Gli investimenti per la transizione digitale con i fondi del PNRR rappresentano anche per il 2024 un’utile leva per valorizzare il percorso di trasformazione digitale delle PA italiane. Un aspetto prioritario da affrontare: puntare al digitale e ridisegnare i propri processi per le amministrazioni significa migliorare il rapporto con i cittadini, fornire servizi più efficienti in modo più efficace e snellire i flussi amministrativi riducendo tempi di gestione, errori, costi.
L’occasione per spingere ulteriormente su questo fronte arriva dagli avvisi per ottenere i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come quelli dedicati all’adozione di PagoPA e AppIO o alla migrazione del cloud, in scadenza tra febbraio e marzo.
Le opportunità del PNRR per la transizione digitale
Il PNRR ha spinto le pubbliche amministrazioni, compresi i piccoli enti pubblici locali, verso una nuova stagione di cambiamento, favorendo la trasformazione digitale di servizi e processi. Gli avvisi della Misura 1 rappresentano infatti un utile sostegno finanziario per i progetti di innovazione. Tuttavia, è importante non trascurare un fattore: “La strategia – spiega Raffaele Davolio, Responsabile per la Transizione al Digitale dell’Unione della Bassa Reggiana -. Le misure a disposizione vanno adottate in maniera sinergica, dunque è necessario abbracciare una logica di connessione tra tutti gli avvisi” e con un approccio olistico alla trasformazione digitale.
Con i primi mesi del 2024 infatti, prosegue Davolio, si apre “una buona stagione per la PA: abbiamo sempre ragionato per silos, con dinamiche chiuse. Oggi è il momento di valorizzare i ruoli dei dati, dell’interoperabilità e delle piattaforme”. Con le risorse del PNRR per la transizione digitale, anche le piccole amministrazioni dispongono delle risorse necessarie per questo cambio di approccio: “Si tratta del classico treno da cogliere, per usare un luogo comune. E una volta adottata la strategia di base e ottenuti i fondi, è necessaria anche la capacità di scaricare a terra i progetti, di implementarli al meglio e considerando sempre al centro il cittadino”.
L’obiettivo, infatti, non è solo modernizzare la Pubblica Amministrazione, “ma offrire maggiore efficienza al cittadino. La digitalizzazione è uno strumento per ridurre la burocrazia e intraprendere la strada della semplificazione”, commenta Davolio.
PA digitale, gli avvisi PNRR per la transizione digitale nel 2024
Tra le proposte di innovazione che è possibile cogliere, i temi prioritari per le pubbliche amministrazioni di qualsiasi dimensione nel 2024 sono:
– Cybersecurity: è importante destinare il giusto budget alla sicurezza informatica, in relazione ai trend di dei rischi, ormai in crescita da anni.
– Portali online più user friendly: per Davolio “Gli strumenti digitali sono un mezzo per la democrazia e, contemplando questa visione, è necessario utilizzare questi strumenti per riavvicinare cittadini alla PA”. In particolare, c’è un precedente utile come esempio: “L’avviso 1.4.1 del PNRR, relativo a siti web e istanze online, si riferiva proprio alla dimensione dell’esperienza del cittadino, per migliorarla significativamente – precisa Davolio – Bisogna partire da lì per affrontare tutto il percorso di innovazione, solitamente una strada da percorrere nel medio-lungo periodo”.
– Interoperabilità delle piattaforme: una priorità assoluta per questo anno appena iniziato. Davolio sottolinea come “la condivisione dei dati sia fondamentale per una fruizione più comoda dei servizi da parte dei cittadini e per semplificare il flusso amministrativo, di lavoro, ridurre la burocrazia”.
– Migrazione al cloud: migrare al cloud consente “una gestione più evoluta dei sistemi a carico del fornitore, rappresenta il passaggio dall’investimento alla spesa corrente – ricorda Davolio -. Importante, oltre a considerare tutti i vantaggi del cloud, anche il tema della sostenibilità nel tempo dei costi della soluzione”. Tra i benefici del cloud “maggiore sicurezza, migliore resilienza dei sistemi, più garanzie sulla protezione dei dati”.
– La formazione del personale pubblico: non va mai trascurato il fattore umano, in un percorso di innovazione. Per il settore pubblico “è fondamentale svolgere la formazione strutturata con la piattaforma nazionale Syllabus, per acquisire competenze digitali su vari livelli”, racconta Davolio. Questo aspetto rappresenta “un obbligo di legge per i dipendenti pubblici e punta a risolvere i fronti critici dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni verso il digitale – prosegue Davolio -. Si incontra talvolta nelle realtà pubbliche una discordanza tra l’innovazione del mondo al di fuori della PA e il contesto interno all’amministrazione, una difficoltà a stare al passo”.
Oltre a questi punti chiave, non va scordata “la dimensione della condivisione tra amministrazioni diverse. Per le piccole realtà in particolare è vitale condividere conoscenza e consapevolezza con gli enti più grandi, a livello regionale ad esempio”, aggiunge Davolio.
Perché investire nella reingegnerizzazione dei processi
Contemplando le priorità in materia di opportunità del PNRR per la transizione digitale della PA, è importante ricordare che la tecnologia da sola non basta. Davolio sottolinea che in alcune amministrazioni pubbliche “non è ancora passato il concetto che non basta acquistare una soluzione informatica innovativa: è fondamentale ridisegnare i processi operativi e amministrativi in chiave di digitalizzazione. Nelle offerte proposte dal PNRR è stata colta questa necessità, perché si punta a semplificare i processi per facilitare l’accesso ai servizi ai cittadini”.
Una strategia interessante da adottare in questo ambito è quella di “andare a mappare i processi che hanno maggiore valore pubblico, partendo da quelli, i più rilevanti, e successivamente considerare gli altri, ridisegnandoli e digitalizzandoli, introducendo l’innovazione – aggiunge Davolio -. Per esempio, è importante ripensare ai processi di collaborazione tra uffici pubblici diversi, spesso si creano situazioni complesse per i cittadini, con rallentamenti, errori, lunghe attese. Per risolvere la situazione è importante collaborare in team, bisogna ristudiare i processi e capire come ridisegnarli con la digitalizzazione”.
Gli obiettivi concreti di questo restyling dei processi per Davolio devono essere “un tempo ridotto nell’evasione delle istanze, l’integrazione con soggetti esterni e una più efficace comunicazione con l’esterno”.
Transizione digitale e PNRR: il caso dell’Unione Bassa Reggiana
Condivisione, comunicazione ed efficienza sono tra gli obiettivi alla base del percorso di trasformazione digitale intrapreso dagli otto Comuni della provincia di Reggio Emilia che costituiscono l’Unione Bassa Reggiana e che, in totale raggruppano circa 72mila cittadini: Boretto, Brescello, Gualtieri, Guastalla, Luzzara, Novellara, Poviglio e Reggiolo.
I servizi informativi vengono gestiti nell’ambito dell’Unione, e non quindi del singolo comune, dal 2012: “Abbiamo avviato un percorso progressivo, che è ancora in corso, per mettere in condivisione tutti i processi che potessero essere integrati nelle piattaforme nazionali, come PagoPA, così come la componente relativa alla sicurezza – spiega Davolio -. Una seconda fase, ancora in corso, punta a unificare la governance, la componente gestionale”.
Un obiettivo connesso alle opportunità del PNRR per la transizione digitale era “spingere sulla cybersecurity, un tema sempre in evoluzione, mettere al sicuro banche date, applicativi gestionali e risorse, oltre alla dismissione dei singoli data center che in alcuni Comuni ancora abbiamo on premise. Con il PNRR andremo a dismetterli, continuando in modo efficiente la migrazione”, spiega Davolio.
L’Unione Bassa Reggiana nel suo percorso si è appoggiata ad Anthesi “che ci ha fornito maggiore efficienza con la propria piattaforma per creare le istanze online. Il valore aggiunto che ricercavamo era poter disporre di una piattaforma con un set di servizi a sostegno della trasformazione digitale, facendo in modo che i Comuni fossero autonomi nel gestire l’innovazione dei processi”, commenta Davolio. Per far ciò, “l’Unione ha assorbito le competenze necessarie in un contesto di formazione e ha poi diffuso la conoscenza nei singoli comuni – conclude Davolio -. Oggi i dipendenti sono in grado di creare form in modo autonomo con la piattaforma elixForms e quindi abbiamo un backoffice unico, con tutte le integrazioni come PagoPA e AppIO”.
Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con Anthesi