evasione fiscale e digitale

Scontrino elettronico: servirà a contrastare il nero? Ecco da cosa dipende

A partire dal 2020 lo scontrino elettronico verrà esteso alle attività più piccole. Quali saranno i vantaggi e, soprattutto, sarà uno strumento efficace per combattere l’evasione fiscale? Ci vorrà del tempo per dirlo con certezza. Nel medio-lungo periodo intanto dovrebbe procurare una semplificazione amministrativa

Pubblicato il 05 Dic 2019

Nicola Testa

Presidente U.NA.P.P.A. Unione Nazionale Professionisti Pratiche Amministrative

lotteria scontrini

Lo scontrino elettronico, che verrà esteso a tutti gli esercizi commerciali a partire dal prossimo anno, è stato concepito come  uno strumento per contrastare l’economia in nero e l’evasione fiscale.

Riuscirà a centrare l’obiettivo o chi evade continuerà a farlo? Vediamo le variabili che potrebbero determinarne il successo.

Scontrino elettronico, cosa cambia per commercianti e consumatori

A partire dal prossimo anno, lo scontrino elettronico, già entrato in vigore dal 1°luglio scorso per gli esercizi commerciali con un volume di affari superiore ai 400 mila euro annui, verrà esteso anche alle attività più piccole, arrivando così ad interessare complessivamente circa 2 milioni di esercizi commerciali. Faranno eccezione per il momento solo farmacie, tabaccai, edicole, venditori di prodotti agricoli e di servizi di telecomunicazione e aziende di trasporto pubblico, mentre resteranno esentate categorie particolari come i venditori di bibite e panini negli stadi e i gondolieri di Venezia.

Lo scopo principale di questo strumento è limitare la tentazione di dichiarare meno rispetto a ciò che è il reale fatturato. Si tratta quindi principalmente di uno strumento per contrastare l’economia in nero e l’evasione fiscale che come la fattura elettronica, da prima osteggiato e criticato da tutti, ha poi nei fatti aiutato a far emergere fatturati prima sconosciuti. Un evidente elemento di ragionamento che dimostra come spesso “il legislatore” non ragioni per merito dei temi ma per partito preso e ideologia. Nei fatti quel provvedimento seppur con tanti limiti e problemi della fase iniziale ha portato nelle casse dell’erario importi importanti. L’obiettivo dello scontrino pertanto segue la stessa regola.

Per i consumatori cambia ben poco: riceveranno un documento con valenza esclusivamente commerciale, non idoneo a fini di detrazione ma valido per garanzie, cambi e resi merce. Tale documento potrà essere rilasciato al cliente in formato cartaceo o via email e in accordo con il cliente sarà possibile avvalersi del solo formato elettronico. Nel caso in cui il cliente voglia invece avere copia del documento commerciale fiscale, il commerciante è obbligato ad emetterlo, ma gli può essere richiesto soltanto in fase di acquisto.

In generale, quindi, il principale vantaggio per gli acquirenti consiste nel poter disporre di una nuova garanzia digitale sui prodotti acquistati, oltre che nel fatto di non dovere più conservare scontrini cartacei (che spesso per la carta chimica con cui sono fatti, sbiadiscono rapidamente) per la presentazione in dichiarazione dei redditi e non ultimo, passare al digitale incide anche sull’aspetto ecologico per ovvie ragioni che non serve indicare.

Per gli esercenti, invece, si tratterà di un cambiamento significativo: non saranno sanzionati per la mancata emissione dello scontrino, ma una volta ricevuto il pagamento saranno comunque obbligati a registrare la vendita. I registratori di cassa verranno sostituiti da registratori telematici (in grado di collegarsi a internet), che applicheranno a ogni prodotto un QRCode dell’Agenzia delle Entrate e che, a fine giornata, invieranno automaticamente alla stessa Agenzia il resoconto di tutte le transazioni avvenute. In alternativa si potrà ricorrere alla procedura web gratuita predisposta dall’Agenzia delle Entrate, anche se ciò probabilmente richiederà un po’ più di tempo rispetto alla registrazione automatica via cassa.

In un modo o nell’altro, i commercianti dovranno implementare questo nuovo modo di procedere e ciò, come già avvenuto nel caso della fatturazione elettronica, comporterà – almeno da principio – qualche ritardo e inefficienza. Tuttavia questo meccanismo dovrebbe contribuire a semplificare la contabilità e il controllo di gestione degli esercizi commerciali e nel medio-lungo periodo, sotto il profilo della semplificazione amministrativa, risultare di una certa efficacia.

La lotteria degli scontrini funzionerà?

Diverso è invece il discorso sotto il profilo fiscale, dove l’efficacia del ricorso allo scontrino elettronico ai fini di un monitoraggio puntuale da parte delle autorità dipenderà principalmente dalla propensione degli acquirenti a richiedere la ricevuta che sappiamo non è così costante e incisiva. D’altronde il primo controllo dell’evasione potrebbe e dovrebbe essere il consumatore! E l’incentivo rappresentato dal poter disporre di una ricevuta elettronica ai fini di garanzia non sembra essere sufficiente.

Proprio per questo motivo, l’esecutivo ha deciso di associare l’introduzione dello scontrino elettronico alla cosiddetta “lotteria degli scontrini”, un provvedimento che era già stato previsto dalla Legge di Bilancio 2017 del governo Gentiloni, anche se finora non era mai stato attuato.

La “lotteria degli scontrini” dovrebbe funzionare così: dal 1°gennaio 2020 gli acquirenti potranno scegliere di partecipare o meno all’estrazione dei 3 premi mensili della lotteria degli scontrini e del premio annuale fino a un milione di euro. Per farlo, dovranno richiedere un “codice lotteria” – scaricabile dal portale della lotteria stessa – e presentarlo al venditore al momento dell’acquisto, che lo inserirà nello scontrino elettronico nel momento dell’emissione. Ciò dovrebbe incentivare i clienti a richiedere lo scontrino in occasioni di ogni loro acquisto, e quindi incrementare l’efficacia della nuova misura. Altrettanto certo che non dovremmo essere incentivati da una lotteria a chiedere lo scontrino ma da una cultura di base che dovrebbe spingersi prima di tutto a non doverlo chiedere, ma quando fosse necessario farlo, convinti che serve ad alimentare le risorse del Paese che poi ritornano, o dovrebbero ritornare, allo stesso cittadino per i servizi che lo stesso usa.

Ma funzionerà? La pratica della “lotteria degli scontrini” è nata negli anni Cinquanta a Taiwan ed è stata più di recente introdotta in altri paesi, quali Cina, Repubblica Ceca, Slovacchia, Malta, Lituania, Lettonia, Portogallo e Romania. E contrastanti sono le valutazioni che al momento è possibile trarre dai pochi studi pubblicati al riguardo. Il caso più interessante sembra essere quello del Portogallo, dove questo tipo di lotteria è stata introdotta nel 2014 al fine di contrastare l’evasione fiscale, dopo che erano già stati adottati altri provvedimenti, fra i quali il rimborso dell’IVA all’acquirente di determinati beni e servizi (parrucchiere, riparazione autoveicoli, alberghi e catering) che avesse fatto richiesta della ricevuta. E forse proprio per l’insieme dei provvedimenti messi in campo, ancora di recente non è stato possibile verificare concretamente quanta parte dell’evasione fiscale recuperata fosse dovuta alla lotteria degli scontrini. Così come finora è risultato assai difficile stimare in che misura la richiesta della ricevuta da parte degli acquirenti sia principalmente da ricondurre alla possibilità di concorrere all’estrazione di premi.

Nel caso dei consumatori portoghesi, infatti, sembrano esservi motivazioni più stringenti di quest’ultima, quali il rimborso dell’IVA, la possibilità di detrazione e il determinarsi di situazioni da credito di imposta. Tra l’altro, il beneficio atteso di un’eventuale vincita della lotteria deve comunque scontare il pagamento di una qualche imposizione fiscale sulla vincita. Ciò che potrebbe a sua volta contribuire a non rendere la lotteria particolarmente allettante agli occhi dei contribuenti.

Senza dimenticare che, come già dimostrato da diversi studi empirici, un’ulteriore importante motivazione per un comportamento fiscale corretto risiede nell’aspettativa diffusa che i soldi delle tasse vengano impiegati opportunamente da parte dell’amministrazione statale. E, come ben sappiamo, nel caso italiano la percezione sia di come vengano spese le risorse ottenute attraverso il prelievo fiscale sia della qualità dei servizi erogati dalla pubblica amministrazione, non risulta essere molto elevata. Perciò è assai probabile che la “lotteria degli scontrini” possa rappresentare un incentivo affinché i consumatori esigano dagli esercenti lo scontrino elettronico solo nei casi in cui sia manifesta l’intenzione dei commercianti di procedere all’emissione dello scontrino stesso.

Un altro elemento su cui ragionare e il fatto che l’amministrazione potrà accelerare tempi e modificare modi di eseguire le verifiche. Indubbio che oggi avendo a disposizione fattura elettronica e a breve scontrino fiscale, si avrà a disposizione una base dati presuntiva in alcuni casi di settore, certa nei confronti del singolo, che consentirà analisi sicuramente più profonde e veloci. Pensiamo ad una verifica tradizionale che sconta non solo il fatto che ci siano da prima persone che devono eseguire rilevazioni, oggi certamente saranno agevolate e accelerate.

Per questo in linea di principio questo passaggio potremmo anche considerarlo positivo e in particolare se, come detto, rapportato alla fattura che ha dato i suoi frutti. Altrettanto certo che chi non ha nulla da temere dovrà solo adeguarsi al nuovo modo che alla lunga porterà beneficio anche operativo, diciamolo; così come sicuro che chi evadeva (ancora molti purtroppo) continuerà a farlo. Non sono certo questi cambiamenti che fanno cambiare il “brutto vizio” ma certamente inserendo una prescrizione come questa sarà più facile cadere nella rete dell’incrocio di dati e questo dobbiamo considerarlo positivo, almeno quelli che le tasse le pagano tutte.

In conclusione, per poter stabilire in che misura l’introduzione sistematica dello scontrino elettronico possa risultare una misura efficace nel contrastare l’evasione fiscale occorrerà aspettare un po’ di tempo. Anche se non vi è dubbio che per gli esercenti nel medio-lungo periodo questo strumento dovrebbe comunque procurare una semplificazione delle attività amministrative e di cassa.

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