obblighi e nei doveri di chi percepisce il sussidio, con misure più stringenti: il beneficio decade dopo due offerte di lavoro congrue rifiutate, ma già dal primo rifiuto la cifra mensile viene ridotta di cinque euro. Sono oltretutto previste verifiche sulla situazione del patrimonio e sui dati anagrafici, in seguito ai tanti casi di “furbetti” scoperti negli ultimi anni che hanno indebitamente percepito il reddito.
Il reddito di cittadinanza così come formulato negli ultimi anni potrà essere chiesto entro il 31 agosto 2023 ed erogato entro fine 2023. A marzo 2023 sono iniziati i lavori per attuare una trasformazione profonda del reddito di cittadinanza: la misura, da quanto emerge dalla bozza della riforma anticipata dal Corriere della Sera, si chiamerà Mia – Misura di inclusione attiva ed è indirizzata a due differenti tipologie di famiglie, quelle con componenti over sessanta, minorenni o disabili e quelle senza componenti rientranti in queste categorie. La nuova misura, che dovrebbe scattare entro quest’anno, avrebbe durata massima di dodici mesi.
Cos’è il Reddito di cittadinanza e quanti soldi spettano al mese
Il sussidio è destinato ai cittadini italiani o europei o extracomunitari (in regola con permesso di lungo soggiorno e residenti da almeno dieci anni), che si trovano al di sotto della soglia di povertà. Viene erogato dal primo aprile 2019. Si può far domanda per il Reddito di cittadinanza sin dal 6 marzo 2019. Gode di una copertura economica di 4,68 miliardi. L’importo varia in base a molti parametri: negli esempi indicati dal Governo, una persona che vive sola avrà fino a 780 euro al mese di Reddito di cittadinanza; e poi fino a 1.330 euro al mese per una famiglia composta da due adulti e un figlio maggiorenne o due minorenni.
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Il sito www.redditodicittadinanza.gov.it è online dal 4 febbraio 2019 e richiede l’uso di Spid per avanzare la richiesta di ottenere la misura, che da aprile 2020 si può presentare anche tramite i servizi Inps online. Proprio Inps ha reso pubblici i dati aggiornati al 14 giugno 2022 dell’Osservatorio reddito e pensione di cittadinanza, che riguardano i nuclei familiari percettori nel periodo 2019-2022. Nei primi cinque mesi del 2022 sono stati 1.555.035 i nuclei che hanno ottenuto almeno una mensilità del sostegno, per un totale di 3.423.762 persone e un’erogazione media nazionale di 553,68 euro.
Come funziona il reddito di cittadinanza
Il sussidio dura diciotto mesi (rinnovabili) e richiede l’immediata disponibilità a lavorare o a seguire percorsi formativi (se non si è abbastanza formati). Solo chi è valutato incapace di lavorare e di essere formato è indirizzato ai servizi sociali. A settembre 2019 è partita la seconda fase del progetto: Nunzia Catalfo, allora ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali del secondo Governo Conte, ha spiegato intervistata dalle agenzie stampa che questo percorso era già descritto nel decreto attuativo della misura e “porterà tutti i beneficiari ad essere accompagnati all’inserimento lavorativo attraverso il rafforzamento dei centri per l’impiego: le Regioni stanno già procedendo a fare i bandi per assunzione delle persone a tempo indeterminato”.
Svolgono ruolo di accompagnamento “i navigator che daranno un supporto tecnico agli operatori dei centri per l’impiego”. A giugno 2022, il contratto dei navigator viene rinnovato per altri due mesi.
Il reddito di cittadinanza non va confuso con la pensione sociale, una diversa misura assistenziale riservata alle persone di età uguale o superiore a sessantasette anni in difficoltà economiche.
A chi spetta il reddito di cittadinanza: i requisiti ISEE per il reddito di cittadinanza
Per il reddito di cittadinanza è necessario presentare un nuovo Isee rispetto a quello presentato in precedenza.
I requisiti per il reddito di cittadinanza, in primis, sono quelli legati a cittadinanza e residenza. Il richiedente deve essere:
- Cittadino italiano o europeo, o un suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno anche permanente, o che provenga da un Paese che abbia sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale o cittadino di altri Paesi che sia in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
- Residente in Italia da almeno dieci anni al momento della presentazione della domanda, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo.
Sono poi indicati i requisiti reddituali per il reddito di cittadinanza:
- ISEE inferiore a 9.360 euro
- Patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione non superiore ai 30.000 euro
- Patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro, accresciuto di 2.000 euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo fino a un massimo di 10.000 euro, incrementato di ulteriori 1.000 per ogni figlio successivo al secondo, incrementati di ulteriori 5.000 euro per ogni componente del nucleo con disabilità.
- Valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicata per il parametro della scala di equivalenza indicata al comma 5 del Decreto:
- Pari a 1 per il primo componente del nucleo
- Incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente di età maggiore di 18 anni
- Incrementato di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino a un massimo di 2,1.
Da sottolineare che con il DL Crescita a giugno 2019 è stato dato spazio per accedere anche a chi aveva lavorato nel 2017 ma poi non più: per il calcolo dell’ISEE bisogna fare riferimento ora all’anno precedente, non a due. Inoltre, si può richiedere l’ISEE provvisorio se la situazione economica familiare è peggiorata del 25% oppure se uno dei componenti della famiglia ha perso il lavoro.
Godimento di beni durevoli:
- Nessuno nel nucleo familiare deve essere intestatario o avere disponibilità di autoveicoli immatricolati la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta o autoveicoli con cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli con cilindrata superiore a 250 cc immatricolati nei due anni antecedenti, esclusi i veicoli per persone disabili.
- Non essere intestatari o avere disponibilità di barche.
Non hanno diritto:
- Soggetti in stato detentivo per la durata della pena, ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a carico dello Stato o altra PA.
- Nuclei che hanno tra i componenti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie.
Quanti soldi danno con il Reddito di Cittadinanza
Il beneficio economico statale è condizionato alla dichiarazione da parte dei componenti della famiglia maggiorenni di immediata disponibilità al lavoro e all’adesione di un percorso personalizzato di inserimento lavorativo. A livello economico, come spiegato nell’articolo tre, il beneficio si compone di una parte a integrazione del reddito familiare fino 6.000 euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza, oltre che di un’integrazione del reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione da locazione, pari all’ammontare del canone annuo previsto dal contratto fino a 3.360 annui.
Importo reddito di cittadinanza
Gli esempi presentati dal Governo dopo l’approvazione del Decreto, indicavano che una persona che vive sola avrà fino a 780 euro al mese di Reddito di cittadinanza e così in crescendo fino a 1.330 euro al mese per una famiglia composta da due adulti e un figlio maggiorenne o due minorenni.
Con gli attuali emendamenti al decreto, è previsto che chi guadagna meno di 780 euro avrà diritto, oltre all’integrazione, anche all’accesso alle altre misure, come il patto per il lavoro e quindi ricevere proposte di lavoro migliorative. Il beneficio economico è erogato attraverso la Carta Reddito di cittadinanza.
La carta di credito permette di effettuare prelievi di contante entro un limite mensile non superiore ai cento euro per un singolo individuo e permetterà solo spese per acquisti di base.
Bonus 200 euro reddito di cittadinanza
Bonus 200 euro reddito di cittadinanza, nel 2022 arriva il contributo una tantum previsto per pensionati e lavoratori anche per chi percepisce il reddito di cittadinanza. La misura è stata lanciata nell’ambito del Decreto Aiuti. Si stima che possano avere diritto al bonus circa 900.000 percettori del reddito di cittadinanza.
Come fare domanda e richiedere il reddito di cittadinanza (online)
Dove si richiede il reddito di cittadinanza?
Il Reddito di cittadinanza si può chiedere in tre modi:
- alle Poste Italiane compilando un apposito modulo;
- rivolgendosi al Caf, sempre con un modulo;
- tramite un sito ad hoc www.redditodicittadinanza.gov.it direttamente dall’interessato. E autenticandosi obbligatoriamente via Spid.
- Tramite il sito istituzionale Inps.
L’Inps valuta entro cinque giorni il rispetto dei requisiti per l’erogazione del reddito di cittadinanza su una carta simile PostePay.
Reddito di cittadinanza richiesta online
Per avanzare la richiesta per ottenere il di Reddito di cittadinanza online è necessario dotarsi di SPID, il sistema pubblico di identità digitale che concede credenziali personali utilizzabili per diversi servizi della Pubblica amministrazione (come i servizi Inps Online o quelli dell’Agenzia delle entrate) senza necessità di ottenere per diversi servizi diverse chiavi d’accesso. Una volta ottenuto lo SPID, si potrà procedere a chiedere via internet il Reddito di cittadinanza tramite il sito messo a disposizione dal Ministero dell’economia e delle finanze, disponibile a questo link. Il sito internet è stato messo online a marzo 2019, in occasione dell’avvio delle richieste di sussidio.
La procedura è molto semplice. Sul sito dedicato al Reddito di cittadinanza nel menù principale presente in home page, bisognerà selezionare la voce “Richiedi o accedi” che si trova in alto a destra. Se si è già iscritti, comparirà la pagina di login, altrimenti una schermata con le opzioni per richiedere il Reddito di cittadinanza sia online che offline. Per accedere all’iter di richiesta online, come anticipato è necessario SPID: cliccando sul grande link blu “entra con spid”, comparirà un menù a tendina con la lista dei provider SPID abilitati.
Selezionando il proprio provider, si potrà accedere al login. A quel punto sarà necessario inserire i dati personali richiesti per poter inoltrare la domanda.
Come ottenere il Reddito di cittadinanza: la richiesta a Poste o CAF
Dallo stesso sito istituzionale è possibile scaricare online i moduli per la domanda da presentare presso CAF o ufficio postale (disponibile qui). Il modulo è composto da nove pagine, la parte di compilazione dei dati è preceduta da una particolareggiata descrizione di tutti i requisiti necessari per poter avere accesso al sussidio statale.
Presente anche una sezione dedicata all’inserimento dei dati del tutore o intermediario che presenta fisicamente la richiesta per conto di una persona con impedimento. In questo caso, l’intermediario dovrà innanzitutto inserire i suoi dati personali, poi proseguire nel compilare la domanda con i dati del vero richiedente.
Quali documenti portare al CAF per il reddito di cittadinanza
Il modulo poi andrà presentato al Caf o all’ufficio postale di riferimento. Come spiegato dal Mise, se nel proprio nucleo familiare ci sono persone che hanno avviato un lavoro nel periodo di riferimento dell’ISEE presentato o in seguito, svolgano attività lavorativa, avviata durante il periodo di riferimento dell’ISEE o successivamente ad esso si consiglia di scaricare e compilare (un modello per ciascun componente) un modulo di integrazione alla domanda.
Reddito di cittadinanza tramite servizi Inps online
Con il messaggio 1681 del 20 aprile 2020, l’Inps ha comunicato la nuova possibilità di presentare richiesta per il reddito di cittadinanza tramite il proprio portale. Per farlo, si può accedere al servizio telematico tramite Spid, CNS e carta d’identità elettronica.
Quando fare domanda per Reddito di cittadinanza
La domanda per il Reddito di cittadinanza può essere presentata ogni mese dell’anno in un arco temporale che va dal sesto all’ultimo giorno dello stesso mese. L’erogazione del sussidio durerà diciotto mesi.
A quanto ammonta il reddito di cittadinanza: calcolo Reddito di cittadinanza
Tra maggio e giugno 2019, Inps ha rilasciato un simulatore per il calcolo del Reddito di cittadinanza, usufruibile tramite Intranet per gli uffici territoriali dell’ente e i Caf, ma anche dal portale web dell’Istituto per i cittadini, che potranno accedervi anche senza autenticarsi tramite Pin code.
Come funziona il reddito di cittadinanza: modalità e strumenti digitali
All’articolo 5 del Decreto viene sottolineato che la richiesta di Reddito di cittadinanza può essere avanzata con modalità telematiche.
L’Inps dovrà verificare i requisiti per il reddito di cittadinanza ”sulla base delle informazioni disponibili nei propri archivi e in quelli delle amministrazioni collegate” e a questo scopo “acquisisce, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, dall’Anagrafe tributaria, dal Pubblico Registro Automobilistico e dalle altre amministrazioni pubbliche detentrici dei dati, le informazioni rilevanti ai fini della concessione del Rdc (Reddito di cittadinanza)”.
La verifica dei requisiti di residenza e di soggiorno grava sui Comuni, finché non sarà realizzata l’Anagrafe unica.
Una prima sfida tecnologica richiede quindi che Inps metta assieme informazioni presenti su database di diversi enti, non integrati né comunicanti tra loro e dotati di sistemi (e regole) diverse.
Il decreto prevede tuttavia il lancio di piattaforme digitali appositamente ideate per il Reddito di cittadinanza:
- Una piattaforma presso l’Anpal nell’ambito del Siulp, per il coordinamento dei centri per l’impiego;
- Una piattaforma presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali nell’ambito del Siuss per il coordinamento dei Comuni.
Le piattaforme vengono definite nel decreto «strumenti di condivisione delle informazioni sia tra le amministrazioni centrali e i servizi territoriali sia, nell’ambito dei servizi territoriali, tra i centri per l’impiego e i servizi sociali», predisponendo per ottenere questo obiettivo «un piano tecnico di attivazione e interoperabilità delle piattaforme da adottarsi con provvedimento congiunto dell’Anpal e del Ministero del Lavoro».
L’Inps metterà a disposizione della piattaforma i dati personali dei beneficiari del Reddito di cittadinanza, le informazioni necessarie sulla loro condizione economica, i dati sul sussidio e ogni altra informazione che serva per attuare la misura.
I dati poi saranno condivisi dalle piattaforme con i centri per l’impiego e con i Comuni.
Il Ministero, spiega il Decreto, potrà avvalersi di enti o di società in house per il funzionamento del tutto. Il quale non è scontato, per l’inadeguato livello delle infrastrutture informatiche di alcuni enti pubblici che soffrono della carenza dell’interoperabilità tra sistemi diversi.
Il Piano triennale dell’informatica pubblica prevede la soluzione del problema attraverso il progetto Application program interface, che però a oggi non è ancora stato realizzato ed è certo tra le priorità del nuovo piano triennale 2020-2022.
Il rischio quindi è che si verifichino intoppi, non tanto nella trasmissione delle informazioni quanto nel reperirle: è il caso della ricerca dei dati necessari a verificare le richieste avanzate per il Reddito di cittadinanza, reperibili da diverse amministrazioni che operano con diversi sistemi.
Reddito di cittadinanza nella Legge di Bilancio 2022
La bozza della Legge di Bilancio 2022 stabilisce un rifinanziamento del reddito di cittadinanza per circa un miliardo di euro.
La Manovra 2022 sul reddito di cittadinanza apporta anche alcune modifiche. L’intento del Governo sembra quello di ridurre nel 2022 il reddito di cittadinanza già dopo un primo rifiuto di una offerta di lavoro congrua, mentre si decade del tutto dal beneficio dopo due offerte di lavoro “congrue” rifiutate.
Si punta anche ad aumentare il sussidio per le famiglie più numerose.
Reddito di cittadinanza 2022: obblighi dei beneficiari
Più nello specifico, si perde il beneficio della misura:
- dopo due proposte di lavoro congrue rifiutate. La prima proposta è congrua se il posto di lavoro dista entro 80 chilometri o è raggiungibile entro 100 minuti con i mezzi pubblici, mentre la seconda proposta è congrua al di là di ogni vincolo territoriale, vale qualsiasi posto di lavoro su tutto il territorio nazionale.
- Non ci si presenta almeno ogni mese presso un centro per l’impiego.
Dunque per mantenere il sussidio di cittadinanza, chi l’ha ottenuto è obbligato alla presentazione almeno mensile in un centro e ad accettare una delle prime due proposte congrue che gli vengono offerte.
Più controlli sui beneficiari del reddito di cittadinanza nel 2022
Dal punto di vista della Giustizia, aumenteranno secondo le previsioni della Legge di bilancio 2022 i controlli sullo stato patrimoniale e sull’anagrafica, per evitare episodi illeciti. Inoltre, sono contemplati anche alcuni reati che, se commessi, fanno decadere il beneficio:
- furto
- usura
- reati legati al traffico di stupefacenti
- sfruttamento della prostituzione, anche minorile
- reati legati al traffico di organi.
Reddito di cittadinanza: dati e stato dell’arte in Italia
Secondo i dati riportati sul portale Inps (dove sono disponibili servizi Inps online), con dati aggiornati all’ottobre 2021 emerge che i nuclei beneficiari di almeno una mensilità di Reddito o Pensione di cittadinanza sono 1.686.416 per un totale di 3.790.744 di persone coinvolte. Il beneficio è stato revocato a 89.956 nuclei, mentre sono decaduti dal diritto 243.845 nuclei.
Tra le regioni, prime sono con 137.206 domande la Campania e 128.809 domande la Sicilia; seguite dal Lazio con 73.861 richieste, Puglia con 71.535 e Lombardia con 71.310; ultima la Valle D’Aosta, con 1.031 domande. La prima provincia è Napoli con 78.803 domande, seguita da Roma con 50.840; all’ultimo posto Bolzano con 356 domande.
Coronavirus e reddito di cittadinanza
All’inizio del 2021 a causa delle conseguenze sociali ed economiche date dall’epidemia di coronavirus, il Governo ha stimato un aumento del 25% dei percettori del reddito, per circa settecentomila richiedenti in più. Per far fronte al numero, il decreto Sostegni 2021 (il quinto decreto Ristori) del 19 marzo ha rifinanziato per un miliardo di euro il reddito di cittadinanza.
Nuova modalità di sospensione e riattivazione
Una delle novità previste dal decreto Sostegni (o “Ristori 5”) è che se uno dei componenti del nucleo familiare dove è attivo un reddito di cittadinanza trova un lavoro a tempo determinato con ricavi superiori al limite massimo previsto per avere questo contributo, lo stesso viene sospeso fino a sei mesi.
Se il componente resta senza lavoro entro sei mesi, quindi, riottiene in automatico il reddito di cittadinanza senza dover più riattivare le pratiche.
Governo Draghi e reddito di cittadinanza
Il cambio di Governo a febbraio 2021 aveva portato molti a interrogarsi sul futuro del reddito di cittadinanza. Una misura su cui è stato chiamato a intervenire il neo ministro del lavoro Andrea Orlando. A inizio marzo 2021 il dibattito politico riguardava una possibile modifica della misura ma non la sua abolizione. Previsioni che poi sono state confermate nel suddetto Sostegni 2021.
A fine marzo 2020, nel corso dell’emergenza coronavirus, sono state avanzate proposte di ampliamento dell’accesso al reddito di cittadinanza. L’idea è stata avanzata da alcuni sindaci italiani, oltre che dal capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi. Infatti, Crimi ha dichiarato a Radio Cusano Campus (con ripresa da parte delle principali agenzie stampa) che il reddito di cittadinanza ha salvato tra i 3 e i 4 milioni di persone, avanzando l’idea di estenderlo a tutte le persone che al momento non hanno un reddito, come misura d’emergenza.
Reddito di cittadinanza nel Decreto Maggio – Decreto Rilancio
Il decreto Rilancio di maggio 2020, che stabilisce incentivi e regole per la Fase 2 della gestione dell’epidemia di coronavirus, potrebbe secondo indiscrezioni contenere voci relative al Reddito di cittadinanza. In particolare, sarebbero stabilite nuove soglie di accesso al sussidio.
Reddito di cittadinanza, bonus per le aziende che assumono
A partire da novembre 2019 l’Inps ha reso disponibile l’iter telematico destinato alle aziende che vogliono richiedere gli incentivi previsti in caso di assunzione di una persona che percepisce reddito di cittadinanza. L’assunzione deve essere a tempo indeterminato.
L’incentivo è noto come Sgravio reddito di cittadinanza e prevede sgravi sul versamento dei contributi fino a un massimo di 780 euro al mese per un minimo di cinque mesi. La cifra esatta dipende dalla cifra percepita dal soggetto col reddito di cittadinanza, la durata del bonus è legata invece a quanti mesi la persona ha ricevuto il reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza e Agenda digitale italiana
La misura adottata dal Governo è molto digital, per le modalità di distribuzione e di gestione. Infatti, a occuparsi di raccogliere i dati dei richiedenti e a erogare il servizio saranno due piattaforme legate ad Anpal e al Ministero del Lavoro, inoltre il denaro sarà caricato su una carta.
Tuttavia, questa stessa esigenza tecnologica alla base pone timori sull’effettiva capacità di funzionamento del sistema, principalmente per i problemi di interoperabilità dei sistemi informativi nella pubblica amministrazione.
C‘è un’anima “digital” nel Reddito di Cittadinanza anche per motivi più prospettici. Molti studi e correnti politiche nel mondo tendono a considerare necessarie forme di reddito minimo garantito per compensare agli squilibri di una società dove ci sarà sempre meno bisogno di lavoro umano (per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale); e dove crescono le diseguaglianze per via anche della concentrazione economica favorita dalla globalizzazione digitale.
Condizioni per non perdere il reddito: norme “anti-divano” per lavoro, formazione e sanzioni
Dati i requisiti per il reddito di cittadinanza previsti dal Decreto, risulta evidente come il Reddito di cittadinanza non è proprio di “cittadinanza”. Non viene infatti distribuito a tutta la popolazione che possiede la cittadinanza italiana, così come non è la cittadinanza il requisito base e unico per accedere al credito. Si tratta di un sussidio contro la povertà, una misura sociale inclusiva per garantire un reddito, come la pensione minima. Per evitare che si crei un effetto “paghetta”, sono state predisposte le cosiddette “norme anti-divano”.
Il prerequisito per chiedere accesso al Reddito di cittadinanza è il dichiarare l’immediata disponibilità a lavorare da parte dei maggiorenni del nucleo familiare (sottoscrizione del “patto per il lavoro”). Oppure – se non si è abbastanza formati – a partecipare a percorsi di formazione (“patto per la formazione”).
Chi è giudicato inabile a questi due percorsi (per esempio per motivi di salute) deve sottoscrivere il Patto di inclusione: si rende disponibile per lavori socialmente utili fino a un massimo di otto ore alla settimana.
Il sussidio dura diciotto mesi, saranno formulate tre offerte di lavoro congrue con il curriculum del soggetto, già entro il primo anno. La prima entro sei mesi ed entro 100 km, la seconda entro 12 mesi entro 250. La terza su tutto il territorio nazionale
Viene escluso dal Reddito di cittadinanza chi non partecipa ai percorsi formativi, rifiuta la terza offerta di lavoro e non aderisce a progetti utili per la comunità.
Ci sono anche, ovviamente, risvolti penali in caso di falsa dichiarazione dei dati: si rischiano dai due ai sei anni di carcere. L’evenienza di un tale reato è già contemplata anche nel codice penale all’articolo 640 bis, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, che prevede pene dai due ai sette anni per chi fa il furbetto per accaparrarsi illecitamente contributi di enti pubblici, dello Stato o europei.
Con gli attuali emendamenti al decreto, c’è una misura che toglie i sussidi a chi possiede immobili all’estero; i genitori single inoltre devono presentare entrambi l’ISEE (anche se non sposati né conviventi).Critiche al reddito di cittadinanza e confronto internazionale
Le critiche principali al sistema hanno riguardato il meccanismo dei centri dell’impiego, ancora inadeguati allo scopo e che saranno attrezzati con i fondi previsti dal Governo. Per ottenere dei reali vantaggi del reddito di cittadinanza è utile anche un confronto internazionale con le altre misure di reddito minimo previste dagli Stati.
Reddito di cittadinanza e privacy
Il Garante della privacy a fine novembre 2020 ha dato il via libera all’incrocio dei dati per le verifiche che Inps deve attuare nell’ambito del reddito di cittadinanza, per controllare che i richiedenti abbiano i requisiti per il reddito di cittadinanza e dunque che il sussidio sia fornito a chi davvero ha bisogno. Il Garante ha spiegato che i trattamenti di dati necessari pur se con fine di interesse pubblico, presentano comunque rischi notevoli per i diritti e le libertà degli interessati. Questo perché sono necessari scambi su larga scala e per via telematica di dati che riguardano salute, condizione sociale ed economica, casellario giudiziario e minorenni.
Il Garante ha quindi precisato che i dati che Inps scambierà con altre PA quali Regioni e Anagrafe tributaria, dovranno limitari a quelli strettamente necessari per le verifiche di:
- possesso di immobili
- intestazione di veicoli
- ricovero in strutture di lunga degenza pubbliche
- condanne o misure cautelari.
Il Garante ha imposto anche l’adozione di adeguate misure di sicurezza.
Articolo originariamente pubblicato il 23 Giu 2022