L’integrazione delle nuove tecnologie nel settore finance porta vantaggi in termini di risparmio, ottimizzazione e riduzione del time-to-market. Tuttavia, in questo ambito persiste una resistenza nei confronti dell’innovazione, spesso avvertita come foriera di rischi. Una condizione che rischia di frenare lo sviluppo, impedendo di implementare adeguatamente gli strumenti per affrontare una piena digital transformation. È il caso per esempio dei tool di workload automation, capaci di semplificare i processi eppure spesso considerati poco sicuri nelle migrazioni o negli upgrade. Vediamo la situazione, approfondendo come esempio un caso aziendale gestito da Beta80.
Workload automation in banche e assicurazioni, il contesto
Nel settore finance c’è stato sempre un certo timore sulla possibilità di introdurre in maniera importante le nuove tecnologie. In particolare, il cambio di tecnologia per un sistema di schedulazione è un’attività critica, che va gestita con le dovute cautele: questo ha creato nel tempo una certa diffidenza verso il cambiamento di questi strumenti, anche per passare a modelli più evoluti, per esempio da tecnologie mainframe a sistemi distribuiti. Serve sicuramente un cambiamento culturale nel settore, che porti a comprendere il valore aggiunto che viene portato dal poter sfruttare in maniera opportuna le integrazioni che possono derivare dall’uso delle nuove tecnologie. Per esempio, l’integrazione con big data e cloud danno la possibilità di gestire dinamicamente le risorse e intraprendere un percorso di trasformazione digitale. I tool di workload automation si sono molto evoluti negli ultimi anni, diventando più performanti e capaci di dare risposte in tempi rapidi al bisogno crescente di automazione da parte delle imprese.
Per fortuna, sembra che il trend stia cambiando. La titubanza che veniva riscontrata qualche anno fa dalle ricerche di mercato, ora sembra sia in fase di modifica. In particolare, i dati di EMA Research rilevano che in Europa e in Asia il vento del cambiamento sta soffiando con più intensità. Le due zone considerano maggiormente la possibilità di sostituire tecnologie di schedulazione datate per abbracciarne di nuove in grado di supportare le tecnologie di ultima generazione. Gli studi specifici dell’ente, sul tema del cambio di tecnologia in ambito tool di schedulazione nel 2019, hanno permesso di individuare che l’approccio positivo al cambiamento è al 48% in Nord America, 40% nei Paesi Emea, nel 73% in Asia. Dati che, appunto, sono in controtendenza rispetto allo scenario di pochi anni fa.
Workload automation distribuito in banche e assicurazioni, i vantaggi
Questi dati confermano quanto si stia lavorando nel settore finance per spingere la digital transformation. I vantaggi dell’automazione dei processi si ripercuotono positivamente sulla quotidianità degli istituti bancari o delle assicurazioni, che oltre a guadagnare in termini di velocizzazione delle operazioni e controllo dei costi, potranno migliorare la propria efficienza nell’erogazione dei servizi.
Le nuove tecnologie poi consentono un più alto livello di integrazione, per cui i sistemi possono efficacemente comunicare tra loro creando una sinergia positiva per tutto l’istituto. Nello specifico, i sistemi di workload automation distribuiti comportano:
- garanzie relative al compliance management, utili per rispondere ad auditing vari;
- capacità di svolgere attività di monitoring, per essere proattivi nella gestione ed elaborazione di grossi environment;
- integrazione con i sistemi aziendali, come per esempio gli ERP.
Tecnicamente, per attuare il cambiamento tecnologico da un tool mainframe a uno distribuito, in ambito workload automation, si identificano i work-package basati sulle criticità delle applicazioni, definendo insiemi auto-consistenti che vengono migrati da una tecnologia di schedulazione all’altra. Questo viene fatto in diverse modalità, per esempio realizzando una tecnologia che permetta una comunicazione bidirezionale tra i due software per far comunicare i due tool, consentendo così la gestione contemporanea in due ambienti. Una metodologia che, attraverso una migrazione graduale dei dati, mette al riparo da minacce all’interruzione delle attività.
Per attuare al meglio l’evoluzione tecnologica tuttavia, un aspetto fondamentale è il fattore umano. Bisogna fare opera di formazione, spiegare come usare gli strumenti nuovi, farli avvertire come familiari e permettere agli end-user di comprenderne i vantaggi.
Gli aspetti privacy
C’è un altro aspetto da considerare tra i vantaggi dell’adottare nuove tecnologie di automation. I nuovi strumenti di workload automation sono dotati di soluzioni di privacy by design, con un occhio di riguardo al GDPR. Infatti, i tool di schedulazione gestiscono i processi, ma pur interfacciandosi con i tutti i principali sistemi, come ERP, BigData, Database, Web-Service mettono al sicuro ulteriormente i dati perché consentono di nascondere le credenziali di accesso ai sistemi, che spesso invece sono inserite in chiaro nel codice.
Viene migliorata anche la risposta in caso di auditing, un aspetto rilevante nel settore finance.
Il caso di Beta80
Un esempio concreto di applicazione delle nuove tecnologie per il workload automation nel settore finance è quello di Beta80. L’azienda è stata chiamata a lavorare su un progetto che richiedeva la sostituzione della soluzione di workload automation su mainframe di un grande cliente nel settore finance. La richiesta era quella di portare la schedulazione da mainframe ad ambiente distribuito. Il rischio principale era dato da possibili interruzioni di servizi strategici per il cliente.
Beta80, forte dell’esperienza pregressa in altri settori come le Telecomunicazioni, ha permesso questa transizione, accompagnando il cliente nel suo percorso di digitalizzazione.
L’articolo è parte di un progetto di comunicazione editoriale che Agendadigitale.eu sta sviluppando con il partner Beta80.