Con la crisi energetica alle porte e la transizione ecologica che – anche spinta da investimenti pubblici senza precedenti – continua il suo inarrestabili percorso, la tendenza al consumo di energia sembra trovare nuovi progetti che mirano da una parte a ristabilire un equilibrio energetico e dall’altra a fornire strumenti per contrastare l’inquinamento ambientale. La tecnologia blockchain, ritenuta un’innovazione energivora, è al centro di molte di queste proposte.
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Il caso danese: gli Eurobond su blockchain
Già nel 2021 Clearstream Banking SA ha iniziato ad allargare il proprio target di servizi alla criptovalute, includendo alcuni titoli di debito internazionali con ETN basati proprio sul mercato crypto. Sfruttando la popolarità dello strumento tra gli investitori istituzionali e privati il gruppo Deutsche Boerse è diventato il primo operatore di settore a sviluppare il trading sulle cypto currencies attraverso il meccanismo della compensazione centralizzata. In un solo anno sono stati messi titoli per circa 1 miliardo di euro.
Sulla scia di tale sviluppo la Danimarca ha inteso implemenare un progetto utilizzando i green fund europei per lo sviluppo di progetti mirati ad una migliore transizione energetica ed ha deciso di immettere sul mercato una piattaforma DTL per lo scambio di valute e titoli – anche virtuali – senza passare dagli intermediari istituzionali e registrati.
All’inizio di giugno del 2022 l’Unione Europea ha finalmente pubblicato i regolamenti per il sistema DLT, in forma di pilot: le nuove prescrizioni permettono la deroga di alcune regole per quei titoli che scambiano su un sistema non centralizzato e tracciato di blockchain o ai sistemi multilaterali di negoziazione (MTF) come per esempio permettere al singolo di scambiare senza il necessario utilizzo degli intermediari accreditati.
La piattaforma Efforce
È solo di qualche settimana fa la notizia del lancio della piattaforma Efforce (efforce.io) che permette di scommettere in progetti green attraverso il finanziamento diretto scambiato con moneta virtuale NFT.
In cambio di un finanziamento si può scommettere sul progetto desiderato guadagnando mWOZ, l’NFT di ricompensa che nel tempo dovrebbe acquisire valore. Si può anche guadagnare il proprio credito di carbonio attraverso un guadagno diretto di certificati di credito. Sul sito web si legge che Efforce è “La prima piattaforma che utilizza blockchain per aiutare la transizione verso un futuro sostenibile nel consumo di energia”. Non sappiamo ancora se tale architettura avrà un successo roseo, per ora possiamo limitarci solamente a dire che i cosiddetti carbon credit ancora hanno dei criteri di calcolo davvero discutibili, anche se la stessa tecnologia Blockchain applicata alle filiere di produzione sta rendendo sempre più affidabile – o comunque verificabile – il mercato.
Open Fund Forest e Human dao
Ma non solo la Blockchain sembra concentrarsi su nuovi modi per fare soldi o per tracciare le filiere di imprenditori che – alla fine dei conti – cercano una piattaforma verificata per facilitare il proprio business, bensì anche il target del sistema a blocchi sembra cambiare verso obiettivi sempre più green e sostenibili. Da una parte la piattaforma Open Forest sin dal 2020 ha voluto mettere a disposizione un sistema di tracciamento blockchain al fine di verificare la reale impiantazione di alberi nell’intero globo terrestre, permettendo al contempo di finanziare attraverso crowd funding le singole mission e le singole attività meritevoli.
Dall’altra il progetto Human dao, di più recente costituzione, si è imposto di “migliorare la vita attraverso la crypto” permettendo a tutti i potenziali visitatori del sito di giocare ai giochi online, retrocedendo parte dei guadagni crypto ai più meritevoli. Sul sito si può scoprire, per esempio, che è possibile richiedere borse di studio sfruttando la piattaforma che ha come mission quella di utilizzare la tecnologia blockchain (NFT, DeFi, Dapps, ecc.) per offrire nuove modalità di guadagno prestando risorse di gioco ai membri di un programma educativo, consentendo loro di partecipare a giochi P2E, come il popolare Axie Infinity. I membri così guadagnano gettoni giocando e gli introiti della piattaforma vengono parzialmente redistribuiti.
Conclusioni
Le promesse mirabolanti di questi progetti sembrano per ora ad appannaggio dei pochi fortunati che possono avere accesso a tale tecnologia. Anche le prospettive di guadagno non mirano ancora ad essere democratiche e alcune sembrano essere colorate di verde solo per avere accesso ai fondi green, verificando lo schema del più classico dei green washing.
È ancora presto però per prendere una posizione e per ora non ci resta che confidare che questi progetti abbiano successo vigilando affinché tutte le promesse siano mantenute.