indagini hi-tech

Tecnologia e scena del crimine: l’uso del laser scanner

Una tecnologia ancora in fase di sperimentale permette di catturare immagini della scena del crimine in 3D a 360 gradi e ad altissima risoluzione senza contaminare o alterare i luoghi. Ecco con quali prospettive e vantaggi per la documentazione e il lavoro degli avvocati

Pubblicato il 04 Dic 2018

Eugenio D’Orio

Bio Forensics Research Center, Direttore, biologo forense

Forensic investigator working at a crime scene

Uno scanner laser collegato a un sistema ingegneristico è in grado di catturare immagini in una prospettiva di 360 gradi, ad altissima definizione e con il vantaggio di non generare contaminazione o alterazione dei luoghi. Una tecnologia in grado di cambiare radicalmente l’approccio alla documentazione dello stato iniziale della scena di un crimine, spesso non sufficientemente accurata o incompleta. Vediamo i vantaggi dell’utilizzo in ambito forense.

Le indagini scientifiche sulla scena del crimine

Le indagini scientifiche sulla scena del crimine sono materia assai delicata. Nel corso degli ultimi anni, grazie allo sviluppo tecnologico e al lavoro della comunità scientifica di settore, le modalità di approccio e lavoro sulla scena del crimine sono drasticamente cambiate rispetto a qualche decennio fa.

Ciò è dovuto sia all’adozione di specifici protocolli da parte della comunità scientifica, sia al progresso tecnologico.

L’esperimento delle attività di indagine scientifica, siano esse di tipo biologico, balistico, dattiloscopico, etc., partono proprio dalla scena del crimine, o luogo in cui si è verificato un reato. La prima fase critica di tali attività è la documentazione e cristallizzazione della scena del crimine, in modo tale che si parta da elementi oggettivi ed utilizzabili in contesto forense; la seconda è la repertazione, ovvero l’acquisizione materiale di uno o più oggetti (reperti) ritenuti di interesse investigativo-forense per le successive analisi di laboratorio.

Attualmente, anche stando alla vigente normativa in tema di accertamenti, anche urgenti, sul luogo dei fatti, ex art 354 c.p.p., la Polizia Giudiziaria è tenuta, allorquando apprende notizia di un fatto reato, a recarsi sul posto e materialmente cristallizzare il luogo dell’evento, all’uopo impedendo l’accesso all’area al fine di conservare lo stato attuale del luogo.

La documentazione del luogo del crimine

Fatto ciò, di norma, la Polizia Giudiziaria, informato il PM (autorità giudiziaria competente), o di propria iniziativa, documenta in modo dettagliato lo stato del luogo, servendosi di verbali e producendo foto video documentazione.

Talvolta, però, le difese, o gli stessi magistrati giudicanti opportunamente interpellati sulla questione, lamentano che la documentazione formata dello stato iniziale del luogo sia approssimativa, ovvero che sia carente in taluni aspetti, tale che è impossibile avere la cosiddetta “visione di insieme” dello stato iniziale del luogo del delitto. È opportuno specificare che ciò non avviene per imperizia o negligenza degli operatori di PG, bensì per questioni legate ai mezzi tecnici a disposizione per creare, appunto, questa documentazione completa.

Diverse volte si è avuto modo di appurare che la documentazione composta da verbale, foto e video camera, non era di per sé sufficiente ad una propria e completa documentazione dello stato iniziale dei luoghi.

Il laser scanner

In tal contesto, giova decisamente lo sviluppo di nuove tecnologie che sono volte a documentare, in modo sempre più preciso e tal che non generi contaminazione (principale rischio quando si opera su scene del crimine).

Attualmente, in America è a disposizione, anche se ancora parte del progetto è in fase sperimentale, una nuova tecnologia legata ad un particolare scanner, un laser scanner, per essere più precisi. La peculiarità di tale tecnologia risiede nel fatto che l’uso di tale laser scanner consente di acquisire, tramite un apposito software, immagini e dati del luogo iniziale della scena del crimine senza che gli operatori, materialmente, entrino in contatto con questa. Inoltre, il sistema ingegneristico collegato a questo laser scanner assicura l’acquisizione delle immagini catturate in altissima definizione.

Tali immagini sono catturate in una prospettiva di 360 gradi e sono, chiaramente, in 3D. La tridimensionalità assicura, appunto, che le immagini catturate, nel software, vadano a ricreare l’ambiente che hanno esaminato.

Così facendo si è in grado non solo di acquisire dati tecnico-scientifici in modo sicuro (senza rischi di contaminazione o alterazione) e completo (immagini a 360 gradi, in 3D ed in alta risoluzione), ma si è, e ciò merita la massima attenzione, in grado di poter riprodurre ex post i dati che i laser scanner hanno catturato.

I vantaggi del laser scanner in ambito forense

Tale caratteristica è davvero peculiare, specie per l’applicazione di questa tecnologia in contesto forense, non più dunque meramente in contesto documentativo.

Infatti, la possibilità di poter, dai dati acquisiti, ri-generare lo stato iniziale del luogo del fatto reato (o scena del crimine) è di ottima applicazione nel contesto forense perché assicura caratteristiche quali riproducibilità e, se del caso, anche la ripetibilità. Infatti, a mezzo di tale tecnologia, la scena del crimine e i reperti su di essa, potrebbero essere ri-analizzati anche in momenti successivi.

Tale tecnologia, come s’è detto di derivazione americana, è di fatti nata grazie all’approccio sinergico dei tecnologi forensi e degli avvocati, specie gli avvocati difensori i quali, con l’uso di tale tecnologia, sarebbero i primi a giovarne in termini di efficacia della tutela dei diritti dei propri assistiti.

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