L'approfondimento

Sostenibilità e supply chain, le raccomandazioni del World Manufacturing Forum per il 2023

Il World Manufacturing Forum 2022 è stata l’occasione per ragionare sulle dieci raccomandazioni, tradizionale contenuto del report legato all’evento, per l’industria manifatturiera: a ciò si aggiungono i punti di vista e i consigli di numerosi manager che hanno portato le loro esperienze aziendali

Pubblicato il 21 Dic 2022

Marco Taisch

Politecnico di Milano e World Manufacturing Forum Scientific Chairman

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Nonostante i diversi accadimenti che ci hanno accompagnato a partire dal 2020, siamo riusciti anche quest’anno a riunire esponenti industriali, accademici e rappresentati di governo all’edizione del World Manufacturing Forum 2022 intitolata “Redesigning supply chains in the new era of manufacturing”. Più di trecento esperti ed esponenti politici nazionali ed internazionali si sono incontrati per due giornate con l’obiettivo di discutere e promuovere tutte quelle azioni necessarie per progettare le nostre supply chain nella nuova era del settore manifatturiero che, come è bene ricordare, rappresenta il 17% del PIL globale, garantisce un’occupazione diretta pari al 13,7% e costituisce il 71% del commercio mondiale.

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Le dieci raccomandazioni del World Manufacturing Report 2022

Durante l’evento è stato presentato il World Manufacturing Report 2022 che, come da tradizione, ha messo in luce le 10 raccomandazioni per il futuro.

  1. Avoid overreactive policies that bring back the pendulum of globalisation
  2. Ensure prudent, clever, entrepreneurial, and proactive redesign of supply chains to secure critical supply
  3. Adopt an iterative and continuous improvement approach to supply chains
  4. Design products for an agile redesign of supply chains
  5. Exploit the opportunity of redesigning supply chains to drive circularity and sustainability
  6. Accelerate the urgent adoption of digital tools as enablers for resilient and adaptive supply chains
  7. Support small and medium enterprises by including them in the redesigning of the supply chains leveraging on their capabilities and addressing their needs
  8. Adopt a multi-dimensional approach to consider geopolitical risks and other non-cost factors in redesigning supply chains
  9. Recognise skills as the next missing factor in production
  10. Take action through policies to empower responsible consumer behaviours to reach a stable economic development

Le raccomandazioni degli esperti internazionali del WMF nascono dopo un’attenta analisi dei principali megatrend che stanno colpendo la nostra società nel suo complesso e che vedono il settore manifatturiero tra i principali protagonisti. Tra questi, si menzioni una limitata disponibilità dei fornitori per blocchi accidentali dovuti a lockdown o limiti logistici, che implica talvolta una limitata disponibilità delle “critical raw materials”. Inoltre, tramite la digitalizzazione, si vede sempre più come le skills necessarie non siano così diffuse tra i lavoratori, e risulta quindi sempre più difficile garantirsi il personale adeguato in termini di numero e di competenze. Tali concetti sono stati rielaborati e confermati dai vari speaker durante i keynote e le tavole rotonde avvenuta nei giorni del WM Forum. Tra le keyword più utilizzate sono infatti emersi i termini skills, digitalizzazione, sostenibilità, consumatori, piccole medie imprese e “do not overreact”.

Quest’ultima, in particolare, è stata menzionata più volte, ad esempio, da Francesco Ferrero, Direttore del dipartimento ITIS del Luxembourg Institute of Science and Technology (LIST) e da Klaus Beetz, CEO di EIT Manufacturing, che hanno sottolineato la necessità di condurre in primis un’analisi attenta della situazione per non prendere decisioni che altrimenti potrebbero risultare affrettate. A titolo d’esempio, LIST, durante i primi lockdown del 2020, ha sviluppato una torre di controllo che permettesse di monitorare l’intera supply chain in real time al fine di prendere decisioni accorte in base alle esigenze riscontrate.

Lo scenario per le PMI

Per quanto riguarda l’attenzione alle piccole medie imprese, è più volte emersa la necessità di coinvolgere, formarle e supportarle affinché possano essere integrate nel migliore dei modi all’interno della filiera. Michela Rubegni, Head of Marketing Director EU di Alibaba, tra i vari, ha posto l’accento su quanto sia necessario supportare le piccole e medie imprese nella trasformazione digitale. Roger Suarez, Int’l Networks Manager, ACCIÓ – Catalan Agency for Business Competitiveness, Government of Catalonia ha presentato il piano di sviluppo della Catalogna ponendo l’attenzione tra le altre cose sui Digital Innovation Hub (DIH) che hanno un ruolo fondamentale e strategico, ad esempio come test beds platform, per le piccole e medie imprese.

Il ruolo dei consumatori: casi aziendali

Sebbene più volte sia stato sottolineato il ruolo cardine all’interno delle filiere delle piccole e medie imprese poiché componenti principali, non va sottovalutato il ruolo fondamentale dei consumatori per l’innovazione lungo tutta la filiera. Infatti, l’innovazione è sempre più stimolata e supportata dal coinvolgimento in prima persona dei consumatori stessi che portano alle aziende le loro esperienze e le loro esigenze. Inoltre, come sottolineato tra gli altri da Porsche, IBM, Salesforce e Natuzzi, molte aziende, sia B2C che B2B, hanno lavorato e stanno ancora lavorando per migliorare l’esperienza dei propri consumatori a partire dall’acquisto del prodotto alla sua ricezione.

Basti pensare al settore automobilistico, che a causa della scarsità di alcune risorse prime sta allungando di diversi mesi le consegne delle automobili, ma deve altresì evitare di mettere da parte le esigenze dei consumatori. A titolo d’esempio, Pietro Innocenti, CEO di Porsche Italia, ha messo in luce le attività proposte dall’azienda per fare in modo che l’acquisto sia un’esperienza unica da condividere con amici e parenti così da alleviare l’attesa.

IBM e Salesforce

Andreas Kumichel, CTO & Director Industry Engineering Manufacturing & Energy Industries di IBM e Matthew Simpkins, RVP EMEA Industry Advisor Manufacturing and Automotive di Salesforce, entrambi nel mondo B2B, hanno voluto sottolineare la necessità di sfruttare l’avanzamento tecnologico per essere presente nei confronti del cliente in qualunque momento e dovunque, facendo leva, secondo Andreas Kumichel, sugli standard affinché sia possibile creare un ecosistema integrato.

Natuzzi, Leonardo e PTC

Pasquale Junior Natuzzi, Chief Creative & Marketing Officer, Regional Manager Emerging Markets di Natuzzi, così come altri, ha posto l’accento anche sulle potenzialità che l’avanzamento tecnologico porta non solo per il coinvolgimento del consumatore stesso, al fine di migliorarne la sua esperienza, ma anche per migliorare i livelli di sostenibilità tramite innovazione di processo e di prodotto.

Anche Fabio Barsotti, Executive Vice President Manufacturing and Program Management di Leonardo, infatti, ha presentato il suo progetto “Be Tomorrow – Leonardo 2030”, all’interno del quale, vi è la creazione di una serie di laboratori focalizzati su specifiche tecnologie, come ad esempio l’intelligenza artificiale, che possano portare innovazione, tra le altre cose, anche su aspetti legati alla sostenibilità.

A livello B2B, anche Florian Harzenetter, Business Development Senior Director di Parametric Technology Corporation (PTC) ha posto l’attenzione sulla necessità di supportare il proprio cliente nella creazione di un’infrastruttura digitale che possa anche guidare il cliente stesso in un percorso di trasformazione ecologica. Rainer Brehm, CEO Factory Automation di Siemens, dal canto suo, ha presentato il progetto E2E logistics che si pone l’obiettivo di ottenere una piattaforma di piena trasparenza lungo tutta la supply chain favorendo una maggior resilienza e migliori perfomance in ambito di sostenibilità.

Priorità: un approccio sostenibile

La sostenibilità risulta per tutti, infatti, il punto chiave per procedere in questo nuovo contesto manifatturiero e sforzi nel migliorare le proprie performance sono state registrate dai più, tra cui Marco Nocivelli, Chief Executive Officer and Chairman di EPTA Group e presidente di ANIMA Confindustria, Martin Blok, Managing Director Sales di DHL Express Italy, e Pietro Innocenti, CEO di Porsche Italy. A titolo d’esempio si riporta il passaggio a veicoli elettrici di DHL al fine garantire sempre un servizio di qualità verso il cliente riducendo nel frattempo l’impatto ambientale. Nella stessa direzione, Porsche ha da un lato sviluppato un parco macchine elettrificate, dall’altro ha posto l’attenzione sulla ricerca di nuovi combustibili sintetici ad impatto zero. Inoltre, un altro aspetto non sottovalutabile è la sostenibilità sociale, ed in tal senso, Porsche ha studiato come realizzare veicoli per persone con disabilità.

Competenze, l’opinione delle aziende

La sostenibilità sociale copre anche tutti quegli aspetti non trascurabili riguardanti le competenze e i talenti da acquisire per far fronte alle nuove esigenze del settore manifatturiero e non solo. Secondo Rhonda Barnet, CEO di Palette Skills, i talenti sono d’ovunque, ma la cosa che manca è la loro valorizzazione; ed è proprio questa la missione di Palette Skills: supportare le persone nell’individuare e valorizzare il proprio talento. Tale azione risulta ancor più importante oggi che si parla di “great resignation”, iniziata nel periodo dei primi lockdown dovuti al Covid, che sta portando le persone a cercare il lavoro ottimale in grado di garantire loro un buon bilanciamento vita-lavoro, come ricorda Ralf Kholer, Director Strategy and PMO EMEA Supply Chain di Hewlett Packard Enterprise (HPE). Dunque, perché le aziende possano garantirsi le risorse umane necessarie per il loro business, da un lato, come suggerito da Ugo Caratti, Managing Director and CFO Sales Europe South di Bosch Rexroth, è importante che facciano uno sforzo affinché i loro impiegati e operatori condividano la visione dell’azienda. Dall’altro, è importante dare valore alle risorse umane facendo ad esempio uno sforzo formativo per tutti i livelli gerarchici e supportando i singoli operatori con tecnologie avanzate, come ad esempio la robotica, come riporta Siemens.

Il paradigma della slowbalization

Inoltre, ponendo l’attenzione sulla raccomandazione relativa al concetto di “slowbalization”, alcuni speaker, tra cui Josef Nierling CEO di Porsche Consulting Italy, Cyiong Zou, Managing Director, Directorate of Technical Cooperation and Sustainable Industrial Development di UNIDO, Jurgen Tiedje, Head of Unit, DG Research and Innovation della Commissione Europea, Francesco Lecis, partner di Ernst&Young (EY) e Hans Krattenmacher, Chief Technical Officer Mechatronics di Sew-Eurodrive, hanno voluto sottolineare che la globalizzazione, anche se in parte rallentata, esiste ancora. Francesco Lecis di EY suggerisce l’applicazione di misure per mitigare i rischi almeno nel breve periodo come, ad esempio, le azioni italiane volte al nearshoring. In generale, gli spostamenti da un paese all’altro richiedono un’accorta analisi e secondo Josef Nierling di Porsche Consulting, la cosa importante è garantisti la creazione di partnership oculate al fine di mantenere un’alta reputazione aziendale anche in futuro. Infine, si vogliono ricordare le parole del presidente in carica della World Manufacturing Foundation, Diego Andreis, che ha concluso l’evento promuovendo la creazione di un futuro competitivo e sostenibile per il manifatturiero, cosa che può essere raggiunta solo tramite uno sforzo congiunto di tutti.

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