L'adempimento

Tessera sanitaria, cambiano le regole per comunicare le spese: ecco gli impatti

Da gennaio 2021 la scadenza dell’obbligo di comunicazione delle spese relative al Sistema Tessera Sanitaria diventa mensile: una condizione che potrebbe avere un impatto importante in termini di tempi e costi soprattutto per le piccole realtà sanitarie

Pubblicato il 18 Gen 2021

Barbara Maria Barreca

Dottore commercialista e Valutatore di impatto Sociale

Luca Benotto

Dottore Commercialista

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Cambiano le regole relative alla comunicazione delle spese al sistema Tessera Sanitaria: la scadenza da gennaio 2021 diventa mensile. Un adempimento dall’impatto non trascurabile, in particolare per le piccole realtà sanitarie. L’iniziativa è stata adottata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con proprio decreto del 19 ottobre 2020. L’obbligo riguarda tutti i soggetti tenuti alla trasmissione delle spese sanitarie finalizzate alla dichiarazione precompilata (sostanzialmente tutti coloro che erogano prestazioni sanitarie) e dovrà essere perfezionato entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di incasso delle spese. Nessuno escluso, dal grande ospedale al piccolo fisioterapista indipendente forfettario: ciascuno di loro, ogni mese, dovrà trasmettere al sistema TS ogni singola fattura o corrispettivo incassato dai propri clienti, aggiungendo ai dati sinora trasmessi anche quelli rilevanti ai fini dell’IVA.

Probabilmente a causa dei tempi stretti di adozione della nuova tempistica e dell’emergenza epidemiologica in corso, le reazioni delle categorie sanitarie interessate dalle novità sono state pressoché nulle, forse perché effettivamente le realtà di maggiori dimensioni e più strutturate sono meno sensibili all’aggravio di tempo e costi, mentre i piccoli studi medici, che probabilmente sono più direttamente impattati dall’obbligo (anche solo di incremento di spese) devono ancora focalizzare l’impatto del nuovo obbligo, non avendo probabilmente ancora ricevuto il preventivo aggiornato dal loro commercialista.

A cosa serve il nuovo obbligo mensile

L’inserimento dei dati IVA nella trasmissione telematica è chiaro indice del fatto che il primo obiettivo è permettere all’Agenzia delle Entrate la liquidazione periodica (e conseguentemente la dichiarazione) IVA precompilata per quei soggetti cui oggi è vietato l’utilizzo della fatturazione elettronica attraverso il SdI. Inoltre, l’obbligo di trasmissione mensile probabilmente permette di iniziare a simulare le ipotesi di cash flow tax mensile che sono state ipotizzate negli scorsi mesi.

I problemi del nuovo obbligo mensile

Inutile nascondersi dietro ad un dito. Si parla di dodici adempimenti mensili, dal contenuto incrementato rispetto al preesistente singolo adempimento annuale. Anche nei casi, peraltro non così frequenti nel mondo reale, di adeguata informatizzazione del professionista sanitario e del suo commercialista, la generazione di una comunicazione richiede comunque quantomeno l’assemblaggio dei dati presenti nel sistema di fatturazione, la verifica degli stessi, la generazione della comunicazione, l’invio, lo scarico della ricevuta di trasmissione e la opportuna archiviazione di tutto quanto. Il tutto, anche escludendo casi di anomalia, comporta tempo e costi che in un modo o nell’altro non possono che scaricarsi prima o poi sul contribuente professionista sanitario. Senza dimenticare che, in molti casi, egli tende ad avere una vera e propria allergia per gli aspetti di buona amministrazione digitale ed è affezionato al suo bollettario cartaceo ed alle marche da bollo autoadesive…

Se da una parte il superamento della contabilità IVA, sostituita dalle informazioni raccolte e condivise dall’Agenzia delle Entrate, può anche essere definita una “semplificazione” e presenta, a parere di chi scrive, delle interessanti opportunità in termini di quadrature e controlli preventivi della correttezza della contabilità, dall’altra è quanto mai grottesco che il contribuente che dovrebbe beneficiare della semplificazione (ovvero l’operatore sanitario), debba necessariamente subire un aggravio di adempimenti obbligatori e dei relativi costi che supera ampiamente il potenziale beneficio.

Come superare la logica dell’adempimento

Chi scrive ritiene che la dichiarazione IVA, oltre ad un obbligo dichiarativo, sia l’occasione con cui il commercialista verifica l’operato amministrativo del contribuente in corso d’anno. In tale ottica la precompilata IVA 2021 può diventare un fruttuoso strumento di verifica e controllo per commercialista e contribuente, avvalendosi della possibilità di confrontare fruttuosamente i dati forniti dall’AdE con quelli risultanti dalla contabilità, rilevando e correggendo gli errori commessi dal contribuente. Riteniamo però errato l’approccio, spesso prevalente nel nostro sistema fiscale, in base al quale ad ogni singola previsione normativa debba accompagnarsi un qualche genere di nuovo adempimento burocratico a carico della categoria interessata; riteniamo infatti che molto possa essere fatto innovando il processo amministrativo con minimo aggravio per il contribuente.

Gli obiettivi della nuova comunicazione mensile

È abbastanza evidente il fatto che i maggiori oneri in contenuto e cadenza della comunicazione al sistema TS siano dovuti alla volontà di ottenere da queste comunicazioni i dati fiscali di fatturazione oggi non disponibili al fisco in virtù del divieto di emissione di fattura elettronica tramite il Sistema di Interscambio; il MEF ha quindi ritenuto di risolvere il problema lasciando intatta la fattura analogica esistente ma aggravando gli obblighi di comunicazione attraverso il sistema TS, considerato più sicuro. Vista in quest’ottica appare evidente che ipotizzare una sorta di fattura elettronica sanitaria con dati criptati che transitasse dal sistema TS o comunque dotata di accorgimenti adeguati a garantire la privacy (che in teoria gli operatori economici attendono da due anni) si mostrerebbe soluzione più adeguata e rispettosa del diritto dei contribuenti di non essere gravati da adempimenti inutili o evitabili.

Ovviamente una soluzione di questo genere necessita di opportune modifiche normative, anche rivoluzionarie. Ad esempio, per non costringere a dover separatamente comunicare la data di incasso, la fattura sanitaria probabilmente dovrà essere emessa esclusivamente al pagamento (fatto peraltro di nessuna conseguenza in termini di gettito in tutte le professioni sanitarie). Ma è nostra convinzione che semplificare le procedure senza semplificare le norme sia un mero esercizio di retorica che vada bene per discorsi vuoti ma non per ottenere risultati oggi quanto mai necessari.

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