Gli stablecoin, criptovalute che a differenza del bitcoin hanno un prezzo stabile perché vincolato a un mezzo di scambio stabile (una moneta fiat, tipicamente il dollaro statunitense), sembrano configurarsi come la via più ovvia per l’adozione mainstream delle criptovalute.
Tanto più che la prossima generazione di stablecoin, basata su un equilibrio tra domanda e offerta gestito algoritmicamente, mira a reinventare completamente il sistema monetario globale.
Vediamo in che modo, ma prima concentriamoci sui limiti del bitcoin e sui massimi principi di progettazione degli stablecoin.
Proprietà del denaro e limiti del bitcoin vs stablecoin
Utilizzare il bitcoin non è il modo ideale per fare un semplice acquisto: sarebbe davvero eccitante poter pagare un caffè con critpovaluta, se solo il prezzo di BTC non cambiasse continuamente mentre si esce di casa, si raggiunge il bar e si fa la fila per ordinare.
Perché il denaro funzioni in modo ottimale deve avere tre proprietà di base: un mezzo di scambio, un’unità di conto e una riserva di valore. Le criptovalute stanno avendo grosse difficoltà con gli ultimi due punti, in quanto la maggior parte di esse sono deflazionistiche: mentre i valori salgono, non ci sono incentivi per spenderli su base giornaliera. La volatilità delle criptovalute limita anche le loro applicazioni a derivati, prestiti basati su Blockchain, mercati di previsione e altri accordi a lungo termine. Tutte queste sfide hanno sottolineato la necessità di criptovalute stabili, o “stablecoin”.
Oltre a una garanzia di stabilità, gli stablecoin danno a coloro che cercano una riserva di valore un’opzione chiara per sfuggire alle banche locali ed eludere le economie in crisi. Ciò significa che le persone che vivono in Paesi con economie instabili e severi regimi politici avranno l’opportunità di accedere a un sistema monetario affidabile e resistente alla censura.
Valute e piramide di Maslow
Secondo la gerarchia dei bisogni di Maslow, stabilità e sicurezza si sovrappongono per formare uno dei nostri bisogni più basilari, eppure non ci sono valute veramente stabili per il momento.
Il dollaro americano non è sicuramente stabile come pensavamo; le sole risorse ad oggi impiegate per mantenere il potere d’acquisto del dollaro stupiscono: guerre, crimini, tangenti, riserve frazionarie, e così via. Forse, non potremo mai raggiungere la stabilità e l’unica opzione sarà continuare a ingannare noi stessi, secondo quello che è noto come il postulato del “cigno nero”, secondo il quale gli eventi sono intrinsecamente imprevedibili e l’unico valore di un bene è il valore che la maggior parte delle persone crede che esso abbia. Pertanto, la maggior parte dei tentativi attuali di creare stablecoin potrebbero essere definiti come tentativi di affermazione di “valute della fede”.
D’altronde, la Blockchain ci ha già fornito gli strumenti necessari ad instillare un nuovo senso di fiducia in ognuno di noi.
Cosa sono gli stablecoin e i principi di progettazione
Il fatto di essere “pegged” (“fiat pegged token”, anche rappresentazione digitale di una moneta fiat) è l’elemento più essenziale degli stablecoin, in quanto è così che il valore della valuta è legato a un altro mezzo di scambio considerato stabile, che generalmente è un’altra valuta.
Nella politica monetaria, si parla di ancoraggio valutario o di tasso di cambio fisso. Nuove valute stabili non possono apparire dal nulla. Per avere successo, si deve creare una garanzia per ogni moneta coniata sul fatto che essa possa essere considerata attendibile. Può trattarsi di dollari americani, oro, beni reali, Smart Contract, ma le garanzie 1: 1 a volte non sono sufficienti, poiché, se si sceglie come garanzia un bene volatile, si dovrebbero coprire tutte le possibili fluttuazioni dei prezzi.
Tuttavia, se ricordiamo bene come si è evoluto il Gold Standard, sapremmo che la copertura 1: 1 con l’oro è esistita solo all’inizio, gradualmente diminuendo fino alla sua completa eliminazione, quando la fiducia nel sistema monetario era ormai stata saldamente confermata. Gli attuali tentativi di creare stablecoin completamente garantiti, dunque, assomigliano alle fasi iniziali di sviluppo di qualsiasi nuovo sistema valutario e sono dettati dalla attuale mancanza di fiducia nelle risorse crittografiche.
Ci sono tre approcci fondamentali a tale problema:
Stablecoin fiat / asset – collateralizzati
Queste monete sono spesso supportate 1: 1 da attività reali come il dollaro americano, l’oro o il petrolio. Sono generalmente molto centralizzati, in quanto la garanzia deve essere archiviata in alcuni ambienti fidati come un conto bancario. Gli utenti di un sistema come questo devono fidarsi della terza parte che lo garantisce.
Stablecoin cripto – collateralizzati
Se non vogliamo dipendere dalla tradizionale infrastruttura di pagamento, potremmo utilizzare le risorse crittografiche come garanzia di stabilità. Nella maggior parte dei casi, questi tipi di progetti mitigano i rischi utilizzando diverse valute, con sovra-garanzia per coprire la volatilità dei prezzi. La garanzia può essere in un rapporto di 1: 1,5 o superiore. Questo schema elimina la necessità di fidarsi di una terza parte, ma richiede una sovra-collateralizzazione economicamente inefficace, bloccando una quantità enorme di risorse crittografiche.
Stablecoin non collateralizzati
Se, dopo tutto, la stabilità non è altro che la giusta combinazione tra offerta e domanda, allora eliminare qualsiasi forma di collateralizzazione significa che, invece di sostenere la valuta con alcune risorse, si crea una “banca centrale algoritmica” che gestisce la domanda e l’offerta in base a regole codificate in uno Smart Contract. Queste monete sono anche chiamate “fiat stablecoin”, poiché funzionano proprio come il sistema bancario tradizionale, ma in un ambiente criptato. Se il prezzo sale, si coniano più gettoni; se il prezzo scende, parte di quelli esistenti viene riacquistata e bruciata. Gli stablecoin non collateralizzati dovrebbero avere un design molto complicato, ancora lontano dall’essere perfetto. Potremmo anche scegliere di non agganciare una moneta al dollaro americano, ma piuttosto ad alcune misure economiche di stabilità della vita come l’indice dei prezzi al consumo (CPI) o i diritti speciali di prelievo (DSP).
Ciò detto, è chiaro come gli stablecoin non collateralizzati siano la soluzione di design più innovativa. Questi stablecoin indipendenti potrebbero non solo salvaguardarsi dalla cripto-volatilità, ma sarebbero anche salvaguardati dal crollo delle valute tradizionali. Con la capacità di creare nuove economie stabili oltre il controllo governativo, gli stablecoin non garantiti potrebbero diventare più pratici delle attuali valute legali e cambiare radicalmente il mondo.
La scelta della misura di centralizzazione
La prossima parte importante nella progettazione degli stablecoin è la scelta della misura di centralizzazione. A seconda del mezzo di garanzia che si è deciso di usare, è necessario affidarsi a fonti attendibili. Il dollaro americano dovrebbe essere archiviato da qualche parte, come in una banca, per garantire che possa coprire tutti i token in circolazione (questa sarebbe una versione altamente centralizzata dello stablecoin). Per mitigare questo rischio di single-point-of-failure, si potrebbero ancorare gli stablecoin al paniere delle valute nazionali, conservare le garanzie in più depositari, collegarli a più criptovalute decentralizzate, creare regole hard-coded in uno Smart Contract per eliminare qualsiasi limite fisico, o utilizzare una combinazione di questi metodi.
Il problema fondamentale della decentralizzazione degli stablecoin è che la Blockchain non è in grado di accedere ai dati dall’esterno. Il prezzo delle attività rispetto alle quali gli stablecoin sono ancorati è costituito da dati esterni che non possono essere facilmente resi disponibili per uno Smart Contract che abbia come obiettivo quello della stabilizzazione del valore degli stablecoin in questione.
Esistono tre approcci fondamentali a questo problema:
- Fonte di dati attendibili (sistema centralizzato).
- Mediana di un set di feed di dati (sistema centralizzato).
- Schema a punto Schelling (sistema decentralizzato).
Il mercato degli stablecoin, lo stato dell’arte (non solo Libra di Facebook)
Vediamo ora cosa sta succedendo nel mercato degli stablecoin, a cominciare dalla soluzione più semplice: gli stablecoin supportati da fiat o altri beni del mondo reale.
Il progetto più noto è Tether. Tether è una soluzione completamente centralizzata con monete sostenute dal dollaro americano. Per ora, è lo stablecoin più diffuso. Ci sono attualmente 2,6 miliardi di dollari in gettoni Tether in circolazione, senza audit fidati sulle corrispondenti garanzie. Nonostante i problemi di centralizzazione e audit, Tether rimane il miglior stablecoin in termini di stabilità dei prezzi, senza alcun calo significativo.
La categoria successiva è costituita dagli stablecoin cripto-collateralizzati, tra cui il primo a comparire sulla scena è stato Bitshares, con lo stablecoin BitUSD lanciato nel 2014. Quest’ultimo è ancora negoziabile, con un tasso di cambio di circa USD 1. Una grane novità è stata la creazione di MakerDAO Dai, uno stablecoin ancorato al dollaro americano e sostenuto da garanzie registrate in Smart Contract di Ethereum. MakerDAO ha un algoritmo di prezzo flessibile progettato per coprire la volatilità dei cripto-collaterali. Il progetto ha anche un token di governance interna, il MKR, utilizzato per votare su questioni di gestione del rischio e sulla logica di business del sistema Maker.
Tutti questi stablecoin si basano su alcuni schemi di garanzia, ma si sospetta che tali stablecoin siano inevitabilmente destinati a fallire perché persino quelli sovra-garantiti non sopravvivrebbero a un evento come quello descritto dal sopracitato postulato del “cigno nero”.
Tra gli stablecoin non sono garantiti, invece, il progetto più importante è sicuramente Basis (ex-BaseCoin), che ha recentemente raccolto USD 133 milioni da A16z e Google Ventures. Essa si presenta come una criptovaluta stabile con una banca centrale algoritmica: quando la domanda aumenta, la Blockchain creerà più Basis; quando la domanda è in calo, la Blockchain riacquisterà i Basis in circolazione per ripristinare il prezzo. Il problema principale è che questo modello si basa sulla crescita continua del sistema per coprire i divari di prezzo. Il team di Basis prevede di stimolare questo processo con l’infusione dei fondi che hanno raccolto finché la rete non raggiungerà una massa critica, ma non si ha la certezza che ciò sarà abbastanza.
Libra di Facebook
A questo punto, non si può non nominare Libra, la criptovaluta di Facebook, il cui progetto è stato annunciato al pubblico proprio il 18 giugno 2019 e che però non sarà resa effettivamente disponibile sul mercato prima del 2020.
Sono due i motivi che fanno pensare che lo stablecoin di Facebook sarà centrale per il processo di diffusione delle criptovalute, ed è per questo che il valore del Bitcoin è salito proprio in relazione alla notizia rilasciata da Zuckerberg: Libra si preannuncia come il primo asset crittografico lanciato da un’importante azienda tecnologica con influenza a livello globale, sia nel mondo finanziario sia in quello dei servizi web consumer; inoltre, si tratterebbe del lancio dello stablecoin più forte mai creato, che sarà legato a un certo numero di valute fiat già esistenti.
Nonostante i numerosi lati positivi, però, è doveroso notare che la Blockchain su cui Libra si appoggerà sarà di tipo “permissioned”, e quindi l’ecosistema collegato allo stablecoin in questione non sarà veramente decentralizzato, in quanto non sarà possibile per chiunque creare un nodo e unirsi alla Blockchain di Libra; è sempre questione di compromessi.
Possibili scenari
Gli stablecoin non collateralizzati potrebbero creare flussi di denaro indipendenti dall’azione di controllo delle banche centrali e, in ultima istanza, dei governi stessi. Certamente, i governi sarebbero ancora necessari, ma solo per la creazione di infrastrutture di supporto agli enormi cambiamenti delle valute nazionali. Gli stablecoin potrebbero introdurre un nuovo livello di fiducia, grazie al quale le persone di tutto il mondo sceglierebbero una valuta globale invece del loro regime locale.
Tuttavia, creare e mantenere la stabilità nell’attuale clima politico ed economico, a dir poco caotico, sembra ancora fuori portata. Per questo, potrebbe essere meglio aspettare che le criptovalute raggiungano la maturità e vedere come esse interagiscono con gli strumenti tradizionali, prima di provare a creare uno stablecoin che porti al cambiamento dell’economia mondiale.
Non vorremmo dover ammettere di aver sbagliato quando sarebbe ormai troppo tardi per rimediare all’errore commesso.