E’ ancora possibile essere “autentici” in un’epoca in cui la finzione fa parte della comunicazione e dove il gioco dell’apparire sconfina spesso nell’alterazione della realtà, rappresentata con modalità artificiose pur di assicurarsi il consenso e l’approvazione?
Nella attuale società siamo dunque diventati più bravi a fingere? E quanto i dati biometrici della grafia possono rivelare il processo di finzione?
L’avvento dei social porta inevitabilmente alla facile creazione di un “falso essere” che si estrinseca nell’apparire, mascherando o alterando il “vero essere”. Ma è d’obbligo chiedersi quali siano gli aspetti più intimi e personali di ogni individuo, che non riescono ad essere celati nonostante l’apparente mascheramento.
Considerato che la scrittura è traccia individuale ma è anche riflesso della società e legata alle caratteristiche individuali, ci si chiede quanto sia rilevabile la finzione dai dati biometrici della grafia.
La finzione rilevata da dati biometrici della grafia
Le acquisite abilità tecnologiche e digitali consentono facilmente a ciascuno di noi di creare “profili” e account con falsa identità o addirittura spacciarsi nel mondo social per soggetti diversi, ma è possibile mascherare nella scrittura le componenti legate al proprio personale modo di essere?
Ed inoltre, è davvero possibile riuscire ad entrare in un’identità grafica che non ci appartiene senza lasciare tracce della nostra personalità?
La scrittura come biometria comportamentale e il ruolo dei neuroni specchio
La scrittura rientra nella biometria comportamentale[1] e quindi, al pari dell’andatura o del timbro della voce di un soggetto, ha uno stile che dovrebbe essere univoco e non facilmente imitabile né occultabile.
L’avvento della grafometrica ha ormai evidenziato l’unicità della scrittura individuale che contiene in sé caratteristiche univoche e personali, registrabili e misurabili, che in combinazione tra loro determinato un’impronta grafica personale.
Le neuroscienze e il movimento della scrittura in perizia e in grafometrica
Le neuroscienze hanno apportato un contributo significativo alla conoscenza del comportamento umano e quindi anche della scrittura, che di esso è una modalità.
Le recenti scoperte hanno avuto un importante risvolto applicativo anche nell’indagine grafo-tecnica, in quanto grazie agli studi sul movimento è stato possibile avvalorare l’analisi della scrittura alla luce della motricità manuale come risposta ad un’attività cerebrale.
L’interazione tra neuroscienze e sistemi di rilevazione grafometrici ha permesso di studiare attraverso strumenti digitali avanzati i meccanismi complessi della scrittura, allo scopo di individuare le strutture del cervello che sono coinvolte, partendo dal presupposto che l’azione motoria alla base della scrittura coinvolge ed impegna anche le funzioni cognitive.
L’avvento dei dispositivi di firma grafometrica negli ultimi anni ha reso possibile, finalmente, visualizzare in modo oggettivo il fenomeno scrittorio, riproducendone il movimento in itinere e misurando con dati numerici parametri grafici prima solo “deducibili” dall’osservazione quali velocità e pressione.
L’ambiguità tra realtà e apparenza
L’ambiguità tra realtà e apparenza è un tema caro alla filosofia e all’arte: oggi, proprio come nelle opere di Magritte, non si ha alcuna sicurezza se “dietro la finestra ci sia veramente un albero” o l’immagine rappresentata non sia piuttosto un artificio visivo che nasconde la verità rivestendola con la finzione.
Soffermandoci sull’etimologia del termine “autenticità” (dal latino authenticus, dal greco “αutentikos” che vuol dire “autore“, “che opera da sé” e che significa in senso lato “avere autorità su se stessi“) tale definizione rimanda concettualmente a ciò che è vero, cioè non falso, che si può provare.
Nel linguaggio giuridico, il termine invece assume carattere di verità attribuito a un atto pubblico, che implica una presunzione legale non tanto per ciò che riguarda il contenuto quanto piuttosto per ciò che riguarda la formazione e la provenienza dell’atto stesso.
Il filosofo Heidegger (1889-1976) ci indica che è autentica una persona che segue ed insegue la sua singolarità preferendola alla falsa sicurezza e ad un’esistenza condotta seguendo una vita superficiale.
L’attuale rapporto tra la rapida evoluzione tecnologica e l’esposizione mediatica dell’individuo ci mostra non solo la consuetudine di numerose finzioni e mascheramenti ma anche il rischio di un possibile accesso ai nostri dati, fino al pericolo concreto del furto d’identità.
Cosa succede veramente quando un soggetto imita un altro soggetto o maschera volutamente la propria grafia
Allacciandoci alle neuroscienze è noto che l’atto scrittorio non è solo un atto motorio, ma un movimento che coinvolge specifiche aree cerebrali e funzioni cognitive. Il cervello dirige e veicola l’atto scrittorio come rappresentazione della realtà ma anche come espressione di sé attraverso il corpo, nel dualismo tra cervello, mente e corpo.
Inoltre, attraverso l’affascinante scoperta dei neuroni- specchio, le neuroscienze hanno dimostrato che esiste una capacità individuale di riprodurre movimenti corporei «per imitazione» attraverso la semplice osservazione di comportamenti altrui.
Le aree cerebrali si attivano alla sola vista del movimento, come se il soggetto osservatore stia realizzando lo stesso gesto.
Anche l’atto scrittorio dell’osservatore è dunque un atto potenziale causato dall’attivazione dei neuroni specchio in quanto il cervello, nella sua plasticità, si modella attraverso l’osservazione e attiva le funzioni cognitive attraverso le funzioni motorie.
Gli autori Rizzolati e Sinigallia[2] suggeriscono che “La comprensione delle intenzioni altrui non ha nulla di teorico, ma poggia sull’automatica selezione di quelle strategie di azione che in base al nostro patrimonio motorio risultano di volta in volta più compatibili con lo scenario osservato”.
Che ruolo svolge dunque l’osservazione rispetto al fenomeno scrittorio e, in particolare, al fenomeno imitativo?
Osservare bene un soggetto che firma permette di decodificare meglio l’identità dell’altro?
Attraverso l’uso dei dispositivi grafometrici (che consentono l’osservazione del fenomeno scrittorio “in itinere” con la registrazione dei dati di posizione, tempo, pressione e velocità[3]) si è potuto sperimentare che se un soggetto non osserva solo la grafia da imitare, ma pone attenzione ai reali movimenti dello scrivere di un altro soggetto (neuroni specchio) ottiene sicuramente maggior successo nell’imitazione.
Tentativo di imitazione realizzato da altro soggetto con foglio davanti; il soggetto non ha potuto osservare l’atto motorio nella scrittura da imitare e il risultato è risultato poco compatibile con l’aspetto formale e dinamico della scrittura imitata.
Imitare osservando il movimento dell’altro
Basandoci sulla scoperta dei neuroni specchio, abbiamo sperimentato come cambia il prodotto scrittorio qualora l’imitatore sia posto in condizione di poter osservare il movimento del soggetto che deve imitare.
L’autrice Heidi H. Harralson definisce “come attacchi di spalla” quelli che potrebbero essere i gesti degli osservatori mentre un soggetto firma su un dispositivo grafometrico[4].
Vediamo di seguito una firma imitata da soggetto che ha potuto osservare lo scrivente non solo di spalla ma accuratamente (fig 3): possiamo apprezzare una riduzione del tempo di apposizione e maggiore coerenza nell’appoggio pressorio, che risulta più simile e con alleggerimenti compatibili con quello oggetto di imitazione.
Fig.3
L’essere agisce necessariamente per forme, che sono le apparenze ch’esso si crea, e a cui noi diamo valore di realtà (Pirandello)
Solitamente è anche da considerare che quando siamo in condizioni psicofisiche deboli è più facile essere raggirati, ma vediamo quanto, in condizioni disabilitanti, si riesca a fingere o modificare la propria scrittura.
Abbiamo considerato anche cosa cambia quando un soggetto firma in una posizione molto scomoda e innaturale rispetto al reale tentativo di mascherare.
L’autenticità attraverso i dati biometrici della grafia è ravvisabile anche quando lo scrivente non sia nelle condizioni fisiche ottimali o scriva in posizioni inconsuete.
Nell’esempio sottostante ecco la grafia redatta in posizione molto scomoda ed in situazione dolorante.
( Fig.4)
Nell’immagine seguente la firma viene dissimulata dallo stesso soggetto che, cercando di modificare l’aspetto formale, ha staccato ogni lettera e realizzato la sua firma in forma script[5]
Fig.5
Nonostante il cambiamento di forma i dati biometrici riportano alla identità del soggetto firmatario.
Anche in caso di variazione della forma per cause accidentali (es. variazione postura) gli strumenti grafometrici permettono di oggettivare l’identità di mano.
Grafico pressione Grafico velocità
La prova ripetuta su numerosi soggetti ha permesso di confermare:
- Un soggetto che osserva il movimento naturale di un altro soggetto riesce a riproporlo con più facilità che emulandolo solo con campioni di firme.
- Nella dissimulazione permangono valori compatibili nei singoli parametri ma si alterano i rapporti tempo/velocità/ gesti aerei e sono diversi i tratti-tratti aerei in quanto la firma viene composta con movimento innaturale rispetto alla firma spontanea e quindi è possibile svelare la finzione!
Non solo, è stato chiesto ad alcuni soggetti che hanno dimestichezza nel disegno e possiedono abilità nella riproduzione di forme, di imitare le firme di soggetti che a causa di alcune problematiche sono obbligati a stare in posizione scomoda (distorsione caviglia, fratture etc,). L’imitazione è stata compiuta senza osservare il soggetto scrivere e con accurata osservazione dei movimenti.
L’osservazione dell’atto di scrivere permette al falsario una buona riuscita imitativa
Stanislavskij, grande regista, attore e teorico teatrale russo, è stato uno strenuo sostenitore dell’identificazione dell’attore con il personaggio. Secondo lui l’attore doveva sacrificare sé stesso per calarsi totalmente nel personaggio in modo da renderlo vivo e reale sul palcoscenico; forse, allo stesso modo, l’imitatore riesce a calarsi meglio nel ruolo dopo che ha osservato il movimento e lo ha rivissuto nel suo corpo.
Fig.5
firma naturale di soggetto immobile per distorsione caviglia
Nell’immagine sottostante la firma è stata imitata senza osservare ma solo attraverso la copia della firma, per cui si notano sostanziali discrepanze sia nella pressione che nei tratti in aria e nel tempo di apposizione
Imitazione realizzata dopo osservazione attenta del movimento: l’imitatore è entrato meglio nelle sequenze del movimento (analogia nei tratti in aria) e nelle forme grafiche.
Ma come dimostrano i grafici è ben svelata la natura dell’imitatore che mostra dai grafici totali aspetti di discordanza.
In base alle sperimentazioni effettuate attraverso i dispositivi grafometrici, sia in caso di imitazione che di dissimulazione e/o in circostanze scomode e postura inusuale, sono stati acquisiti i seguenti dati:
- È possibile confermare che l’osservazione del processo scrittura nella sua canalizzazione tra movimento/velocità/ iter formali permette di realizzare firme più simili o meno difformi;
- la componente dinamica legata ai dati biometrici permette comunque di valutare i cambiamenti (tempi/ pressione/ velocità/ assi) e quindi di svelare l’identità;
- il processo dissimulativo resta più difficile da individuare se non si ha la possibilità di osservare lo scrivente mentre scrive;
- l’aspetto dinamico che meglio lascia comprendere l’innaturalezza e l’artificiosità sono i rapporti tra velocità –pressione /accelerazione e pause;
- eventuali “attacchi di spalla” per imitazione di soggetti che stanno firmando su tavolette sarebbero comunque accertabili in base ai dati biometrici
Automatismi innati anche nella fase dell’apprendimento
L’avvento dei dispositivi di firma grafometrica ha consentito negli ultimi anni uno studio approfondito del fenomeno scrittorio, sia attraverso la registrazione di dati per ogni punto del tracciato, sia grazie alla riproduzione in “real time” del movimento, che rende visibile la dinamica espressiva individuale anche nei gesti automatizzati e non controllabili intenzionalmente.
Così come le scoperte scientifiche, tra cui la scoperta dei neuroni specchio, hanno evidenziato la necessità di «misurare» l’attività cerebrale in relazione al movimento, così oggi attraverso la grafometrica è possibile finalmente misurare il movimento e fornire una spiegazione scientifica alle leggi della scrittura come fenomeno correlato al cervello.
Sotto questo aspetto, è interessante considerare che l’apprendimento della scrittura avviene in età infantile per imitazione di un modello proposto. Spesso, oltre alla osservazione del modello scrittorio, è fondamentale l’apprendimento del movimento necessario per realizzare la forma corrispondente alle lettere.
Nella fase di apprendimento della “forma” cosa permane della natura individuale dello scrivente?
Anche nelle grafie di adolescenti e bambini, in un’età in cui l’evoluzione del grafismo non è ancora completa, si è potuto accertare che la variazione della forma è possibile ma non muta l’espressività individuale e naturale del soggetto, che resta un aspetto caratterizzante.
Le caratteristiche intrinseche restano immutate anche in caso di variazione volontaria della forma.
La personalizzazione del grafismo evidenzia l’evoluzione della scrittura nel tempo, in relazione alla crescita dello scrivente, ma vi sono aspetti costituzionali che tendono a restare invariati, perché legati al temperamento individuale. Ad es. l’appoggio pressorio.
Soggetto di 15 anni
Firma naturale Firma di fantasia
Nonostante le variazioni formali, permangono analogie nelle caratteristiche dinamiche, ben visibili nelle variazioni dell’appoggio pressorio rispetto al tempo e alla velocità di esecuzione.
La rappresentazione in grafico dei parametri di pressione e velocità (grafici sovrapposti tra loro) oggettiva l’identità di mano nell’analoga variazione e nelle oscillazioni compatibili del tracciato.
grafico pressione
grafico velocità
Il grafico degli assi X e Y registra le oscillazioni del tracciato verso l’alto e verso il basso, nonchè le spinte vettoriali e la progressione/regressione del movimento. La sovrapposizione dei due grafici (firma naturale e firma di fantasia) evidenzia analogie dinamiche nella dinamica del tracciato in relazione a spazi e gesti aerei.
Si conferma l’identità di mano nonostante la variazione della forma.
Grafico movimento assi X e Y
Lo studio delle scritture giovanili ha permesso di osservare la permanenza nel tempo di automatismi scrittori legati alle componenti intrinseche della scrittura e connaturati al soggetto scrivente, che non riescono ad essere modificati.
L’osservazione del fenomeno grafico in chiave evolutiva tiene conto del maggior controllo esercitato dallo scrivente – in età giovanile – nel costruire la forma (apparenza vs. realtà).
Tuttavia, l’indagine strumentale con dispositivi grafometrici rende visibili gli automatismi grafici che sfuggono al controllo intenzionale e rivelano la vera espressività dinamica dello scrivente.
Soggetto 10 anni
Appoggio pressorio e sue modulazioni espresse in scala cromatica (legenda a margine)
Si conferma analogia nel tempo e velocità. Analogo anche l’appoggio pressorio nelle sue variazioni (visibili le analogie nelle variazioni cromatiche).
Analoga ritmicità nell’appoggio pressorio
Inoltre, nell’osservazione della scrittura nel tempo è possibile rintracciare elementi intrinseci e aspetti costituzionali dello scrivente, che restano come automatismi scrittori e non mutano anche in soggetti giovani.
2021
2023
Conclusioni
Dal nostro studio si conferma che è possibile riconoscere la finzione attraverso i dati biometrici della grafia sia nei casi di imitazione che di dissimulazione, inoltre è possibile affermare che l’osservazione del movimento scrittorio rende più facile ai falsari l’imitazione e da altro canto l’osservazione da parte di esperti del movimento compiuto ( quindi non solo il tracciato statico ma la possibile visione del filmato della realizzazione del gesto grafico) rende più facile lo smascheramento.
L’identità grafica si conferma già nell’età di apprendimento della scrittura: prevalgono infatti gli aspetti costituzionali anche nel tentativo di camuffamento della propria grafia; quindi anche mascherando le sembianze formali dello scritto, emerge la vera natura dello scrivente.
Del resto il grande Oscar Wilde aveva detto “Datemi una maschera e vi dirò la verità”.
Immagini
Le scritture mostrate sono realizzate da soggetti che ne hanno fornito liberatoria
Bibliografia
G.Rizzolatti Corrado Sinigaglia “So quello che fai” Il cervello agisce e i neuroni specchio Raffaello Cortina editore 2006
H.H.Harralson Identificazione della scrittura e della firma nell’era digitale Libreria Moretti Urbino 2016
Il problema mente-corpo e i neuroni specchio, Nicola Simonetti, DM ricerca
A.Buquet La perizia dei documenti manoscritti casa ed.Pioda, 2007
A.Bravo Manuale di Grafologia generale Ed sulla Rotta del sole,
A. Bravo, Variazioni naturali e artificiose della grafia, 1998 Libreria Moretti,Urbino
O Del Torre Perizia Grafica Manuale di Perizia Grafica ed.Mediterranee ( 1962)
E.Locard I falsi in scrittura e la loro perizia, ed. Sulla Rotta del Sole, 2009
Pirone G., Il falso in scritture, Cedam.
P. Pastena Dizionario di Perizie grafiche Ed. Sulla Rotta del sole
E- Solange Pellat, Le leggi della Scrittura, Ed. Sulla rotta del Sole, 2004
Vettorazzo B. Metodologia della perizia grafica su base grafologica, Giuffrè Mi
- L’autenticazione biometrica comportamentale è la verifica automatica dell’identità di un individuo utilizzando la sua propria caratteristica comportamentale. La biometria comportamentale comprende l’analisi delle modalità che sono legate alla condotta di un individuo come la voce, l’andatura, la dinamica della battuta dei tasti, la dinamica della firma, i gesti. ↑
- G.Rizzolatti Corrado Sinigallia (2006) “So quello che fai” il cervello che agisce e i neuroni specchio Raffaello Cortina editore pag.127 ↑
- I dispositivi di firma grafometrica registrano, per ogni punto del tracciato (punto di campionamento) i valori di posizione, tempo, pressione, velocità. Utilizzato STU530 wacom software Namirial ↑
- Heidi H. Harralson “Identificazione della scrittura e della firma nell’era digitale pag. 112 ↑
- grafia vicina al modello tipografico ↑