Vorrei salutare positivamente la nomina di Teresa Alvaro come nuovo direttore di Agid, non soltanto perché è una donna – il che non guasta mai – ma, soprattutto, per il ruolo svolto sinora come responsabile del sistema informativo dell’Agenzia delle Dogane.
Nella relazione finale da me svolta in conclusione delle attività della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla digitalizzazione della PA nella scorsa legislatura, insieme alle difficoltà e ai ritardi nello sviluppo del digitale in Italia, abbiamo presentato l’Agenzia delle dogane come una delle best practice italiane in questo campo.
In particolare, grazie all’introduzione dello sportello unico nel 2011 e del fascicolo elettronico, il 92,6 % delle merci oggi viene sdoganato dai principali porti italiani in tempi compresi tra i 12 secondi e i 5 minuti (prima dell’introduzione del fascicolo elettronico, invece, la percentuale era dell’84,3 %).
È stato fatto quello che purtroppo non avviene spesso nella nostra PA: non una mera dematerializzazione ma una effettiva innovazione di processo, coerente con le indicazioni della Commissione europea (Codice doganale dell’Unione entrato in vigore nel 2016).
Mi auguro che il nuovo direttore Alvaro affronti con questo stesso approccio il tema generale dell’Agenda digitale e prosegua il buon lavoro fatto in questi anni dai nostri governi, il cui sviluppo è indicato nel Piano triennale per l’Informatica nella PA 2017/19.
Diventa infine essenziale riprendere in mano gli accordi con le Regioni e le Città metropolitane per la gestione proficua dei fondi strutturali soprattutto nei territori meridionali
Sul tema del digitale l’Italia non può più permettersi il lusso di ripartire da zero, deve invece consolidare i risultati e rilanciarli soprattutto grazie a piattaforme sempre più condivise.